5

184 12 8
                                    

Il viaggio - che, per essere precisi, durò sette minuti - dal quartiere dell'inseguimento a casa di Hanako fu terribile. Un continuo susseguirsi di scossoni, gemiti da parte del ragazzo e l'ansia che qualcuno a caso potesse fermarli. Magari una pattuglia della polizia, di quelle che ti fermano a caso per controllarti la patente proprio quando non dovrebbero fermarti per controllarti la patente, o forse il signor Yamada che sbucava sempre a caso da qualsiasi buco. In realtà, alla fine non li fermò nessuno, ma l'ansia li perseguitò finché non furono arrivati nel garage di Hanako.

Lì, li aspettava Izumi, la sorella maggiore di Hanako. Era una ragazza bassa, i capelli castani e lisci, al contrario di quelli della sorella, erano raccolti in due trecce che ringiovanivano il suo viso. Anche se, in realtà, la sua pelle presentava così pochi segni del tempo che non serviva nulla che lo ringiovanisse. La sua pelle era meno scura di quella della sorella, ma comunque tendente ad un colorito più olivastro, ed aveva due grandi occhi neri, che sembrava riflettessero la luce esterna. Le sue labbra erano rosee, ma colorate con un rossetto così scuro che pareva strano pensare potessero avere una tonalità chiara, sotto quello strato di trucco. I suoi lineamenti ricordavano quelli di una bambina, nonostante fosse una donna già formata. Era una persona particolare: viveva un po' nel suo mondo dei sogni, viveva un po' come tutto fosse un gioco, e forse era proprio per questo che le persone la vedevano come una stupida. Non tutte, si intende: chi la conosceva solo in ambito lavorativo la riteneva una delle persone più intelligenti e sveglie che si potessero trovare in circolazione, anche se in realtà non era propriamente così.

Mentre Hanako aveva un sesto senso, un qualcosa che le diceva cosa fosse meglio fare nelle varie situazioni, Izumi si basava solo sui dati: aveva una mente attiva, era in grado di calcolare le probabilità e tutto, ma quando si trattava di sensazioni non era proprio il top, per quello si affidava alla sorella.

Quello tra lei e Hanako era un rapporto particolare: Izumi, oggettivamente, non era una ragazza molto sveglia, ma era la sorella maggiore e quello bastava. Bastava perché la vita di Hanako era stata complicata, perché suo padre se n'era andato e sua madre era volata in cielo in un incidente, perché lei e sua sorella erano rimaste sole e solo un loro amico le aveva aiutate, ma in maniera indiretta e sempre tramite metodi particolari, quindi alla fin fine Hanako aveva solo Izumi, ed Izumi aveva solo Hanako. Poi certo, c'erano Damian ed il signor Yamada, e la signora Okada, e c'erano le amiche di Izumi e tutto il resto, ma il rapporto che c'era tra le due sorelle era ineguagliabile, e mai qualcuno avrebbe potuto avere più potere di Izumi sulle decisioni di Hanako e viceversa.

"Cosa...?" chiese, spaesata, la sorella maggiore, guardando prima il corpo del ragazzo nella macchina e poi sua sorella minore. Hanako era così ferma e decisa che faceva quasi paura.

"Ora lo prendiamo e lo portiamo dentro, poi lo curi e... E poi ne parliamo" affermò, prendendo una barella dalla macchina di Izumi e dirigendosi verso il corpo privo di sensi del ragazzo.

Insieme, le due sorelle lo portarono nel letto di Hanako, dove lo misero disteso ed Izumi iniziò ad operare: era un medico eccezionale, sapeva analizzare la situazione in pochi secondi ed agire di conseguenza, e poi il suo quirk aiutava. Aveva un effetto benefico sulle persone, alleviava il dolore con il tocco e riparava i tessuti strappati, mentre per le ossa doveva metterci molto più impegno. Fu comunque lungo, per lei, estrarre i proiettili che si erano infilati nel corpo del ragazzo, e quando ebbe finito il letto di Hanako sembrava un campo di battaglia.

"Facciamo che lo mettiamo nella stanza degli ospiti per il momento" decise Izumi, e rimettendolo sulla barella lo portarono nella stanza degli ospiti. A quel punto, Hanako cambiò completamente la biancheria del suo letto, e solo quando fu sicura che tutto fosse ben pulito ci rimisero sopra il Villain, ancora inerme.

Hanako tirò un sospiro di sollievo, ed Izumi si sedette per terra davanti a lei.

"Mi spieghi un po' chi è questa persona?" chiese, suscitando un sorriso sulle labbra di Hanako, che guardò dal fondo del letto il suo petto alzarsi ed abbassarsi e si chiese cosa diamine le fosse passato per la testa.

"Fa parte dell'Unione, quel gruppo a cui diamo la caccia da tempo. Avevamo preparato un' imboscata, l'idea era quella di catturarlo per estorcergli informazioni, ma non era troppo contento all'idea di vederci e ci ha attaccati, per poi provare a scappare. Dopo un po' gli agenti l'hanno colpito, ma lui ha preso una moto a caso ed è partito. Non chiedermi chi è l'idiota che ha lasciato le chiavi sulla moto, Izumi, non ne ho idea, fatto sta che hanno mandato me a prenderlo ma quando l'ho trovato... Oh sorellona tu non capisci, lui era lì che neanche mi guardava ed aveva quei... Quei proiettili in pancia ed io lo so che è un assassino, lo so che ha quasi ammazzato i miei compagni ma non potevo lasciarlo lì, lui aveva bisogno di... Di qualcuno, e così l'ho aiutato. L'ho preso su in macchina e l'ho portato qui, ecco." Izumi la guardava con le sopracciglia alzate per lo stupore.

Hanako era sempre stata una bambina agitata, ne aveva combinate di tutti i colori, aveva fatto a botte con chiunque nel quartiere ed aveva avuto giri strani per tanto tempo, certo, ma mai era arrivata a portarsi a casa un ricercato in punto di morte. Aveva fatto di tutto: aveva nascosto ragazzi che scappavano di casa, era scappata lei stessa, aveva dedicato interi pomeriggi ad aiutare cani randagi che poi erano stati scoperti pieni di malattie e quant'altro, ma mai una cosa del genere. E menomale oserei dire.

"Quindi tu l'hai... L'hai salvato invece di consegnarlo? Ed il tuo capo?" Hanako scosse il capo.

"Il signor Yamada è convinto che io abbia una storta e sì, mi sono rifiutata di consegnarlo e non lo consegnerò" Izumi parve stupita per qualche secondo, poi si distese per terra a pancia in giù ed appoggiò la testa sulle mani.

"Ah, che inizio di giornata incredibile!" esclamò, sorridendo alla sorella. Hanako aggrottò le sopracciglia per qualche secondo, poi sorrise leggermente e guardò sua sorella maggiore.

"E cosa faccio adesso?" chiese, guardando tristemente la figura che dormiva nel suo letto.

"Beh tesoro, sei tu quella che sa sempre cosa fare. Il tuo capo una volta mi ha detto che..."

"No basta." Hanako interruppe bruscamente la sorella, guardando ora il pavimento ora le sue scarpe "Non è vero, non so sempre cosa è meglio fare, non ho idea di cosa sia meglio fare. Voglio dire dai, c'è un criminale che dorme nel mio letto Izumi, ho appena salvato la vita ad un pazzo pluriomicida che spara fiamme e non ho idea di come dovrei comportarmi. Mettiamo anche che io decida di consegnarlo: come lo spiego che era a casa mia? Come lo spiego che non ha più i proiettili? Come lo spiego che... Che ho fatto quello che ho fatto insomma! E se non lo consegno? L'Unione lo verrà a cercare e certo non saranno contenti di vedermi."

Izumi sospirò. Non sapeva bene come aiutare sua sorella: l'unica cosa che poteva fare lei era stare lì e per lo meno controllare che il ragazzo non morisse, ma non avrebbe potuto fare nulla se quello avesse iniziato a sparare fiamme o avesse messo in pericolo sua sorella.

"Va bene" disse allora, un po' rattristata "va bene allora facciamo così: lo leghiamo al letto con le manette, quelle che la mamma non ci lasciava mai usare perché diceva che le usava papà al lavoro, e poi aspettiamo che lui si svegli e ne parliamo con lui" Hanako alzò un sopracciglio.

"Ne parliamo con lui?"

"Sì, insomma qualcosa dovrai pur dirgli, e lui è in debito con te quindi..." Hanako non era troppo convinta da quella soluzione, ma non è che avesse molte altre scelte, quindi annuì lentamente e si alzò in piedi, per poi lanciare ancora un'occhiataccia al corpo disteso nel suo letto.

"Mi toccherà dormire sul divano" affermò Izumi.

"Scusa, tu dormi qui?" le chiese Hanako, alzando le sopracciglia.

"Certo, da sola con il pazzo criminale non ti lascio, qualcuno deve dormire qui perché non mi pare una grande idea lasciarlo da solo ed io mi rifiuto, quindi ad esclusione dormi tu con lui ed io sul divano."

"Non esiste." affermò Hanako, portandosi le mani ai fianchi.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora