μγ. Αἱ Ἀμαζόνες

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Le Amazzoni

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Le Amazzoni

La natura guerriera delle amazzoni, a differenza di quel che si pensava, non impediva loro di essere cordiali e ospitali. Dopo aver riposto le armi, infatti, avevano accompagnato i quattro nella sala principale dell'antico palazzo di Temiscira, adornata da colonne mastodontiche in marmo bianco e bassorilievi in pietra colorata.
L'ambiente era spoglio di arredamento, tranne che per dei tappeti in lana con motivi e sfumature orientalizzanti, che le donne offrirono ai quattro componenti dell'Esercito per sedersi sul pavimento marmoreo.
Sul lato opposto all'entrata era presente un grande podio scalinato con sopra un simil trono in oro e smeraldi. Però, al contrario di come i semidei avevano pensato, la regina prese un tappeto per sé e si sedette con loro.

"La tragica notizia della morte della Vittoria ha portato grande sconforto al mio popolo. Dopo tutto, lei era la nostra protettrice..."

"L'Esercito Terreno vi porge le sue più sentite condoglianze." Disse Wendy con un sincero rispetto dovuto alla sua cordialità. "Ma, mi permetta, non era Ares il vostro protettore?"

La donna, Fatou, fece un mezzo sorriso di comprensione, e accettò di rispondere di buon grado. "Lo era per le antiche amazzoni, ma il nostro popolo è totalmente distaccato da quella divinità che chiameremmo, normalmente, Padre."

"Cosa...? Le amazzoni non sono alleate di Ares?"

"No, nobile Figlia di Zeus. Io ho deciso di rifondare Temiscira per tutte le figlie di Ares che, come me, non sono state accettate nella sua dimora."

I guerrieri dell'Esercito Terreno si guardarono fra loro con espressioni confuse e sorprese, e si girarono ad osservare Rui, l'unica ad aver capito le sue parole. "Vedete..." Cominciò la semidea dopo aver respirato profondamente. "Ares non apprezza tutti i suoi discendenti, in particolare le sue figlie. Alla nascita ci accoglie tutti nella sua dimora in Tracia, ma poche riescono a superare i suoi allenamenti esaustivi. Vuole solo il meglio, e disereda tutte le bambine che non considera al pari di un guerriero."

"Ecco perché eravate così poche..." Mormorò Mark pensieroso e piuttosto afflitto da quella scoperta, come lo erano anche Wendy e Magdalene, la quale non aveva mai udito nessun accenno a tale questione nei suoi mesi con Yuta.

"È vero. Ares, al contrario di tutte le altre divinità, è rimasto nella sua antica realtà misogina e vede le donne con una sola utilità: produrre una discendenza. Da questo punto di vista ci riteniamo fortunate ad essere state cacciate. Qua, a Temiscira, le donne sono guerriere e madri, padrone del proprio destino."

"Sono parole veramente ammirevoli, eroica regina delle amazzoni." Disse Wendy abbassando il capo in segno di rispetto, ma sentì una mano appoggiarsi sulla propria spalla. "So che è anche quel che auspichi per il tuo regno, Figlia di Zeus. Un mondo di uguaglianza e unità."

L'Esercito Terreno rimase sbalordito per l'ennesima volta, in quanto la sperata incoronazione di Wendy era rimasta una discussione privata e bisbigliata all'interno delle loro riunioni; aspettavano solo il ritorno di Victoria per decidere il piano e per l'approvazione del suo consorte. Il fatto che Fatou, regina di una popolazione sperduta e slegata dalla realtà divina, fosse a conoscenza di quelle informazioni sensibili non faceva sperare in troppo di buono.

"Non vi allarmate. Non è un argomento di dominio pubblico. Nike ci aveva semplicemente avvisate dei vostri piani, qualora vinceste la guerra." Continuò la regina sorridendo tristemente ai quattro, in quanto l'annuncio della divinità scomparsa era ancora troppo fresco. "E le amazzoni sarebbero entusiaste di unirsi a voi, come vostre degne alleate."

"Per questo, nobile regina Fatou, non possiamo far altro che ringraziarvi sinceramente."

"Però, non siamo tanto libere politicamente come lo siamo nella nostra comunità..." Fece la donna di colore, lasciando l'Esercito perplesso prima di proseguire. "Abbiamo vari alleati, la cui maggior parte ci seguirebbe volentieri in guerra al vostro fianco. L'unico, e anche il più, forte, è un antico nemico degli elleni e dei vostri padri."

"Stiamo parlando di un altro popolo antico?" Disse Magdalene con sospetto e curiosità, ricordando bene le ultime parole di Nike. "Esattamente. E credo che tu, Figlia di Atena e Poseidone, abbia già in mente chi possa essere."

La dea osservò prima la regina, che con lo sguardo le stava intimando a parlare, e poi i suoi compagni che erano ancora all'oscuro di tutto. "Suppongo... che sia l'antica Troia."

❈❈❈

L'Ade era in sobbuglio. I capi avevano ritirato tutte le Truppe dal suolo mortale e il palazzo oramai era affollato; sale intere adibite alla cura dei malati, dei bambini e delle madri in gravidanza, costituite purtroppo da troppo poco personale qualificato. Molti uomini erano periti, o rimasti gravemente feriti, mentre le donne erano continuamente occupate a far nascere e crescere la nuova progenie divina che avrebbe sostituito le vittime nelle loro file.
Intanto, le celle straripavano di disertori, prigionieri di guerra e divinità. E Victoria era una di quelle.

"Fatemi uscire!" Gridò la dea a gran voce, animando ulteriormente i già rumorosi prigionieri. Eppure, la sua voce arrivava comunque più forte di tutte, sù verso le sale del palazzo di Ade. "Fatemi uscire o giuro di massacrarvi tutti!"

"Fa' silenzio."

Victoria osservò con odio puro l'Incappucciato apparso davanti a lei, il volto oscurato dal panneggio sopra al capo ma non abbastanza da nascondere i tratti del suo volto ben conosciuti da lei. "Fai solo esaltare gli altri prigionieri. Non vorrai mica essere punita di nuovo, mh?"

Ella non rispose, ma il suo viso mutato dalla collera bastò per farlo ghignare divertito. "Guardati... La futura dea della Vittoria in una gabbia, con le ali incatenate..."

Victoria si spinse con forza contro le sbarre, tanto da produrre un gran fracasso quando entrarono a contatto con il metallo delle catene attorno al busto. Si sporse con una mano oltre la cella ed afferrò il mantello del suo aguzzino, portandolo dritto davanti al suo viso. "Non farmi giurare delle gesta che, sai bene, sarei capace di compiere."

"Non avresti successo." Sbuffò l'uomo guardandola dritta negli occhi, vedendo la verità dentro di lei. "Non riesci nemmeno a giurare."

"Quanto ti odio..."

Il figlio di Ares sorrise semplicemente, sapendo bene di non poter continuare la sua frase in quel luogo affollato. La presa sul suo mantello si alleggerì, ma egli non si allontanò dal corpo di Victoria, diviso dal suo dalle sbarre.

"Abbi pazienza, Victoria. Presto tutto questo finirà."

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Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora