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"Te lo chiederò un'ultima volta" disse il signor Yamada, sbattendo le mani sul tavolo di ferro che lo separava da Dabi "dimmi perché l'hai uccisa"

Il ragazzo sorrise, e si chinò leggermente in avanti.

"E cosa cambia se te lo dico o no? Mi vuoi dire che mi risparmierete solo perché vi do le informazioni che cercate?" il signor Okamoto fece un passo verso di lui, e gli mise una mano sulla spalla.

Dopo lo scontro con i ragazzi dello UA, Dabi era stato catturato e messo in una stanza blindata, dove era stato incatenato alla sedia ed interrogato per dodici, inesauribili, ore. Ogni due ore, il ragazzo rivelava un'informazione, e così l'interrogatorio era andato avanti per un tempo smisurato, ma ora si rifiutava di collaborare in alcun modo, ed i suoi interlocutori erano sull'orlo di una crisi di nervi. Il signor Yamada era lì e lì per prenderlo a sberle, il signor Okamoto stava cercando di non urlare, il signor Yoshida era sul punto di piangere ed i ragazzi dello UA, che avevano insistito per essere lì durante l'interrogatorio, non sapevano più cosa fare. Shoto, in particolare, era distrutto: guardava suo fratello, appoggiato alla parete della stanza, e si chiedeva cosa volesse dire quella situazione.

Era davvero... Tutta una farsa? Era veramente sempre stato tutto programmato da quel pazzo? O c'era qualcosa che non si vedeva...? Shoto ci voleva sperare con tutto se stesso, anche se gli pareva difficile concepire qualcosa di diverso da quello che i suoi occhi avevano visto: il corpo di Hanako che giaceva a terra, vicino a lei suo fratello maggiore con ancora le fiamme che gli ardevano attorno alle mani, e sul volto dipinta l'espressione di Dabi, e non più quella di Touya.

"Ascoltami, cercherò di essere più chiaro possibile" disse il signor Okamoto, stringendo la presa sulla spalla del ragazzo "la vedi quella corazza di ferro che ti abbiamo messo? Si chiama misura di precauzione per le fiamme, solitamente la usiamo per accedere agli incendi, perché è come uno scudo per il fuoco. La cosa, però, funziona anche nella maniera inversa: se ora tu facessi uscire del fuoco da una qualsiasi parte del tuo corpo, il fuoco non riuscirebbe ad uscire dall'armatura, e ti brucerebbe tutto. Tu non vuoi questo, non è così?" Dabi sorrise sadicamente.

"E perché mai dovrei far uscire delle fiamme, ora che lo so?" chiese, alzando un sopracciglio.

"Vedi" rispose Izuku "c'è una persona, fuori da questa porta, che ha un quirk in grado di attivare quelli altrui. Se lei ti dovesse toccare, tu emaneresti fiamme da ogni singolo millimetro del tuo corpo, e non potresti controllarlo" il ragazzo rabbrividì all'idea di bruciare vivo.

"Va bene, ho capito, che noiosi che siete... Vi piace giocare facile, eh?" rispose, sbuffando, e guardando in maniera insistente Katsuki, che sbuffò e fece per andare a picchiarlo.

"Cosa mi guardi? Ti riduco in poltiglia, razza di bastardo!" gli gridò, ma il suo tentativo di annientare Dabi fu fermato dal signor Yoshida, che lo prese per un polso e lo rimise al suo posto.

"Quindi, Dabi" disse, avvicinandosi al ragazzo "te lo chiederò ancora una volta, vedi di dare una risposta questa volta, o sai cosa ti attende: perché hai ucciso Hanako?"

Il volto del ragazzo si fece vuoto per qualche secondo.

"Le persone o sono buone o sono cattive, è così che funziona la vostra società, non è vero? Lei era convinta del contrario... Glielo leggevi in faccia che non ci credeva a queste storie, e voleva cambiare il mondo in cui viviamo. Ma lei non voleva morti: come puoi cambiare il mondo senza ripulirlo? Come puoi pensare di... Di cambiare il mondo, se non vuoi sporcarti le mani? Lei era stupida, lei era un intralcio, lei mi faceva provare ribrezzo... Non ho mai desiderato altro che distruggerla, ma mi faceva comodo il suo operato, e così ho aspettato. Lei mi ha inserito nella società di sua spontanea volontà, ha fatto tutto solo perché lei voleva, ma andava bene così: da cittadino onesto ho potuto proseguire la mia pulizia in pace, e quando lei se n'è accorta, l'ho semplicemente eliminata"

Cruda, la verità, quando ti si palesa così davanti agli occhi. Uccisa una ragazza, una donna, un'amica, una sorella, una quasi madre, una sposa, solo perché ha cercato di cambiare il mondo in meglio.

La notizia non era ancora stata resa ufficiale, ma i giornalisti più acuti si erano già accorti del fatto che qualcosa non andava: Dabi era stato visto combattere e creare quell'incendio, Shoto, Izuku e Katsuki erano stati visti gettarsi nella mischia, e si era sentito il combattimento.

Ormai era questione di ore, e la notizia avrebbe fatto il giro del mondo: Hanako Yoshida, che era diventata da qualche anno Hanako Todoroki, era stata uccisa da suo marito, Touya Todoroki. O era stata uccisa dal Villain Dabi? Nessuno poteva dirlo.

Era davvero il Villain che aveva rapito Katsuki quello che ora stava sputando la verità nuda e cruda davanti a tutte quelle persone? O era ancora un'altra sfaccettatura dell'esistenza di quel ragazzo?

Di quell'uomo.

Ma si può davvero definire uomo uno che uccide sua moglie, la persona che lo ama più di chiunque altro, solo perché la ritiene un peso? Uno che sposa una donna, le giura amore eterno, la fa sua, e poi la uccide senza pietà?

In quel momento, la porta della sala si aprì, ed entrò Izumi.

Era fradicia, i suoi occhi pieni di lacrime, i capelli attaccati alla testa.

Vide Dabi.

Dabi vide lei.

Izumi corse verso di lui, lo abbracciò stretto e scoppiò a piangere.

"Signora, si allontani immediatamente da quell'uomo!" gridò un agente di polizia, ed Izumi scosse il capo.

"Ma perché? Perché? Cosa ti è successo, Touya? Perché..." mormorò, disperata, cadendo in ginocchio ai piedi del ragazzo "Hanako si fidava di te, ci fidavamo tutti... Lei diceva che eri la cosa migliore che le fosse capitata, Touya" il ragazzo s'irrigidì.

"Non dire quel nome" le intimò.

"E perché no? Lei ti chiamava così, è il nome che ti è stato dato, Touya" rispose Izumi, accarezzando con la mano la struttura di metallo che gli era stata messa addosso.

"Non dire quel nome!" sbraitò lui agitandosi sulla sedia.

"E come ti dovrei chiamare? Eh, Touya? Chi credi di essere, ora? Dabi non era morto? Ma questo non è Dabi, io lo vedo... Questo non è Dabi ma non è neanche Touya, ed allora chi sei, eh? Touya Todoroki, chi sei tu, adesso?"

"Smettila!" gridò ancora il ragazzo, facendo scaturire una fiammata dalla testa, che ancora non era stata coperta.

In quel momento, però, come misura di sicurezza, una macchina gli calò anche l'elmo dell'armatura.

"Touya, non vuoi che dica questo nome? E perché? Perché è il nome che usava lei?" continuò Izumi, ora urlando "Lei ti amava, lei si fidava di Touya, voglio sapere chi è che l'ha tradita. Chi ha tradito Hanako? Chi l'ha uccisa? Dimmelo, dimmelo Touya, dimmelo!" pianse ancora Izumi.

"Ora basta!" Dabi esplose in una fiammata blu, all'interno dell'armatura, ed il fuoco in un secondo lo avvolse.

"Brucerà lì dentro!" gridò allora Izuku, terrorizzato, facendo un passo verso il ragazzo, ma il signor Yoshida non gli permise di raggiungerlo.

Izumi piangeva sul pavimento, ma in un attimo si alzò in piedi e tolse l'elmo al ragazzo, per poi posargli la mano sulla spalla e placare in un attimo il suo dolore.

"Chi ha ucciso Hanako, Touya?" chiese ancora, ed il ragazzo la guardò male. Gli bruciava ogni singola cellula del corpo, nonostante Izumi avesse placato il suo dolore.

"Spegni le mie fiamme" rispose lui, ed allora fu fatta entrare una persona con una lunga tunica nera, che dopo aver appoggiato una mano sulla sua testa fece spegnere le fiamme all'interno dell'armatura, e se ne andò com'era venuta.

Mentre Izumi continuava a fare domande a Dabi, chiamandolo con il suo vero nome, Izuku seguì la persona che aveva estirpato le fiamme di Dabi, e la fermò nel corridoio.

"Allora è questo il tuo potere" le disse, e la figura sorrise nella sua tunica nera.

"No" rispose soltanto, per poi proseguire verso l'uscita.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora