κβ. Τό Μαντεῖον

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Il Responso

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Il Responso

"Non ci posso credere..."

"Non crederci."

"È una pazzia..."

"Lo so bene."

"Sei stronzo, ma non tanto da farci uccidere entrambi..."

"Grazie tanto dell'insulto, Miya. Ma intanto io sto cercando di salvarti la pelle!" Esclamò Jungwoo fermandosi e girandosi verso la ragazza. Lei lo guardò male, non troppo convinta dalle sue parole, finché il minore non si girò nuovamente e riprese a camminare.

Alla fine erano veramente partiti. Non importò quanto Solar e Rui si potessero imporre, Mark rimase sicuro della sua decisione. E tre ore dopo i due si trovarono lì, nei pressi di Larissa, continuando a litigare come avevano fatto dall'inizio del viaggio.

"Mi ripeti quanto ci metteremo?"

"Due giorni e qualche ora."

"Un suicidio..." Mormorò lei alzando la testa per osservare la vegetazione attorno a loro, per poi riappoggiarla sul carretto con un tonfo. Jungwoo sospirò irritato. "Ti consiglio di stare ferma e in silenzio. Non vorrei presentarmi a Wendy con un cadavere."

Miya alzò gli occhi al cielo, ma dovette concordare con le sue parole. Prima che partissero, Solar aveva speso ben 15 minuti per accertarsi che le sue condizioni non peggiorassero durante il viaggio, e le ripeté svariate volte di dover rimanere ferma il più possibile. Ecco perché avevano dato il loro carretto che Jungwoo stava tirando in quel momento, con lei e tutte le provviste sopra. Credeva onestamente che il ragazzo si sarebbe stancato dopo solo una mezzora, ma continuò così per altre ore, finché non si fece notte.

"Dobbiamo accamparci qui. È troppo pericoloso avanzare con l'oscurità."

Si fermò accanto ad un tronco con vari alberi a circondarli, così che non fossero troppo visibili ad altri viaggiatori o possibili nemici. Raccolse un po' di legna e dopo qualche minuto riuscì ad accendere un piccolo fuoco, abbastanza grande per poter cucinare le provviste portate.

Miya era ancora dentro al carretto, sdraiata e immobile, sia per il dolore sia perché non doveva muoversi a prescindere. Jungwoo sembrò ricordarsi di lei quando ormai il cibo sul fuoco era pronto e l'acqua stava bollendo. Fu insicuro sul da farsi; cercò di ignorare il fatto che la sua stessa mente gli stesse dicendo di aiutarla ad alzarsi per mangiare. Il suo orgoglio era grande, ma non quanto la sua bontà.

Cercando di rimanere il più indifferente possibile, si avvicinò al suo lato del carro e un po' esitante la prese leggermente per le spalle e provò ad alzarla per metterla a sedere.

"Ahi! Avvertimi prima di muovermi!" Esclamò Miya per poi pressarsi una mano sull'addome, dove sembrava che la ferita stesse ricominciando a sanguinare.

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora