μη. Ή τῆς Νυκτός Μαντεία

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I Vaticini della Notte

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I Vaticini della Notte

La notte era buia e oscura, Artemide dopo un altro mese riposava assieme alle sue cacciatrici mentre la luna nuova rimaneva in possesso di Perseide, sposa del Sole. I venti di Zefiro tuonavano con l'arrivo della stagione delle piogge, muovendo le nubi e la flora della regione Attica. Nessuno si sarebbe mai azzardato ad uscire in un clima del genere, nemmeno le costellazioni che normalmente brillavano sul manto nero di Urano. Eppure, la più piccola e debole divinità al momento presente si fece coraggio e corse fuori dalle mura della sua dimora, combattendo contro i rami e le folate per arrivare dove avrebbe avuto pace; la propria caverna.

Era un buco piccolo ed accogliente, scavato in un monte che si ergeva verso il limitare del boschetto. Era protetto dalle interperie e da individui indesiderati, con solo le piante e qualche piccolo animaletto in cerca di calore. Nessuno avrebbe mai potuto trovarlo, nemmeno gli dei della luce e dell'oscurità, e nelle più rare eccezioni non sarebbero riusciti ad entrare. Solo le creature più minute ed esili erano in grado di oltrepassare la piccola apertura che portava accesso.
L'unico umano che poteva fra tutti gli abitanti del bosco era, infatti, la giovane oracolo, Minnie.

La fanciulla si rintanava in quella piccola grotta una volta ogni mese. Ci poteva spendere qualche ora o intere giornate, inconsapevole del tempo che passava. Meditava per la maggior parte del tempo, ma raramente riusciva ad avere contatti con le divinità profetiche; le capitava spesso di essere chiamata da Dione, perché fosse informata sugli ultimi eventi, e altre volte da Apollo e dei nuovi insegnamenti con i quali istruirla.
Però, diversamente da tutti i mesi passati, quella notte venne contattata dalla più inaspettata delle divinità.

"Dove... Dove mi trovo?!" Esclamò Minnie una volta aperti gli occhi. Aveva avvertito la forza di una presenza innaturale non appena entrata nel suo buco, provocandole un forte giramento che la fece cadere a terra e perdere i sensi di conseguenza.

In risposta alla sua domanda due paia di occhi bianchi e luminosi come stelle apparvero nell'oscurità, ed una potente voce si insinuò nella sua mente. "Sei al cospetto della Notte Eterna, madre delle ombre e della Morte stessa. Veglio sul sonno dei mortali e sulle stelle che splendono in me."

Minnie si inginocchiò nell'immediato, avendo ben compreso che si trattasse di Nyx, una delle divinità più antiche e potenti. Provò a scusarsi per la sua scortesia, un fascio di piume le coprì il viso e venne portata in un'altra dimensione.

Vide molte immagini, alcune inspiegabili e altre raccapriccianti, e capì con grande orrore che il futuro fosse nuovamente nelle sue mani. Ci sarebbero stati morte, sofferenza e atrocità, ma anche affetto e amore. Fratelli e sorelle si sarebbero ritrovati, nuovi guerrieri stavano per aggiungersi, mentre ne avrebbero persi altri. La guerra non sareebe finita facilmente, nessuno riusciva ancora a prevederne l'esito; in qualunque caso, nulla sarebbe stato più come prima.

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora