θ. Ένεργήματα

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Conseguenze

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Conseguenze

Un rumoroso silenzio eccheggiava per l'umile dimora dell'Esercito Terreno.
Erano tutti nel salotto, seduti sul divano, sulle sedie o a terra, ma nessuno osava proferire parola. Non sapevano che dire, per quanto sconvolgente fosse stata l'ultima notizia di Apollo.

Dopo il loro ritorno sulla Terra, aspettarono ore ed ore, ansiosi e preoccupati per il loro comandante, ma fiduciosi. E, non vedendola tornare, credettero che avesse avuto l'urgenza di far visita al dio del Sole o al dio messaggero o a qualsiasi altra divinità alleata. Dovevano pensare che non ci fosse niente di preoccupante nella sua mancanza.
Ma quando la mattina dopo arrivò Ermes con una lettera dorata in mano e con un'espressione afflitta sul volto, l'Esercito venne a sepere del suo eroico sacrificio.

Erano rimasti in parte sconfitti, senza comandante e piani futuri. Erano stati indubbiamente indeboliti e questo l'Ade lo sapeva. Non ci avrebbe messo troppo tempo ad escogitare un attacco strategico per farli cadere totalmente. In quel momento più che mai avevano bisogno di una guida e di potere. Il loro numero era esiguo in confronto alle armate nemiche che si moltiplicavano di giorno in giorno, perciò avrebbero avuto bisogno di nuovi alleati.

"Dobbiamo convocare il Nuovo Concilio."

Le parole di Wendy non scaturirono una grande sorpresa; tutti se lo sarebbero aspettati. Avevano bisogno di un aiuto divino per le decisioni che avrebbero preso successivamente. Un passo falso, e tutti sarebbero caduti schiavi delle Tenebre.

"Nel frattempo, abbiamo bisogno di un terzo nella triarchia" Continuò Wendy, lanciando una veloce occhiata al ragazzetto seduto accanto a lei, nella speranza che si offrisse.

Anche Magdalene alzò lo sguardo, puntandolo direttamente su un'altra persona in particolare prima di esprimersi.

"Io propongo Sicheng"

Ci furono vari versi di assenso.
Wendy sembrò un attimo rimanere delusa, vedendo Mark annuire compulsivamente verso il figlio di Nike, ma rimise su la sua facciata seria e composta. Dopo tutto, adesso era lei al comando dell'Esercito Terreno.

"Io...?" Borbottò il ragazzo notando tutta l'attenzione su di sé. Era senz'altro grato e felice della considerazione che i suoi compagni avevano di lui, ma non lo sentiva giusto. Non poteva prendere il posto di Victoria, non lui che l'aveva abbandonata.

"Sei uno dei guerrieri più abili e completi. Sei probabilmente la scelta migliore."

Sicheng abbasò lo sguardo verso le sue mani, rovinate dai calli e dalle cicatrici per gli anni in guerra. Strinse i pugni, cercando di reprimere la sua natura umana che lo rendeva molto più debole rispetto a Renjun e a sua sorella. Sospirò profondamente, in un vano tentativo di calmare le proprie emozioni, ma esse ebbero la meglio su di lui.
Velocemente si alzò e scappò dalla stanza, riuscendo finalmente a respirare senza la pressione di tutto l'Esercito.

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora