{Diciassettesimo Capitolo}

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Hope
Quel mattino l'intera città era in delirio, non si vedevano incendi da un paio di anni e la gente ormai si sentiva di nuovo tranquilla.

Due estati prima Ty passò l'intera notte fuori in spiaggia con i suoi amici teppisti, lì ci sono tanti bungalow, alcuni abitati, altri no, e decisero di appiccare il fuoco proprio a uno di quelli. Purtroppo si incendiarono altri due che si trovavano proprio lì vicino ed erano abitati ma per fortuna la gente che ci viveva se ne accorse subito e si salvò. Tutti sapevano chi era stato ad appiccare il fuoco ma la giustizia era corrotta...lo è ancora.

Tyler ha uno zio giù in centrale che aveva corrotto tutti gli altri per tacere, questo succede per ogni cosa che combina. Ha una grossa famiglia che tiene in pugno l'intera città, suo padre è azionista di maggioranza della scuola e di molte industrie e sua madre possiede la banca.
Hanno sempre ottenuto quello che volevano e, poichè non è certa la fonte di tutto il loro immenso patrimonio, in città si dice che in quella famiglia girano affari sporchi.

I telegiornali non facevano altro che parlare dell'incidente e "improvvisamente" la cassetta delle registrazioni era scomparsa dalla circolazione.
Era tutto così ingiusto e non capivo il perchè di quel gesto. Era impossibile che Ty ci avesse visti, non sapeva nemmeno della cena, nè del luogo. Eppure i sensi di colpa mi consumavano.

Mi trovavo fuori al bar aspettando Ethel, in realtà avevo poca voglia di andare a casa sua ma restare a casa significava continuare a pensare a ciò che era successo.

C'era un odore inconfondibile di cornetti li fuori e fumo d'auto, le guardavo sfrecciare su quella strada, sembrava che avessi dentro di me lo stesso tipo di caos. Poi una voce riuscì a rubarmi ai miei pensieri. Ethel era lì e mi aveva appena chiamata.

"Ety" dissi tornando nel qui ed ora. "Andiamo?"

"Stai bene?" Mi disse sgranando gli occhi e con un fil di voce, era preoccupata.

"Si" immediatamente feci un paio di cenni col capo per rassicurarla.

"Mhm.." disse scrutandomi "...vieni andiamo" disse porgendomi il braccio.

"Devo portarti a braccetto?"

"Certo sono sempre una vecchia signora." Sorrisi e procedemmo verso casa sua.

Mi parlò del suo cane Pantofola, lo chiamarono così perchè mordeva le pantofole di tutti, poi accennò a dei piccoli lavori di ristrutturazione che servivano in casa, mi disse anche di avere delle rose. Ne parlò tanto, mi raccontò di come le curava continuamente e del suo desiderio di averne di più, intanto mi accorsi che la strada era davvero lunga e cominciavo ad avere sete per il caldo. Lei sembrava non scomporsi, non sudava nè sembrava sentire gli effetti del caldo tranne il fatto che ogni tanto aveva un pò d'affanno.

"Ogni giorno fa questa strada?" Lei annuì. "..è davvero lunga." Parlai continuando a guardare davanti, c'erano tante belle case e a tratti erano stati piantati enormi alberi, su alcuni d'essi c'erano delle casette in legno e su un albero più lontano vedevo un'altalena improvvisata con un pò di corda e una tavoletta di legno.

"Non immagini quanto lo sia di sera al ritorno." Confessó.

"Cosa? E non ha paura di un'aggressione?" La fissai sbalordita.

"La paura non ha potere fino a quando non scegli di darglielo." Disse prima di farmi un occhiolino. "Il pericolo esiste ma la paura è inutile."

"A volte ti fa sopravvivere però." Distolsi lo sguardo e ripensai a Ty e a quello che era successo la sera passata, qualcosa dentro di me collegava Ty al fuoco, sempre.

"La paura ti ferma..come farei a venire al bar se avessi paura di camminare al calar del sole?"

"Si ma ..mettiamo il caso che l'unico modo di sopravvivere sia avere paura..lei cosa farebbe?"

Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora