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"Sei sveglia?" Hanako si girò su un fianco, e si morse il dito. Non sapeva se rispondergli o no: dopo che le aveva quasi incendiato la camera per la seconda volta, lei se n'era andata al piano di sotto e quando era tornata l'aveva trovato che dormiva. Si era distesa a letto, e si era quasi addormentata, ma poi lui le aveva fatto quella domanda. Una parte di lei voleva rispondergli, perché lei gli voleva davvero parlare in maniera civile e la conversazione che avevano avuto la sera precedente le era piaciuta, ma l'altra parte le diceva di non cascarci di nuovo, che era solo un bastardo e che lei non aveva un motivo buono che fosse uno per rispondergli.

Chissà se i Villain hanno una famiglia.

"Sì"

"Menomale, credevo di parlare da solo" Hanako sorrise leggermente, e si mise a pancia in su "sai, io da questa posizione non riesco a vederti"

"Ancora non riesci a tirarti su?" per quanto Izumi, tramite il suo quirk, stesse aiutando il ragazzo a riprendersi, le ferite da arma da fuoco erano brutte ed una si era pure infettata, quindi gli veniva ancora complicato contrarre l'addome.

"No"

"Mi dispiace" pausa. La luna era alta nel cielo, era tardi, eppure ora nessuno dei dure era stanco.

"Posso farti una domanda?" chiese Hanako.

"Dimmi"

"Perché la tua pelle è viola?"

"Ustioni" Hanako aspettò un continuo che però non arrivò.

"Capisco" disse allora.

"Ora tocca a me"

"Cosa?"

"Farti una domanda"

"Va bene" Dabi sorrise, nell'ombra.

"Veramente non mi consegnerai?" Hanako fece una smorfia.

"No, non ti consegnerò"

"E perché?"

"Eh no, tocca a me per la domanda" Hanako si girò sul fianco.

"Hai qualcuno lì fuori?"

"Amici"

"Sempre vago eh"

"Perché non mi consegnerai?" Hanako alzò gli occhi al cielo, poi sorrise e si disse che in fondo era giusto così: era il suo turno.

"Non ti consegnerò perché te l'ho giurato e tu ti sei fidato di me, sarebbe un atto di tradimento nei tuoi confronti e non lo voglio fare"

"Non mi vuoi consegnare o non mi vuoi tradire?" ridacchiò il ragazzo, e Hanako fece roteare gli occhi.

"Tocca a me con la domanda" lo zittì.

"Giusto"

"Quando sarai guarito cosa farai?"

"Me ne andrò"

"Sì, grazie, ma dopo?"

"E tu quando me ne sarò andato cosa farai?" Hanako sospirò.

"Tornerò al lavoro, e cercherò di fermare la tua banda"

"Simpatica"

"Che ci vuoi fare, io sono buona, ora tocca a me: cosa farai quando te ne sarai andato?"

"Ti creerò problemi"

"Perché ora invece non me ne crei" commentò lei, ridendo, mentre pensava alle sue povere lenzuola bruciate.

"Me ne hai ancora per prima?"

"Sì" Dabi scoppiò a ridere.

"E che mi dici dei tuoi piercing?"

"Eh no, tocca a me" protestò il ragazzo.

"No, mi hai chiesto se fossi ancora arrabbiata" rispose Hanako.

"Ma no, quella non conta!" si arrabbiò lui.

"Eh si che conta, tocca a me: i tuoi piercing"

"Cosa vuoi che ti dica? Mi piacciono" Hanako sospirò: non sarebbe mai riuscita ad ottenere informazioni personali su di lui.

"Bene, tocca a te, Dabi"

"Grazie, Mirai" lo diceva in maniera strana, quel nome, come se provasse piacere nel pronunciarlo "Allora, vediamo... Cosa faresti se i miei compagni arrivassero a prendermi?"

"C'è questo rischio?"

"Prima rispondi"

"Non lo so, penso che ti lascerei a loro e mi darei alla fuga"

"Non combatteresti? Non è tipo il tuo lavoro?" chiese lui, stupito.

"Tocca a me" lo stroncò Hanako, infastidita "C'è questo rischio?"

"Non lo so, ho lasciato in quella tabaccheria il mio mezzo di comunicazione con loro, non so se sanno dove sono" rispose lui, improvvisamente un po' stizzito.

"Va bene, tocca a te" questa volta, il ragazzo ci mise un po' di più a parlare. Quella sera c'era la luna piena, i rumori della notte entravano dalla finestra, ed ogni tanto si sentiva una macchina passare nella strada lì vicina. Hanako pensò che andava bene così. Pensò che alla fine aveva fatto la cosa giusta a salvarlo, che se l'avesse lasciato morire avrebbe sbagliato.

Anche se l'avesse consegnato, avrebbe sbagliato.

"Mirai, a te manca la tua famiglia?" e quella, fu la conferma che lui non aveva nessuno, al di fuori di quel posto. Né i suoi amici Villain erano ancora venuti a cercarlo, né nessun altro.

"Sì" rispose soltanto Hanako, e si alzò per andare verso l'armadio. Armeggiò per qualche secondo con cassetti ed attaccapanni, e poi tirò fuori una maglietta e si diresse verso il letto del ragazzo. Nel silenzio più totale prese il telecomando del letto e gli fece tirare su la schiena, poi appoggiò la maglietta sul letto e prese il telefono: scrisse ad Izumi di fare in modo che lui non sentisse alcun tipo di dolore per qualche minuto, e quando si assicurò che aveva letto tornò dal ragazzo e riprese in mano la maglietta.

"Beh?" le chiese Dabi, mentre lei fissava prima la maglietta poi la finestra in maniera alquanto ripetitiva.

"Beh forza, ti aiuto a cambiarti la maglia" gli disse, porgendogli la mano. Lui si mise seduto, e con l'aiuto della ragazza si sfilò la maglietta che lei ed Izumi gli avevano messo, per poi infilarsi quella nuova.

"Ora sì che ragioniamo con le taglie, perché non me l'hai data prima questa maglietta e mi hai infilato in una specie di insaccato?"

"Questa maglietta è l'unica cosa che mio padre ha lasciato qui prima di andare via" rispose Hanako, rimettendo giù lo schienale del letto.

"Ah"

"Ti avverto: prova soltanto ad accendere le fiamme mentre ce l'hai addosso e ti giuro che infrango la mia promessa e ti spedisco dritto da Endeavor." il ragazzo si irrigidì improvvisamente a quella frase, e Hanako lo notò "Tanta paura di finire in gattabuia?" lo punzecchiò, e lui non le rispose. La ragazza, fiera di aver vinto per una volta, tornò a distendersi a letto.

"No" disse soltanto il Villain, girandosi faticosamente su un lato e chiudendo gli occhi.

Spazio meh:

non lo so, non sono brava con queste cose, che ne pensate della storia?

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora