23

107 8 6
                                    

"No non lo faccio" affermò Hanako, impuntando i piedi.

"Hanako forza" la provò a smuovere Izumi.

"Non esiste, io non esco" continuò la ragazza, incrociando le braccia e pestando leggermente un piede per terra.

"Hanako, non fare la cretina, ora fai un bel respiro e vieni" cercò di persuaderla Hawks, già stanco, prendendola per mano e cercando di trascinarla fuori dalla camera.

"Non posso, è stata una pessima idea, torno a casa, lui capirà" protestò allora Hanako, liberandosi dalla presa dell'amico e portandosi le mani agli occhi per fare in modo che le lacrime non le distruggessero il trucco, che Izumi aveva preparato con tanto impegno.

"Hanako, basta, ne abbiamo già parlato" la sgridò allora sua sorella maggiore, puntandole contro un dito "non esiste al mondo che ora fai queste scene. Quanti anni hai? Cinque?"

"Non mi interessa, io lì non ci vado" cercò di dire ancora Hanako.

"Ora, non prendiamoci per il culo Hanako, lo vuoi fare sì o no?" le chiese Hawks, portandosi le mani ai fianchi stile mamma incazzata.

"Sì" mormorò la ragazza.

"Ed allora fuori. Adesso"

"MA HAWKS IO HO PAURA" gridò Hanako, indicando la porta.

"HANAKO PORCA MISERIA STIAMO PARLANDO DEL TUO MATRIMONIO!" rispose Izumi, sull'orlo della disperazione.

In quel momento la porta si aprì, ed entrò Touya con un sopracciglio alzato. Hanako si coprì il volto con le mani e si girò dall'altra parte, mentre Izumi sbottò addosso al ragazzo qualcosa tipo parlaci tu perché io non ce la faccio e se ne andò, portandosi dietro Hawks.

Hanako piangeva dal nervoso.

Touya le si avvicinò sorridendo, e le mise le mani sulle spalle.

"Vai via, porta male se mi vedi in vestito da sposa" mormorò Hanako, cercando di scacciarlo, e quello l'abbracciò per non lasciarla girare.

"Stai tranquillo, andrà tutto bene, l'ho accettato, non serve che ti preoccupi" disse Touya, ridacchiando.

"Io non parlo con un tono di voce così acuto" lo sgridò la ragazza, con tono offeso, facendolo sorridere ancora di più.

"Certo, certo" le disse lui, sorridendo e baciandole lentamente il collo "però mi pare che tu quelle parole me le abbia dette, o sbaglio?" Hanako sbuffò.

"Sei qui per canzonarmi anche il giorno del nostro matrimonio? Guarda te con chi mi sono messa..." mormorò, giochicchiando con uno dei pezzi di metallo che tenevano la pelle di Touya. Lui sorrise, e continuò ad accarezzarle il collo dolcemente.

"Senti Hanako, è lui il problema?"

"Certo che lo è" Touya la prese per le spalle e la fece girare verso di sé.

"Adesso ascoltami bene: ti devo ricordare quante cose hai fatto? Hai combattuto contro tutti gli stereotipi di questo mondo, hai lottato da sola quando tutti ce l'avevano con te, hai preso in mano la tua vita e su due piedi te ne sei costruita un'altra, sei riuscita ad aggiustare migliaia di vite con le tue invenzioni. Anni fa, Hanako, quando eravamo ancora poco più che ragazzini, ti sei gettata in un incendio per salvarmi la vita, ed ora è questo a fermarti?"

"Tu eri poco più di un ragazzino" provò a contestare Hanako, sorridendo leggermente "io lavoravo già da un pezzo"

"Ancora con sta storia? Ho capito che hai un mese e mezzo più di me amore, ma farmelo pesare così..." Hanako allora scoppiò a ridere, e lo stesso fece Touya "il punto è, amore della mia vita, che hai affrontato a testa alta tutte le difficoltà che la vita ti ha messo davanti, e da quando ti conosco non c'è una sola volta in cui tu ti sia tirata indietro. Ce l'ho fatta io ad affrontare i miei, puoi farcela anche tu." Le disse, accarezzando la sua guancia con un pollice.

Hanako appoggiò la guancia alla mano del suo quasi-marito, sorrise e chiuse gli occhi per qualche secondo. Non credeva di potercela fare: non aveva mai avuto paura delle avversità della vita, e se anche ne aveva avuta l'aveva combattuta senza troppe difficoltà, ma questo... Voleva dire ignorare, anche se solo per poco, un passato di odio e distruzione, due tentativi falliti di rappacificamento e notti su notti passate a piangere senza poi ricordarsi nulla al mattino, per iniziare qualcosa di nuovo con una persona che ha cercato per tutta la tua vita di distruggerti.

"Amore" la chiamò Touya, sorridendo dolcemente "sai io... Io non te l'ho ancora detto, ma cercavo il momento giusto, ecco" Hanako alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi con quelli color ghiaccio di Touya.

"Dimmi" rispose, lentamente.

"Ma no, è che ho finalmente capito una cosa. Ti ricordi all'inizio, quando parlavamo solo nel buio?" Hanako annuì "Ecco, ti avevo detto una cosa: ti avevo detto che ripetevi sempre un nome ma che non riuscivo a capire quale fosse. Ho temuto per anni che fosse Damian, quel nome, perché sai io e lui non siamo mai andati d'accordo, ma quando poi siamo andati al suo matrimonio... Ho deciso che non poteva essere il suo nome. Ma non capivo: era frutto della mia immaginazione o davvero tu nel sonno chiamavi qualcuno? Poi, sai, quando è arrivata quella lettera... Mi è capitato di leggere il nome sulla busta, il nome di tuo padre dico: Satoru Yoshida, ed allora ho capito. Hanako, tu chiamavi lui, tutte le notti" Hanako scosse il capo violentemente.

No, non poteva essere.

"Touya io odio mio padre, non vedo come..."

"No Hanako è questo il punto: tu non odi tuo padre, anche se vorresti. Tu dici che tuo padre e tua madre vi odiavano, ed è ovvio che dal loro comportamento tu non abbia potuto trarre che queste conclusioni, ma credimi se ti dico che so come ci si sente, e so che fa paura pensare di dare una seconda possibilità a delle persone che credi ti odino, ma non è impossibile" Touya accarezzò la guancia di Hanako, e la abbracciò dolcemente "ascolta, amore mio, mi hai insegnato tu che la vita non è sempre bianco e nero, giusto? Me l'hai detto tu che ci sono un milione di sfumature di grigio, me l'hai detto quando cercavo di rinnegare il mio passato. Quando mi hai... Mi hai raccontato la tua storia, anni fa, nella tua camera da letto, mi hai detto perché ti tenevi quella maglietta: io pensavo che tuo padre ti avesse uccisa, avesse cercato di spegnere il fuoco che avevi dentro, ed invece ascoltandoti mi sono accorto del contrario. Tu lo desideravi, Hanako, lo desideravi ancora, nonostante tu non l'avessi mai avuto, ed allora poi ho pensato e sai... In quel grattacielo, mentre Shigaraki e gli altri mi prendevano a pugni, ho pensato che forse anche io desideravo ancora la mia famiglia, nonostante non l'avessi mai avuta. Perché dopotutto, quando ero nell'incendio, l'unica cosa che volevo era che venisse mio padre ad aiutarmi. Il punto del discorso, Hanako, è che tu non lo sai quello che è successo dalla sua parte, quando eri piccola, e se ora sta cercando di riavvicinarsi a te forse c'è un motivo, non credi? O forse no, forse è come tutte le altre volte, ed allora non vedo il problema: l'hai superata una volta, anzi due, anzi tre, e l'unica cosa che ti sta fermando questa volta è il pensiero che non sia come sempre, vero?"

Hanako guardava il pavimento.

Touya guardava Hanako.

Maledetto il giorno in cui hai imparato a leggermi in questo modo, razza di bastardo pensò Hanako, sorridendo leggermente, ed alzando gli occhi verso il suo ragazzo.

"Ti ci rivedi, eh?" chiese, mordendosi il labbro di sotto "Ora ti diverti ad essere dall'altra parte, eh simpaticone?" Touya scoppiò a ridere.

"Un po' sì" ammise, accarezzandole la testa.

"Va bene" mormorò alla fine Hanako, sospirando "va bene ho capito, ti sposo"

"Ah era in dubbio la cosa?"

"Boh, ero lì e lì per andarmene, ma poi mi hai ricordato ancora una volta perché ti amo" Touya sorrise, la baciò e se ne andò com'era venuto.

Hanako sentì Izumi dire qualcosa tipo io mi chiedo come tu faccia a Touya, ma non sentì la risposta. Hawks, invece, non aprì bocca: Hanako si immaginava già la sua faccia. Era uno che in situazioni del genere non sapeva fare altro che ridere: dopo averle urlato addosso, probabilmente era uscito ed era scoppiato a ridere facendo qualche battuta idiota su di lei.

Hanako prese un bel respiro: o ora o mai più pensò, si guardò allo specchio ed uscì dalla stanza.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora