νδ. Ή Κακοῦργος Βασίλεια

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La Regina Cattiva

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La Regina Cattiva

In quella giornata di marzo, il Sole era luminoso sopra l'antica città di Cartagine. Il misterioso ospite, di cui si vociferavano le origini divine, si stava godendo un bagno caldo e rigenerante nella vasca della sua stanza privata. La finestra della sua camera era aperta, lasciando entrare il cinguettio degli uccelli e il primo vento primaverile.

Aveva passato un mese e mezzo a Cartagine, sotto la protezione della regina reggente Elissa, che fin da subito lo trattò ben più cordialmente di un semplice ospite straniero. Gli aveva assegnato una delle camere regali, a sei stanze di distanza da quella dei suffeti regnanti; consumava i pasti come se fosse un amico e confidente di lei e sedeva più vicino alla regina di quanto avrebbe dovuto, secondo le regole e i costumi; ella era anche solita invitarlo a passeggiare tra la strade, i giardini o anche i campi florenti del suo regno, deliziandolo con chiacchierate che duravano ore.

I consiglieri e magistrati della regina non parevano troppo contenti da questo suo comportamento sfrontato e incurante, tanto che spesso rimandava ai suoi compiti pur di avere la compagnia di Jaehyun. E il ragazzo, sebbene colpito dalla natura forte e bonaria di Elissa, era rimasto confuso dalla sua negligenza nei confronti del regno.

Perciò, in quella mattina soleggiata, non rimase sorpreso quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza.

"Signore, la Regina richiede la sua presenza nella sala delle udienze." Fece la voce di una serva dall'altra parte, e Jaehyun rispose che si sarebbe presentato il prima possibile.

Così, uscì dalla vasca da bagno, si asciugò bene il corpo ma lasciò umidi i capelli, e si coprì con le vesti che la regina Elissa gli aveva lasciato nell'armadio; dei pantaloni morbidi, una camicia di lino e dei semplici sandali punici. Uscì dalla sua stanza e si diresse verso l'ala principale del palazzo, dove erano presenti le sale adibite ad incontri e feste cerimoniali.

Fece la sua entrata nella sala delle udienze dalla porta al lato, dedicata per l'appunto ai magistrati, i consiglieri, ai funzionari e alle guardie reali; in quel modo chi entrava si ritrovava immediatamente accanto alla regina. E Jaehyun, senza dar poco conto alla massa di persone chine sulle proprie gambe, si avvicinò a Elissa.

"Mia regina, mi avete chiamato?" Chiese con tono pacato, facendo un breve inchino quando ella si girò a guardarlo, seguita a ruota dalla sua guardia Yeri. "Sì, mio caro ospite. Questi stranieri si proclamano guerrieri e tuoi compagni d'arme."

Jaehyun spalancò gli occhi e non si degnò nemmeno di rispondere alla regina, che si girò ad osservare bene le figure inginocchiate e riconobbe l'istante dopo la sua famiglia.

"È così." Affermò una voce autorevole e potente, e una figura nelle ultime file si alzò. "Noi siamo l'Esercito Terreno."

La comandante avanzò e si ritrovò davanti a Elissa e a Jaehyun, l'una sorpresa dal suo atteggiamento e dall'aura surreale, e l'altro che non credeva ai propri occhi.

Χαρμολύπη - Una Libertà InibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora