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"Tsk, che rottura di coglioni, e dire che mi ci sono pure impegnato" mormorò Dabi, ridendo, all'interno della sua cella.

Era chiuso in una stanza blindata, ed era stato sbattuto lì dopo che aveva provato a dare fuoco ad Izumi.

L'interrogatorio era finito: avrebbe passato il resto della sua esistenza in quella stanza, chiuso, da solo.

O almeno, così doveva essere.

Il ragazzo si schiantò sul letto, esausto, e si fece passare la mano, tremante, sulle nuove bruciature che si era procurato.

Sospirò.

In quel momento entrò Izumi, che sorrise leggermente e si diresse verso di lui.

Neanche volendo, Dabi avrebbe avuto le forze per allontanarla.

"Certo che sei un cretino" gli mormorò la ragazza "Sai, ho riflettuto molto sul se venire qui o no, ma poi ho pensato che... Ho pensato lei mi avrebbe costretta, ed allora sono venuta. Ci manca tanto, a noi, ed a te manca?"

Dabi rise.

"Sì, certo, mi manca da morire la ragazza che ho ucciso" rispose, debolmente, con un sarcasmo palpabile nella voce, mentre la ragazza gli passava lentamente le mani su tutti gli arti e gli curava la pelle ustionata.

"Mi chiedo come si possa... Non l'hai visto l'amore nei suoi occhi? Lei avrebbe voluto soltanto una vita felice con te, hai tagliato il suo tempo con una lama ingiusta" Dabi fece una smorfia di dolore.

"No" rispose "vedevo solo stupidità" Izumi sorrise.

"Certo, eppure... Mi riesce quasi impossibile pensare che tu... Sai, hai tolto qualcosa a tutti noi che la conoscevamo, immagino fosse questo il tuo intento: non volevi fare del male solo a lei, volevi distruggere l'impero che aveva creato" Izumi toccò una parte scottata sulla pelle del ragazzo "ti fa male se tocco qui?" chiese.

"Sì" rispose Dabi, arricciando il naso.

"Quindi... Accetti le conseguenze delle tue azioni così facilmente? Qual era il tuo scopo, Dabi? Come fai a riuscire a guardarmi ancora in faccia sapendo quello che mi hai fatto?" Dabi sorrise sadicamente.

"Il mio unico intento era quello di uccidere Hanako Yoshida, quello che viene dopo non mi importa. Io volevo vederla morta, volevo vedere il suo mondo crollare. E così è stato. Uccidetemi, se è questo che volete. Anche se dubito sia questo il vostro intento, visto che sei venuta qui ad aiutarmi"

Izumi sorrise leggermente.

"Sono venuta solo ed unicamente perché sapevo che lei avrebbe fatto lo stesso, cinque minuti e me ne vado, anche meno" rispose, alzandosi e dirigendosi verso la porta.

"Alla faccia dei cinque minuti!" le gridò dietro Dabi, cercando di mettersi seduto.

"Il tempo che ti serve per rimetterti in sesto, non starò qui ad aspettare che tu mi faccia fare la stessa fine di Hanako." rispose Izumi, chiudendosi la porta alle spalle.

Dabi sbatté violentemente la testa sopra il cuscino, chiuse gli occhi e si cercò di concentrare.

Le lacrime gli scendevano lungo le guance, come sfoghi del suo dolore, e si portavano via la sofferenza che lo affliggeva in quel momento. Qualsiasi cosa gli avesse fatto Izumi, non aveva fatto altro che aumentargli il dolore, ed ora non aveva neanche le forze per alzarsi.

Cinque minuti... Che infame.

Avrebbe potuto dargli un po' più di tempo.

Dabi sorrise, strizzò gli occhi nella speranza di sentire meno dolore, girò la testa da una parte e dall'altra, senza trovare pace, e cercò di toccarsi le ferite senza però riuscire a muovere il braccio.

Ancora qualche minuto, e poi sarebbe tutto finito.

Quanto possono durare cinque minuti?

Poi, Dabi sentì la porta aprirsi, e sorrise.

"Che infame" disse, strizzando gli occhi "vieni a vedermi soffrire, eh? Sei da sempre una persona sadica, ti diverti a vedermi soffrire in fondo in fondo, ammettilo"

"Sarei io il sadico!?" strillò Shoto, avvicinandosi a lui.

Dabi si girò a guardarlo, sconcertato.

Non rispose.

"Sono io il sadico, eh? Io, che vengo a vedere come sta mio fratello maggiore, nonostante abbia ucciso sua moglie e distrutto ancora una volta la sua famiglia! Lo sai? Fuyumi non riesce a smettere di piangere, e Natsuo è in crisi perché non sa più chi incolpare! Sei un mostro, sei un bastardo, sei il peggiore errore che i nostri genitori abbiano mai fatto, e ti senti in diritto di chiamare me mostro? Razza di... Razza di codardo schifoso!" gridò, piangendo, mentre Dabi sentiva pian pianino il dolore che diminuiva.

Dabi sorrise, ed alzò una mano verso il fratello.

"Finalmente ti apri normalmente, Shoto" disse, cercando di far scaturire dalla mano una fiammata, ma senza riuscirci "finalmente... Finalmente mi dici quello che pensi, e non quello che Hanako ti aveva obbligato a dire. Ne sono certo ora... Tu mi odi!" rispose, sorridendo infinitamente, e Shoto scoppiò in lacrime.

Cadde a terra, in ginocchio, ed in quel momento entrò Izuku che si gettò a consolare l'amico.

"Cosa hai fatto?" chiese, furioso, a Dabi.

"Io?" rispose, offeso, lui "niente, è il tuo amico che è venuto qui per insultarmi, io non ho fatto nulla" affermò, per poi tornare a pancia in su "abbiamo passato assieme fin troppo tempo, portalo via o lo incenerirò" minacciò Izuku, tendendo una mano verso di lui, ed il ragazzo portò via l'amico.

Silenzio.

Ora Dabi si sentiva nuovamente in forze.

"Tutto secondo i piani... Non è così?" chiese, quando sentì la porta aprirsi "Sai, sono veramente stupito: non che non mi fidassi di te, sia chiaro, eppure... Organizzare tutto così nei minimi dettagli, wow. Sei un genio, lasciatelo dire."

La persona che era entrata, era niente poco di meno che la figura incappucciata, che aveva placato il quirk di Dabi nella sala dell'interrogatorio.

Sorrise, e si intravidero per un secondo dei capelli biondi uscire da sotto la tunica, ma fu solo un istante.

"E dimmi... è tutto pronto?" chiese il ragazzo, senza guardare la persona a cui stava parlando.

Quella fece un verso d'assenso.

"Geniale... Davvero geniale, non credevo che alla fine ce l'avremmo fatta. Sarà divertente, non trovi?" ancora, la figura fece un verso d'assenso.

"Quanto dobbiamo aspettare?" chiese Dabi, girandosi verso la persona incappucciata, e quella alzò tre dita "Ah, penso che l'attesa potrebbe uccidermi. Certo che il tuo è un comportamento proprio scorretto: venire qui, fare come ti pare quando ti pare, prenderti i tuoi tempi, ed intanto il lavoro sporco l'ho dovuto fare io" la persona non rispose "oh, giusto, non puoi parlare. Certo, perché non rendere le cose un pochino più facili? Temi che ci siano dei microfoni da qualche parte?" la persona annuì "Chiaro, e cosa aspettavi a dirmelo? Ci mancava poco che ti chiamassi per nome!" la persona scosse il capo "Almeno una volta mi parlavi..." mormorò Dabi, sorridendo.

La persona si sedette sul letto vicino a lui.

"Ed ora quanto manca?" chiese, impaziente, il ragazzo.

La persona alzò due dita.

"Sai, per un pelo non andava tutto a monte: è venuto mio fratello, Shoto, diciamo che non l'ha presa bene questa storia. Era prevedibile, ma è venuto qui ad urlarmi che sono il disonore della famiglia e tante altre cose simili. Prima ha anche cercato di uccidermi, quindi in confronto a quello il sei una disgrazia era anche poco" la persona trattenne una risata "comunque, prima di andare, vorrei farti i complimenti... Anche il sistema di messaggi ha funzionato. Complicato, te lo devo dire, davvero complicato, ma non fa niente, dopotutto ha funzionato e va bene così" la figura si alzò, e tese una mano a Dabi.

Era ricoperta da un guanto nero.

Dabi la prese, e si tirò su a fatica, per poi alzarsi in piedi ed appoggiarsi a quella figura incappucciata.

"Andiamo a fare casino?" chiese, ridendo "Come ai vecchi tempi, no?" la figura annuì "Sai, mi mancava un po' distruggere tutto assieme a te."

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora