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"Sei sicura di volerlo fare?"

"No"

"E lo farai lo stesso?"

"Assolutamente sì"

Izumi sorrise e mise in moto, Hanako seduta vicino a lei.

Le due sorelle andarono in silenzio fino a casa Todoroki, dove le aspettava un bel po' di gente: intanto c'erano tutti i Todoroki, escluso Touya ovviamente, poi c'erano Hawks, All Might, Izuku e Katsuki. Quest'ultimo non era contentissimo di essere lì, ma a nessuno importava più di tanto.

Le due ragazze vennero accolte col sorriso.

"Grande giorno, eh?" chiese Hawks, sorridendo, mentre andava a baciare Izumi e ad abbracciare Hanako.

"Yoshida! Che piacere vederla!" la salutò Izuku, sorridendo e sventolando una mano in segno di saluto. Hanako ricambiò il saluto e si guardò attorno: la casa era stata messa in perfetto ordine e tirata a lucido, c'era uno striscione che andava da una parte all'altra del salotto, cosa che fece molto sorridere la ragazza. Erano tutti vestiti in maniera normale, grazie al cielo: non sciatti, ma neanche eleganti. Erano tuti vestiti come in una qualsiasi giornata, ma dai loro volti si leggeva ben altro: erano tutti in estasi.

Persino sulla faccia di Endeavor si leggeva l'eccitazione.

"Quanto manca?" chiese, impaziente, Izumi.

"Più o meno un'ora e mezza, Hanako deve uscire tra una mezz'ora per essere lì in tempo" rispose Hawks, mettendosi le mani dietro la testa ed andandosi a sedere sul divano. Una ad una, tutte le persone che erano presenti si sedettero su divani, sedie o poltrone.

"E così alla fine è arrivato questo giorno" commentò Endeavor, pensieroso.

"Stento a crederci" rispose suo figlio, Natsu.

"Che poi sono stati dei veri stronzi, se posso" affermò Hawks, attirando a se segni d'assenso "voglio dire" proseguì allora "va bene tutto, va bene punirti, ma non lasciartelo vedere per cinque anni..." Hanako sospirò. Non le era stato consentito andare a trovare Touya per tutti quegli anni, né le era stato permesso sapere nulla sulla sua salute.

Fino a quel giorno.

Quel giorno sarebbe finito tutto: la prigionia del ragazzo, il divieto assoluto per Hanako di sapere qualcosa su di lui... Sarebbe iniziata una nuova era.

Tutti guardavano Hanako.

Hanako piangeva.

"E ditemi, voi che l'avete potuto vedere, come sta?" chiese sottovoce, provocando una risata in tutti i presenti: non sapevano se potevano dirglielo o no, se la sua punizione era finita o meno, ma tutti bene o male avevano qualcosa da raccontare.

"Beh, vedere sono parole grosse" commentò Shoto "diciamo che abbiamo potuto averci delle conversazioni brevissime, una volta ogni tre mesi, controllati da delle guardie tutto il tempo e senza vederlo bene in volto per via della distanza e delle sbarre" disse, acidamente, mettendo alla luce quello che tutti pensavano. Hanako sospirò.

"Chiedeva sempre di te" le disse Rei, la moglie di Endeavor, seduta dall'altra parte della stanza rispetto al marito "chiedeva come stavi, perché non lo andavi a trovare... Sai, è stata dura tenergli nascosta la tua punizione per cinque anni" Hanako sospirò: era il prezzo da pagare per aver mentito al signor Yamada, avergli disubbidito, aver nascosto un criminale in casa ed aver provocato tutto quel casino al grattacielo, che per la cronaca alla fine era crollato. Hanako lo capiva, capiva che avendo tutti quei Pro Heroes dalla sua parte a vegliare su di lei era intoccabile, ma che in un modo o nell'altro la dovevano punire, e così avevano deciso di impedirle di avere contatti con il ragazzo. Evidentemente, assieme al non dire niente a Hanako era stato fatto promettere ai suoi amici anche di non dire niente a Touya.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora