μζ. ῎Εντευξεις ἐκ τῆς Θάλασσης

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Visite dal Mare

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Visite dal Mare

Magdalene e Joy tornarono velocemente al quartier generale dell'Esercito Terreno. Quando entrarono, trovarono tutti riuniti nel salone, perfino Johnny e Jungwoo che ancora erano in convalescenza e non potevano uscire frequentemente dall'infermeria. Per loro gran fortuna, Sicheng e Lucas erano riusciti a catturare un cinghiale per la cena, ma non fu questo ciò che attirò la loro attenzione.
Di fatto, in mezzo alla stanza stendeva una figura alta e imponente, rivestita d'armatura dorata e con in mano un elmo dal quale spuntava una piuma di pavone. La sua pelle splendeva ancor più della corazza che aveva al petto e i suoi capelli richiamavano i bei raggi del sole d'estate. Gli occhi rievocavano, invece, il bel mare che aveva immoralmente amato una notte nella sua eterna vita.

"Madre..."

Magdalene lasciò cadere a terra le armi che fino a quel momento aveva stretto ansiosamente fra le mani, e si buttò su Atena, che la accolse dolcemente fra le sue braccia. "Cosa... Cosa ci fai qui? Non è pericoloso?"

La dea sorrise alle parole frettolose della ragazza, per la grande sorpresa del resto dei semidei, fin troppo abituati alla figura austera che si presentava sempre a loro. Le accarezzò i capelli per rassicurarla, finché non si staccò per poter parlare a tutto l'Esercito, le loro mani sempre unite.

"Porto a voi solo buone notizie, Esercito Terreno." I guerrieri sospirarono sollevati e rallegrati, alcuni addirittura sul punto di piangere, e Atena sembrò piuttosto compiaciuta da tale reazione, prima di annunciare le vere notizie.

"Possiamo affermare con sicurezza che il vostro caro compagno, nonché figlio di Afrodite, Jaehyun, è sano e salvo e attualmente ospite alla corte di Cartagine."

Nessuno diede pensiero al nome della mitica città africana e invece scoppiarono a piangere, Jaemin primo fra tutti, seguito subito da Jungwoo; erano passati mesi dalla sua scomparsa, e quasi tutto l'Esercito si era rassegnato all'idea della sua morte. Avevano cominciato a piangervi e a conviverci, tutti tranne il fratello e il migliore amico che aveva lasciato indietro. Avevano entrambi passato settimane di supplizi inenarrabili, poiché per Jaemin egli era parte di sé e della sua vita, sangue del suo sangue, mentre era stato per Jungwoo uno dei suoi primissimi amici al Campo Mezzosangue, e ancora uno dei suoi più fidati. Nessuno aveva osato creder loro, forse Jeno ci aveva passato del tempo a rifletterci, ma dopo il coma di Jungwoo il figlio di Afrodite era rimasto solo. Finché, alla fine, i suoi presentimenti si erano mostrati veritieri.

"E, come seconda cosa, i popoli dell'Est sono finalmente vostri alleati, dalle Amazzoni, ai Persiani e anche ai Troiani."

"Dice... Dice sul serio?" Chiese Doyoung incredulo, asciugandosi velocemente le lacrime con il palmo della mano. Osservava la dea con i suoi grandi occhi oscuri, pieni di stupore e curiosità, che mantenevano la purezza dell'animo di sua madre Persefone. "Sì, caro Figlio di Ade. I vostri compagni sono riusciti a stipulare un accordo."

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora