μθ. Άπόρρητοι τοῦ Σκότου

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Segreti delle Tenebre

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Segreti delle Tenebre

Le parve che fosse passato un singolo istante quando riaprì gli occhi, per ritrovarsi nell'oscurità totale. Non ebbe nemmeno modo di capire dove si trovasse che il suo corpo venne colpito da forti fitte di dolore.
La dea mugugnò per la sorpresa e si portò una mano alla testa, solo che nel movimento percepì la lisce e fredde linee di un materiale che circondava il suo torso. "Per Ade..."

"Ti sconsiglio di pronunciare il suo nome, nella tua posizione attuale."

Ella scattò a sedere, sentendo le catene premere le sue bianche ali contro la schiena nuda, e alzò il capo per incontrare uno sguardo che aveva quasi dimenticato. Il suo viso si tramutò in un cipiglio inorridito e istintivamente si ritirò nell'oscurità della sua piccola cella.

"Anche io sono felice di rivederti, Victoria." Disse il guerriero del Trio Infernale, mostrando un ghigno divertito tra le barre delle prigioni.

"Tu... Dovresti essere morto."

"Le parole sono sempre state il tuo forte."

Victoria rabbrividì alla sua voce che gocciolava di pura ironia. Le sembrava di essere tornata indietro di venti anni, quando ancora si allenava al Campo Mezzosangue. Ma non volle farsi prendere dai ricordi e dalla mancanza di quei tempi, e invece si guardò attorno, per poi fare una constatazione che temeva. "Sono le celle dell'Ade..."

"Esattamente, donna."

"Silenzio!"

Dovette prendere un lungo sospiro per calmare i nervi; stava provando troppe emozioni contemporaneamente e stava perdendo il controllo. In una situazione del genere, specialmente in presenza di un figlio di Ares del genere, doveva essere calma e riflessiva.

Perciò, lanciando un ultimo sguardo di inorridimento e sconcerto, strisciò verso l'angolo più buio della sua piccola cella, lontana da ogni possibile anima malvagia.

❈❈❈

Victoria non passava un singolo giorno in pace. Vi era sempre qualcuno, nelle celle accanto o davanti alle sue sbarre, che provava a stuzzicarla e ad irarla per puro divertimento. Purtroppo per loro, però, nessuno ci riusciva.
Tranne quel Figlio di Ares, ovviamente.

"Come hai dormito, Victoria?"

"Fa' silenzio." Esclamò la dea dal suo angolo buio, sapendo che egli fosse consapevole che non chiudesse occhio da giorni. "Se apri un'altra volta quel lerciume di bocca che ti ritrovi, giuro che piego le sbarre e ti uccido."

"Come dici te..." Mormorò l'uomo alzando le mani in segno di resa, ma non provò nemmeno a nascondere il ghigno divertito sulle sue labbra. "Ricorda solo di non fare giuramenti che non puoi mantenere."

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora