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Hanako si svegliò nel suo letto.

La prima cosa che notò, fu che Dabi non c'era: la camera era in perfetto ordine, il letto che lei aveva usato in quei giorni era stato rifatto, i vestiti sparsi un po' da tutte le parti erano stati piegati in maniera eccellente e la finestra era aperta. La maglietta che lei gli aveva dato era, anch'essa, piegata sul letto che lei aveva usato in quei giorni, e vicino ad essa c'era un bigliettino.

Hanako corse a prenderlo, e ci trovò dentro solo una parola: grazie. Le aveva scritto solo quello, solo grazie. La ragazza corse al piano di sotto, e vide che sia le sue scarpe sia la sua uniforme erano spariti. Era semplicemente andato via.

Izumi ancora dormiva - strano ma vero - e la signora Okada quel giorno non era venuta. Hanako si fece passare una mano sul volto: beh, almeno si era tolta un problema. Circa. Sorrise all'idea che lui potesse averla abbracciata, sorrise all'idea che ora sarebbero tornati come prima: lui un Villain, lei una che combatte i Villain. Sarebbero tornati ad essere nulla e non poteva esserci cosa migliore.

Hanako andò a svegliare sua sorella, e le disse che doveva aver fatto proprio un bel lavoro, perché Dabi si era sentito così bene che se n'era andato con le sue sole forze. Izumi non era troppo contenta, invece, che lui si fosse preso e se ne fosse andato così, ma tanto ormai il danno era fatto e non si poteva tornare indietro.

"Oggi non hai pianto" disse ad un tratto Izumi "o sei sveglia da tanto?"

"Solo qualche minuto..." mormorò Hanako, portandosi la mano all'occhio e scoprendolo completamente asciutto. Pensò che, almeno quella sera, l'aveva lasciato dormire in pace. Ammesso e non concesso che avesse dormito, chiaro. Ma poi perché spostarla sul suo letto? E soprattutto, come ce l'aveva portata? Hanako sperò che l'avesse svegliata e che lei non se lo ricordasse, ma in realtà la risposta poteva essere solo che una: ce l'aveva portata lui.

A quell'idea, Hanako venne percorsa da un brivido su tutta la schiena.

"C'è altro che mi devi dire?" chiese Izumi, con la faccia di chi ha capito tutto ed il tono di chi si vuole far dire ogni cosa. Hanako ci pensò qualche secondo: glielo voleva dire? Voleva dirle delle sue conversazioni notturne con il ragazzo?

"Possono, due persone completamente diverse, dire di vedersi ogni volta che chiudono gli occhi?" Izumi storse il capo per cercare di capire il significato di quella frase. Il concetto che Hanako voleva esprimere era uno: non lo conosco, non so niente di lui se non che ha qualche problema a controllare la rabbia, eppure l'ho conosciuto, in qualche modo, mentre non potevo vederlo.

"Non lo so" ammise alla fine Izumi.

"Certo, scusami" le rispose Hanako, riprendendosi dai suoi pensieri "volevo dirti che mi ha lasciato un bigliettino con sopra scritto che mi ringrazia" Izumi le sorrise, e si alzò stancamente per andare a fare colazione.

Hanako si guardò attorno: non le pareva possibile che lui se ne fosse andato.

Quelle giornate di ritorno al lavoro, furono più intense del previsto: la sua frattura sparì, con tanto di certificato medico da parte di Izumi che le permetteva di tornare al lavoro, Damian e lei si ricongiunsero, e Hanako dovette inventarsi cento storie sulla sua trasferta per lavoro. In realtà Damian ci credette, ma le fece tante domande - non per cattiveria, solo per cercare di essere partecipe nella vita della sua ragazza - e Hanako si trovò obbligata a sparare una miriade di cazzate. Il signor Yamada la accolse col sorriso, e lo stesso fece il suo autista, che le confidò di essersi preoccupato abbastanza quando lei aveva disdetto tutti gli ultimi appuntamenti. Fu aggiornata su quello che era successo all'interno della AAUV: i Pro Heroes non erano riusciti a catturare membri dell'Unione, ma il ragazzo di nome Dabi era stato dato per morto. Non erano riusciti a trovarlo - chissà come mai pensò Hanako, quando glielo dissero - e date le sue condizioni erano giunti alla conclusione che non si sarebbe potuto salvare, soprattutto prendendo in considerazione il fatto che all'interno dell'Unione non c'era nessuno che avesse un quirk che potesse aiutarlo.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora