capitolo 17

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"Molti credono che la vita sia pura felicità, bisogna godersela, come se si stesse vivendo l'ultimo giorno. Forse non hanno tutti i torti, ma si vive quando si sta bene con se stessi. Bisogna fregarsene di quello che pensa la gente, è vero, ma poi ti impediscono di essere ciò che sei realmente.."

"La vita è un gioco, una menzogna. Siamo da soli, non bisogna fidarsi di nessuno. Questo è quello che la vita ci insegna, di essere fregati dalla gente.."

Non capisco perché questa persona sia così tanto negativa, io non sono d'accordo con quello che dice. Si ha ragione sul fatto che forse bisognerebbe essere un po' egoisti, ma non tanto da pensare sempre e solo a se stessi, bisogna anche aiutare.

La sera scesi per mangiare insieme alla mia madrina. Quando scesi incontrai i carabinieri proprio in casa che stavano parlando con mia zia.

luca: "scusate che succede?"
cara(carabiniere): "la signora è accusata di furto"
luca: "cosa? è vero madrina?"

Lei mi guardò.

luca: "ma che ha fatto? non capisco"
cara: "ha rubato un diamante preziosissimo. Nessuno può toccarlo"
luca: "no la mia madrina non lo farebbe mai"
cara: "peccato che lo abbia appena fatto"
luca: "mi scusi ma noi abbiamo un sacco di soldi, non capisco come possa rubarlo"
cara: "quello è il diamante più prezioso sulla terra. Solo lo 0,2 % sulla terra potrebbe impossessarsene."

Io la guardai andarsene via. Non aveva opposto resistenza, non aveva fatto nulla. Solitamente si sarebbe incazzata ma sta volta no. Penso che quel giorno sia stato più brutto, non bastava la scomparsa di alice, anche l'unica persona che avevo in famiglia doveva andarsene. Non sapevo veramente cosa fare.

margherita: "signorino luca, la vuole la cena?"
luca: "no grazie margherita vado in camera"
margherita: "va bene, con permesso"

Io mi rinchiusi in camera. La notte non chiusi occhio. Volevo andarmene da questa città è cercare un'altro posto, lontano da tutto e da tutti. Aprii il mio portatile e iniziai a cercare dei voli per Napoli, la terra in cui sono nato. Perché si se ve lo steste chiedendo sono stato adottato e i miei genitori additivi non si sono mai fatto vedere. Mi hanno lasciato a casa di questa signora e sono sempre in giro per lavoro. Non lo vedo da tanti anni ormai. Prendo un biglietto e decido di andare alla ricerca dei miei veri genitori. Preparo la mia valigia e mi dirigo all'aeroporto di Malpensa. Fatto il check-in mi sedo sulle sedie dell'aeroporto e guardo un po' instagram. Non avevo detto a nessuno che me ne sarei andato, tanto a chi importava. Iniziai a pensare che forse le cose scritte da quella ragazza su tik tik erano vere. Aprii tik tok per vedere se aveva scritto altro ma no, non c'era nulla. Iniziai a guardarmi intorno, quando vidi una ragazza fissarmi. Aveva una parrucca ed era palese, poi indossava degli occhiali da sole e una sciarpa per coprire il collo. Era vestita in modo veramente strano. Appena si accorse che avevo notato che lei mi guardava distolse subito lo sguardo. Io mi avvicinai ma lei se ne andò, e perché? Ancora non mi do una risposta.

L'aereo sarebbe dovuto arrivare alle 4.45 di mattina. Io mi imbarcai e mi sedetti al mio posto. Poco dopo vedo salire la stessa ragazza, e guarda caso aveva il posto vicino al mio. Ma che è mi perseguita questa? Io ero vicino al finestrino mentre lei di fianco a me.

luca: "ciao"

Lei non rispose.

luca: "eii, mi chiamò luca tu?"

Ancora nessuna risposta. Allora decido di girarmi verso il finestrino e guardare fuori. Il viaggio non sarebbe durato tanto. Dopo circa 5min lei si gira verso di me, abbastanza convinta anche se ancora non ho capito bene di cosa. Io notai che mi fissava anche se aveva addosso degli occhiali da sole. Si tolse gli occhiali da sole e li capi tutto.

luca: "alice"

Lei mi guardò. I suoi occhi erano rossi e gonfi. Sembrava che avesse pianto tutto il tempo.

luca: "alice ma che fine hai fatto? Tutti sono preoccupati per te.

Lei annuì come per far capire che ne era cosciente di quello che aveva fatto, ma ormai era troppo tardi.

alice: "luca, non sono stata bene"

Il mio cuore iniziò a rallentare e la mia faccia divenne sempre più pallida. Chiusi gli occhi e mi addormentai. In quel momento non volevo saperne nulla, proprio nulla.

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