{Ventinovesimo Capitolo}

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"Non ti ricordi che sono la tua bambina?
Come hai potuto spingermi fuori dal mondo?
Mentito alla tua carne e al tuo sangue
Messo le mani su quelli che giuravi di amare.
Oh padre..."
(Demi Lovato)

Hope's pov.
Il telefono suonò all'incirca tre volte quel mattino ma lo ignoravo completamente, rispondere al telefono e parlare con estranei non era il mio forte e poi.. erano affari di papà non miei.
Il tempo passava lentamente mentre leggevo dei libri sui siti di e-book e guardavo video su youtube. Non avevo social network e non mi servivano, mi rompeva parlare con le persone da vicino, figuriamoci da casa.
Quando si fece orario di pranzo cominciai a preparare la tavola e dopo un pò la serratura scattò.
"Hey" disse babbo cercando di sfilare la chiave ma gli era difficile perchè nell'altra mano teneva un contenitore di plastica.
"Hey" risposi levandogli dalle mani quella scatolina.
"Hai già preparato tutto? Grazie."
"Bhe, anche tu.."
Sollevai il coperchio e la puzza di pesce e limone mi fece arrotolare la lingua.
"No, in realtà ha preparato tutto la signora che abita al primo piano."
"Ah, e cucina spesso per te?"
"Tutti i giorni, a volte prepara perfino la cena."
Guardai papà levarsi la giacca e slacciarsi la cravatta, sembrava molto stanco.
"Quanta gentilezza.."
"In realtà suo figlio è un artista e gli offrì, tempo fà, un lavora nella mia galleria."
"Quindi andesso ti è riconoscente?" Chiesi dividendo il cibo in due piatti e stando attenta a mettere di più a papà, molto di più. Non avrei mangiato tutto quel pesce.
"Possiamo dire così. È una vecchietta molto dolce."
"Uh voglio conoscerla, sai sembra che adesso tutte le vecchiette impazziscano per me, o io per loro, fa lo stesso." Misi sù un veloce sorrisino ricordando Ethy e nonna Jane.
"Non credo proprio" disse prendendo i piatti per portarli a tavola. "..con tutto quello che ho da fare."
Restai in silenzio e lo seguì a tavola. Aveva ancora cose da fare?
Con la forchetta cominciai a dividere il cibo, a mescolarlo, spostarlo, girarlo. Non riuscivo proprio a portarmelo alla bocca. Da bambina i miei si erano rassegnati alla mia natura carnivora, facevo qualche eccezione per i gamberi e l'aragosta, per il resto mi sentivo razzista.
"Non ti piace vero?"
Sollevai la testa come colta in fragrante e un espressione interrogativa ingrigì il mio volto.
"Allora te lo ricordavi.."
"Come faccio a scordarlo?"
"Ma allora.."
"Questo non vuol dire che non devi mangiarlo" disse con tono serio.
Abbassai il capo, mi sentivo sgridata. Era una strana sensazione, non ricordavo fosse così..serio.
"Mamma.."
"Immagino non te lo cucini per non farti fare storie. Quante schifezze starai mangiando."
"Mamma cucina benissimo."
Mi ero messa sulla difensiva senza neppure accorgermene, sentirlo parlare così mi aveva pizzicato qualcosa dentro.
Lui non rispose e mandò giù un bicchiere di acqua liscia. C'era solo quella in frigo.
"Mi chiedevo se.." parlai ma mi interruppe nuovamente.
"Cosa vuoi mangiare stasera?"
Ma che?
"Perchè non mi fai parlare?" Chiesi seria. "Mi interrompi ogni volta." Il mio tono era calmo ma mi sentivo infastidita.
"Cosa? Oh scusami tesoro, il fatto è che devo tornare a lavoro tra una mezz'ora e devo sapere cosa vuoi mangiare."
"Aspetta. Devi tornare a lavoro."
"Angelo lo sai.."
"È solo che.."
Mi si spezzò il fiato. Non volevo ferirlo quindi preferì non dire niente. Mi alzai e gettai i rifiuti nel bidone dell'immondizia.
Papà si alzò da tavola a venne ad abbracciarmi cogliendomi di sorpresa.
"Bambina mia ho tante cose da sbrigare, tra una settimana devo partire per una questione di lavoro e quindi..." mormorò sulla mia testa.
"Non hai tempo." Dissi liberandomi dalle sue braccia. "Non preoccuparti."
Accennai ad un sorriso e lo vidi scomparire in bagno dove andò a fare una doccia.

Quella sera tornò a casa tardi con due vaschette di insalatone miste e, come quella mattina, anche il pomeriggio il telefono squillò un paio di volte.
Il numero era sempre lo stesso.

Il mattino seguente papà se ne andò prima del previsto e dovetti prepararmi da sola la colazione. Mi ero svegliata con una lieve speranza che questo giorno sarebbe stato diverso ma, purtroppo, ne seguì ancora un altro uguale.
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Hope - La speranza non conosce la paura || Selena Gomez & Bruno Mars (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora