Capitolo 18

371 20 14
                                    

Si era infilato sotto le coperte subito dopo aver indossato il pigiama. Sua madre gli aveva dato il bacio della buonanotte e poi era uscita dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Quella cena alla villa del signor Agreste gli era piaciuta, molto più di quanto si aspettasse, soprattutto perché aveva conosciuto Emma, una ragazzina tanto particolare quanto... Fantastica.
Il suo papà gli aveva sempre detto che, nella sua famiglia, il colpo di fulmine non era esattamente così raro come dicevano, però molto spesso era l'intelligenza del soggetto ad influenzare il tutto. E aveva considerato lui fortunato, perché aveva ereditato quella di sua madre, anche se suo padre non era esattamente stupido, ma semplicemente distratto.

«Mi dispiace per papà, prima di trovare la felicità ha dovuto superare tante cose brutte...» sussurrò sdraiato a pancia in su sul letto, avvolto dalle coperte.

«Sai come dicono: "dal passato puoi scappare, oppure imparare qualcosa".»

Roméo spalancò gli occhi e alzò lo sguardo verso l'alto, ritrovandosi a poca distanza due occhi verdi smeraldo, che sembravano come risplendere quella sera.

«... Emma» la chiamò per nome con un immenso sorriso, che lei ricambiò quasi subito: «Cosa ci fai qui? Non eri tornata a casa tua dopo cena?» le chiese dopo essersi messo seduto sul letto, guardando lei scendere lentamente per fare lo stesso.

«Sì, sono tornata a casa, però non avevo sonno... Così sono venuta qui»
«Come mai sei venuta qui? Io quando non riesco a dormire vado da mamma e papà»
«Perché... Mi sono divertita con te» gli rispose mantenendo il sorriso, notando le guance di Roméo colorarsi di un leggero rosa, anche al buio: «E... Mi chiedevo se ti andasse di fare un giro.»
«U-un... Un giro? Adesso? Ma è tardi, mamma non vuole che resto alzato...» le rispose leggermente spaventato per la reazione che avrebbe sicuramente avuto sua madre.

«Un giro veloce, non lo scoprirà nessuno» cercò di tranquillizzarlo lei con un mezzo sorriso, senza però ottenere chissà quale risultato: «Ti prego...» aggiunse poi con le mani unite e i tipici occhi da gattina.

Roméo arrossì quasi completamente in viso e abbassò lo sguardo sul lenzuolo, ripetendosi mentalmente che era sbagliato disobbedire ai suoi genitori, però... Non riusciva proprio a dirle di no.

«O-ok...» balbettò in un sussurro qualche secondo dopo, alzando di scatto lo sguardo non appena notò Emma alzarsi: «Ehi... Dove vai?» le chiese a bassa voce, gattonando sul letto mentre lei si avvicinava alla finestra.

La vide girare il viso nella sua direzione e, per merito di quel leggero vento che soffiava quella sera, i capelli di lei continuarono ad accarezzarle il viso. Roméo avrebbe potuto affermare con sicurezza che il suo cuore aveva saltato un battito.

«Non credevi mica di uscire dalla porta, vero?»
«Ma non... È pericoloso?» balbettò lui mentre scendeva dal letto e si stringeva le mani per tenerle ferme.

Non appena si avvicinò abbastanza ad Emma, fu lei a prenderlo per mano, senza che lui facesse chissà quale resistenza. Resistere a cosa poi? Controllava a fatica il suo stesso corpo.

«Ma... Dov'è che andiamo...?»
«Non c'è una vera e propria meta, ci lasciamo trasportare dall'aria parigina.»
«... Che cosa vuoi dir-? AAAAAAAHH!!» urlò lui quando si ritrovò con i piedi staccati da terra, al momento troppo spaventato per badare al resto.

Chiuse gli occhi e decise di non aprirli più, seppur non stesse cadendo di sotto alla velocità di un meteorite, ma era stretto forte a qualcuno, che sembrava non voler mettergli affatto fretta.

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora