Capitolo 34

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Pietro era rimasto sull'uscio della porta. Emma stava già nel suo letto, a dormire beata, mentre lui non riusciva ancora ad entrare in quella camera. C'era il suo letto, che Adrien e Marinette gli avevano permesso di scegliere senza problemi, ma lui... era come bloccato, in un certo senso.

«... Non hai sonno?»

Il piccolo si voltò verso le proprie spalle, finendo per sorridere quando incrociò quegli occhi azzurri che tanto sapevano di casa.

«Sì, ma... io...»
«Avevi detto che eri pronto a dormire da solo. Hai detto una bugia a me e Adrien perché non volevi più disturbarci?» chiese poi lei, sorridendo sotto i baffi al vedere il piccolo sgranare gli occhi e poi distogliere lo sguardo: «Pietro, qui non disturbi nessuno...»
«... Mh...»

Marinette vide il piccolo tenere lo sguardo fisso a terra, come se avesse appena fatto un disastro per casa e lei lo stesse riprendendo. Forse si sentiva ancora in difetto e, anche solo questo, la intristiva non poco.

«... Pietro?»
«Eh?»
«Puoi venire con me un attimo?»
«... Mh» annuì poi lui, afferrando la mano di lei quando gliela porse.

Il piccolo non aveva ancora mai accettato un vero proprio aiuto per scendere o salire le scale. Diceva sempre che voleva fare da solo e ormai ci riusciva senza più tanti problemi, seppur tutti loro non staccassero mai dagli occhi da lui. Marinette per prima, ogni tanto aveva l'impulso di chiederlo, ma aveva smesso al vedere quanto, seppur come cosa banale, era importante per Pietro.

«Ma-» si bloccò subito, serrando la bocca non appena si rese conto di come la stava per chiamare: «... Marinette?»
«... Sì, Pietro?» chiese lei, rimanendo ferma ai piedi delle scale mentre lui scendeva l'ultimo gradino.

«... Ma davvero devo conoscere i no... nonni...?»
«Perché? Non vuoi?»
«N-no, io...» tentò di spiegare il piccolo, mentre si avviava insieme a lei verso la camera sua e di Adrien: «... Ho paura.»
«Come mai?»
«No-non lo so...» rispose lui con una smorfia e lo sguardo sempre rivolto a terra.

Marinette, quando arrivarono praticamente di fronte alla porta, arrestò il passo, confondendo il bambino. Lei si inginocchiò di fronte a lui e poi gli prese delicatamente il viso tra le mani, ridacchiando al vederlo rabbrividire al contatto con la sua fede. Rimase a guardarlo negli occhi diversi secondi e poi gli spostò uno dei ciuffi dietro l'orecchio, accarezzandogli anche il viso.

«Tesoro, dimmi la verità. Perché hai paura?»
«I-io non...»
«Pensi che ti odieranno?» chiese ancora lei, addolcendo il sorriso al vederlo prima aprire la bocca e poi serrarla di nuovo: «Perché dovrebbero?»
«Perché... io sono...»
«... Perché sei adottato e la tua gamba destra fa i capricci?»
«... Mh...» annuì lui in risposta, stringendo gli occhi e tirando anche su con il naso: «... Io non...» singhiozzò lui con gli occhi lucidi, sentendo la mano della donna passare tra i suoi capelli.

«Tesoro, noi ti accettiamo per come sei.»
«Ma loro non-»
«Fai parte della famiglia.» gli ricordò la donna, anche lei con gli occhi lucidi e un sorriso dolce: «Noi ti proteggeremo sempre. Forse per gli altri sarà difficile capire subito, ma non permetteremo a nessuno di farti male... Credimi, piccolino.»
«... Mh» annuì poi lui, tirando ancora una volta su con il naso.

«Essere un Agreste significa trovarsi sotto i riflettori, purtroppo. Ma fidati di me, non permetteremo a nessuno di farti del male...»
«... Davvero?» chiese poi lui, rialzando finalmente lo sguardo.

«Davvero.» ripeté lei, ridacchiando al vederlo porgerle il mignolino: «Te lo prometto.»
«Croix de bois, croix de fer...»
«... Si je mens, je vais en enfer.» concluse lei, ridacchiando nuovamente al vederlo sorridere: «Adesso mi credi?»
«Mh...» mugugnò lui nel tentativo di sembrare ancora dubbioso, ridacchiando poi insieme a lei.

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora