η. Έν τῷ ᾍδῃ

24 5 10
                                    

Nell'Ade

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Nell'Ade

Il clangore delle spade che si scontravano fra loro echeggiava nei corridoi del palazzo dell'Ade.
Vi erano semidei e mostri che combattevano, urlando e lanciando maledizioni contro coloro che uccidevano i loro compagni senza pietà. Vari corpi giacevano a terra, mentre i muri e i pavimenti erano tappezzati di sangue rosso e nero.

Victoria tranciò a metà l'ennesimo corpo di un figlio di Ares, e si girò a guardare il resto del suo esercito che valorosamente abbatteva i loro avversari. Sospirò nel constatare che ci fossero ancora tutte e venti le sue teste.
Vide i suoi fratelli combattere con tenacia uno ad uno i nemici, i loro occhi che non mostravano un minimo di pietà, e sorrise leggermente prima di tornare a combattere.

Sparsi per il corridoio vi erano i figli di Apollo e Artemide, che a causa della mancanza di una sporgenza o di un piano rialzato furono costretti ad estrarre le spade, il loro punto debole.
Il loro piano era quello di rimanere uniti a guardarsi le spalle l'un l'altro, timorosi di un'ulteriore perdita, ma andò in frantumi nel giro di pochi minuti a causa dei potenti colpi e delle spinte dei figli di Ares.
Taeil si ritrovò da solo, faccia a faccia contro un avversario decisamente più grosso ed esaltato di lui. Era terrorizzato dalla sua statura e dalla sua tenacia, e in poco tempo si trovò alle strette. Con la schiena al muro e poca mobilità, vide la sua fine arrivare nel preciso istante in cui quel semidio alzò l'arma stretta in pugno, pronto ad affondare e mettere fine alla sua vita.
Poi, inaspettatamente, la lama di una spada spuntò dal suo ventre, e cadde a terra inerme.

"Non battere la fiacca, Taeil. Devi ancora battermi nella caccia!" Esclamò Haechan con un sogghigno, estraendo la sua daga dal corpo del nemico. Il maggiore gli rivolse un'occhiata di ringraziamento, ed entrambi tornarono a combattere, questa volta l'uno accanto all'altro.

"Hai visto Haechan?"

"Sì. È stato incredibile!"

Dall'altra parte, vi erano Jeno e Jaemin, che anche loro stavano combattendo a fianco, ma lo facevano con tranquillità, parlando e scherzando con semplicità.

"Sai chi altro è incredibile?"

Jeno scosse la testa in segno di negazione, sferzando un colpo mortale al suo avversario. L'amante gli prese il braccio libero per tirarlo verso di sé, per poi rispondere con un mezzo sorriso.

"Tu."

Nessuno si accorse delle loro piccole interazioni poco inerenti a quell'ambiente pericoloso e cruento, tranne Renjun, ovviamente. Il piccolo figlio di Nike viaggiava da una parte all'altra della battaglia per aiutare i propri compagni, stordendo e uccidendo i nemici di sorpresa. E in quel momento era proprio passato vicino ai due amanti, mettendo a k.o un figlio di Afrodite che si stava dirigendo verso di loro. Sbuffò leggermente per la stupidità e la follia dei suoi amici, ma venne attirato da un urlo di aiuto.

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora