Capitolo 32

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Il sonno lo stava tenendo prigioniero da tutta la notte, non aveva nemmeno sognato. Come se si trovasse in una qualsiasi meditazione, si sentiva in pace con se stesso, senza dolori provenienti dal proprio corpo o altri problemi a disturbarlo. Ma, come al solito, quella pace non era destinata a durare a lungo.

«Lou! Loou!»
«AH!»

Aveva alzato il busto subito dopo aver ricevuto una specie di botta dritta allo stomaco, ma non era stato nessuno a tirarglielo, semplicemente Yyume gli era saltato addosso e adesso lo stava guardando dritto negli occhi.

«... Cosa...? Che c'è?»
«Eh... Ah, ma'!» cercò di spiegargli lui, gesticolando anche male con le sue manine.

Louis non stava riuscendo a capire mezza parola. Aveva un mal di testa assurdo, i rimasugli del sonno e nemmeno la vista stava esattamente collaborando. Riuscire a capire, quello che Yyume stava cercando di dirgli, con aggiunto pure il suo vocabolario limitato dalla sua "giovane età"... A quel punto sarebbe stato più semplice un triplo salto mortale all'indietro.

«... Non ho capito niente... Scusami...»
«Vuoi un tè, ragazzo mio?» gli domandò il signor Fu, comparso dal nulla, dal punto di vista del biondo.

«... Mi fa male la testa...»
«... Non penso proprio tu possa andare a lavoro, ridotto così.»
«No, io... ce la faccio» fu la risposta di Louis, non così sicura, traballante, che precedette il suo tentare di alzarsi dal letto, con evidente rifiuto della parte inferiore del corpo.

«Figliolo, non riesci neanche a muoverti...»
«Ma io devo-»
«Io non vi ho mai obbligato a fare niente. Apprezzo l'aiuto che stai cercando di darmi, ma ragazzo, hai praticamente un sesto della mia età e sembri ridotto molto peggio di me. Capirai anche tu che non hai una bella cera...»
«Ahhh...»

Il ragazzo poi si lasciò andare all'indietro, rimanendo poi in silenzio prima di coprirsi il volto con le mani.

«... Non sopravviverò...»
«... Vado a prepararti il tè allora» commentò Fu, con sempre le mani dietro la schiena, prima di uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Louis si passò le dita anche tra i capelli: era debole. Non si era mai sentito così in tutta la sua vita, non poteva autodefinirsi in nessun altro modo.

«Lou... Lou!»
«... Yyume, scusa, ma... non ti capisco...» cercò di dirgli con la voce rotta, ormai sul punto di crollare di nuovo.

«Ma-Ma'!»
«... Mamma?» arrivò a collegare il biondo finalmente, alzando appena una mano in quel momento.

Il piccolo rosso di capelli annuì, con quella che non era esattamente una bella espressione. Gli ci volle qualche secondo per ricollegare il tutto, e allora sgranò di netto gli occhi, tirando su il busto per poterlo guardare in faccia.

«Hai visto qualcosa?»
«Mh» annuì lui, sempre con una specie di musetto.

«... Non cose tanto belle, vero?»
«... Gno.»
«Ahhh... Purtroppo me lo immaginavo...»
«Mh...»
«... Tu puoi aiutarla, no?»
«Ehh... Ti.»
«E allora fai il possibile. Si tratta della tua mamma, non penso che ti basti solo questo, vero?»
«... Mh.»
«... Facciamo una cosa.» gli propose poi, prima di allungargli la mano con il dito indice proteso nella sua direzione: «Risolviamo i problemi di questa Tikki e poi... vorrei provare una cosa.»
«Eh?»
«Tu sei il kwami della realtà, no?»
«Mh.»
«... Portare avanti il tempo... Ti è possibile?»

Yyume, a quella precisa domanda, dischiuse la bocca senza emettere un fiato. Era un kwami giovane, solamente durante quel mese, dal giorno in cui aveva messo zampa in casa Agreste, aveva subìto più cambiamenti che in tutti i suoi precedenti diciotto anni di vita. Quella possibilità, appena tirata fuori da Louis, non sapeva esattamente se fosse o meno tra le sue possibilità, ma non aveva idea di come provare a farlo senza... destare troppi sospetti.

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora