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"Hanako?"

"Signor Yamada"

"Volevi l'azione? Questo è il momento. A due chilometri a nord dal quartier generale, imboscata, vieni con la tua macchina non con il taxi"

"Ma cosa succede?"

"Il ragazzino non mentiva: abbiamo intercettato un soggetto appartenente all'Unione qui nei paraggi, se ti muovi ad arrivare ti faccio partecipare alla cosa"

"Va bene, mi mandi le coordinate, mi metto la tuta e sono da lei"

"Perché la tuta?"

"Mica posso correre in gonna"

"Giusto, allora ti aspetto. Sbrigati"

"Arrivo."

....

Hanako guidava per le vie della città, a bordo della sua macchina nera, diretta verso il punto che le aveva indicato il suo capo. La situazione le era abbastanza chiara, benché non conoscesse i dettagli, e non vedeva l'ora di arrivare: ribolliva in lei la voglia di agire, finalmente, di fare qualcosa di diverso dal solito, di combattere dal vivo quello che aveva sempre combattuto da dietro uno schermo. Non vedeva l'ora di poter usare per la prima volta quella tuta, costruita appositamente per lei per permetterle almeno di non morire per via dei proiettili, ed era così elettrizzata all'idea di provarla che sperava quasi le sparassero. In realtà, sapeva perfettamente che funzionava, ma voleva comunque provarla lei.

Quando arrivò nei pressi del punto indicato, lasciò la macchina vicino ad una tabaccheria abbandonata, e corse fino al punto in cui la aspettava il suo capo. Il signor Yamada, alcuni Pro Heroes e qualche agente erano appostati dietro delle macchine, e guardavano la porta di un vecchio magazzino.

"Dovrebbe essere lì da solo" le disse il suo capo, indicandole l'edificio.

"Non ha molto senso" commentò Hanako, alzando un sopracciglio "voglio dire, che ci fa lì tutto solo? Ma poi chi stiamo cercando?" non ricevette risposta.

"Eccolo!" affermò allora il signor Yamada, ed in quel momento fece segno ai suoi agenti di partire all'attacco. Il Villain - incappucciato com'era non si capiva chi cavolo fosse - si diede alla fuga, lanciandosi alle spalle fiammate blu elettrico. Hanako si riparò dietro ad un edificio, ma appena le fiamme si furono estinte prese una pistola e corse all'inseguimento. Il signor Yamada la chiamò, ma lei lo ignorò e corse dietro a quella figura incappucciata. Aveva capito perfettamente di chi si trattava: Dabi. Gliene aveva parlato Izuku Midorya durante il colloquio, e l'aveva definito uno pericoloso.

Dietro di lei c'erano alcuni agenti, e stava per raggiungere la sua preda quando quello si girò di scatto ed iniziò a sparare fiamme dalle mani. Hanako si salvò per miracolo, gettandosi di lato e schivando il colpo. Purtroppo, un agente dietro di lei non fu abbastanza fortunato, e cadde a terra privo di sensi. Hanako non lo vide, ma sentì il tonfo del suo corpo che cadeva a terra e le grida dei suoi compagni.

Il signor Yamada ancora urlava da qualche parte dietro di lei.

Il Villain girò un angolo, cercando di seminarli, ma Hanako non era certo persona da lasciarsi intimorire da uno stupido angolo, così accelerò e lo vide prendere una moto e salire a bordo.

"Non ci provare!" gli gridò, puntando la pistola, ma il colpo non partì da lei. Partì dal signor Yamada, che da dietro di lei aveva sparato con la pistola silenziata: si era accorto che, per un attimo, l'attenzione del ragazzo era puntata su Hanako, ed aveva colto l'istante. Dabi gemette, ma non diede segno di cedimento: allungò la mano e la puntò contro il signor Yamada, sprigionando dal palmo un'ondata di fiamme che invase tutta la strada. Hanako, ancora una volta riuscì a scansarsi in tempo, e non ebbe il tempo per vedere se il suo capo aveva avuto la stessa fortuna, perché si ritrovò immersa in una sparatoria: il Villain aveva preso una pistola che era caduta a qualcuno, e stava rispondendo al fuoco degli agenti.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora