νγ. Άντίκρουσεις

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Ripercussioni

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Ripercussioni

"Yesung mi ha portata in salvo. Gli devo la vita."

"Gli dobbiamo la vita." La corresse Wendy, con una mano sulla spalla di Victoria in segno di conforto, e il resto dell'Esercito annuì a quelle parole, fatta eccezione per Sicheng.

"Dove si trova adesso? Perché non ti ha portato di persona?" Chiese invece quest'ultimo, diffidente all'idea che quel semidio potesse in verità avere un buon animo. "Dovrebbe rendere nota la sua nuova associazione all'Esercito Terreno. Perché non ti ha protetta fino alle porte del quartier generale?"

Nonostante il tono sfrontato di Sicheng, anche gli altri guerrieri si chiesero il motivo della sua assenza e aspettarono una risposta da Victoria, che non arrivò mai. La dea riprese a guardare il vuoto, proprio come appena arrivata, e poco dopo ricominciò piangere ininterrottamente. Renjun, Magdalene e Wendy si adoperarono per riportarla nella sua stanza e farla riposare quanto necessario, e pochi minuti dopo anche molti altri semidei tornarono nelle proprie stanze, spossati dal lungo racconto di Victoria.

Gli unici che rimasero nel soggiorno furono Sicheng, Haechan, Rui e Miya. Il primo era assai occupato nel riflettere su tutta quella situazione, mentre le due sorelle erano angosciate per la sorte del fratello maggiore. Il più giovane, invece, poteva sentire l'odore di una lite.

"Niente di tutto questo torna. Lui è uno del Trio Infernale!" Esclamò Sicheng con evidente apprensione, ma le figlie di Ares gli si rivolsero indispettite. "Non parlare di cose che non sai. Victoria ha vissuto tutto questo."

"Potrebbe essere stata manipolata. D'altronde, la vostra gente è esperta in materia."

"Scusaci?!"

Rui e Miya erano saltate in piedi e guardavano minacciose Sicheng, il quale però torreggiava su entrambe senza problemi. Haechan si spaventò, ma rimase seduto ad osservare la scena.

"Dovresti vergognarti di quello che dici. Yesung è stata l'unica occasione per Victoria!" Esclamò Miya per poi puntare un dito contro il ragazzo con fare accusatorio. "Se vinceremo questa fottuta guerra, sarà solo merito suo. E tu gli dovrai portare il dovuto rispetto!"

Detto ciò, la figlia di Ares uscì dalla stanza, con passi strascicati ma decisi e rumorosi per l'ira. Haechan la guardò andarsene e riportò poi lo sguardo davanti a sé per capire se la lite potesse proseguire. Rui continuò ad osservare Sicheng con stizza e disappunto, ma non aggiunse altro. D'altronde, né lui, né sua sorella e tutti gli altri guerrieri dell'Esercito Terreno sapevano dei piani segreti di Yesung. Se la guerra l'avessero vinta, sarebbe stato veramente merito suo e della sua genialità.

❈❈❈

Il palazzo dell'Ade non era mai stato così silenzioso. Era come se tutte le anime presenti fossero scomparse, e in parte era vero.
Ade, dopo aver saputo della defezione di Yesung da parte di molti testimoni oculari e di Donghae in prima persona, sparse metà delle sue Truppe per tutta la Grecia e comandò loro di non tornare finché non avessero preso o ucciso il traditore.

Quella era la terza notte che Yuta passava sveglio, ad osservare dalla sua torre le porte dell'Oltretomba, aspettandosi da un momento all'altro l'arrivo di anche un solo Incappucciato; sarebbe stato segno della morte di Yesung.

Nello scompiglio iniziale Yuta era riuscito a rovistare nella stanza del fratello e a trovare i suoi possedimenti più importanti. Aveva recuperato il suo mantello, la sua armatura, i pugnali e un diario logorato. Sapeva che lo avesse lasciato solo per lui, lo poteva percepire solo toccando la ruvida copertina di pelle. Eppure, lo aveva chiuso nel cassetto del suo comodino e si era rifiutato di leggerlo.

La porta della sua stanza si aprì improvvisamente, per poi richiudersi poco dopo. Qualcuno era appena entrato, ma Yuta non ebbe bisogno di girarsi per capire chi fosse; dai movimenti scattanti e il passo pesante, non poteva che trattarsi di Eunhyuck.

"Yuta, come stai?"

Egli era figlio di Eris, perciò fratellastro di Yuta, ma era più conosciuto per la sua forte amicizia con Donghae. Il loro incontro gli aveva salvato la vita, Yuta credeva, poiché Eunhyuck non sarebbe mai potuto sopravvivere in una battaglia. A differenza di molti altri figli di Eris non aveva ereditato alcuna capacità divina, se non abbastanza magia per delle burle, e anche dalla parte umana non aveva ricevuto nulla se non la goffagine.

Yuta nemmeno aveva idea di come Donghae potesse anche solo stargli accanto, ma gli era raggiunta voce che i due addirittura condividevano la stanza il più delle volte. Forse, per il bel figlio di Afrodite Eunhyuck era la parte più intima di sé.

"Non è tornato nessuno. Significa che Yesung è ancora in vita!" Esclamò con gioia Eunhyuck, ignorando il fatto che il fratello non gli aveva risposto. Ma a quella frase, Yuta sospirò. "Non per molto. Non può scappare in eterno, quando l'Ade lo può rintracciare facilmente. Sospetto però che la figlia di Nike sia tornata dal suo amato Esercito."

"Perché quella nota di amarezza?"

Ma Yuta non rispose. Non avrebbe mai potuto dire a qualcuno, specialmente ad un pettegolo come Eunhyuck, che odiava come quei guerrieri fossero fin troppo devoti al loro Esercito. Così devoti, da addirittura abbandonare i cari e gli amati.

"Senti, so che sei triste. Tu non mostri mai le tue emozioni ma so che il tradimento di Yesung ti abbia colpito molto. Nessuno lo poteva sospettare." Cominciò Eunhyuck con comprensione, affiancandosi al minore per guardarlo in volto. "E so che tu e Yesung eravate molto legati... Ma, se hai bisogno di qualunque cosa, io ci sono. Posso farti da fratello."

Con le sopracciglia aggrottate, Yuta si girò ad osservare sorpreso e colpito Eunhyuck, che gli sorrise a trentadue denti. Si chiese, per la prima volta da quando lo conosceva, se fosse effettivamente un idiota imbranato il cui unico talento era far ridere la gente. Ma decise di non rispondersi, per il momento, poiché avrebbe significato che il ragazzo aveva capito tutto di Yuta fin dall'inizio.

"Me lo dai un abbraccio?" Chiese Eunhyuck alzando le braccia, e sapendo che l'altro non gli avrebbe mai risposto positivamente si fiondò su di lui e lo abbracciò con forza.

Yuta non ricambiò il gesto affettuoso, ma per un poco il suo animo si alleggerì.

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Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora