Capitolo 42

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Quel viaggio in macchina se l'era immaginato molto più lungo. Non che la villa dei Diaz non fosse lontana dal condominio dove vivevano i Trivelli, ma l'uomo si era talmente lasciato andare alla chiacchiera, che l'aveva intrattenuta per tutto il viaggio. A differenza di Estella, però, molte volte si era rivolto a lei, e aveva tranquillamente accettato quei semplici versi che ancora erano l'unica cosa capace di emettere. Era una persona molto prolissa, gli piaceva conversare e, soprattutto, far sì che nessuno si sentisse escluso.
Arrivati nel parcheggio dei residenti, André, seppur non fosse chissà quale sollevatore di pesi, si era ugualmente preoccupato di tirarle fuori la valigia dal portabagagli e di prenderla per il manico così da trascinarla fino all'androne.

«Ahhh... Menomale che c'è l'ascensore...» aveva poi borbottato tra i respiri.

Alice aveva ridacchiato alle sue parole. Era rimasta poi a guardarlo chiamare l'ascensore e appoggiarsi con la schiena al muro lì accanto. Il loro appartamento si trovava al quarto piano e, secondo il suo modesto parere, visto quanto André si era sforzato per far fare una decina di metri alla sua valigia, non sarebbe mai sopravvissuto alle scale.
Non appena le porte si aprirono, fu lei a riprendere il suo stesso bagaglio, che trascinò all'interno dell'ascensore senza troppi problemi. Lui la raggiunse dopo aver ripreso un altro paio di respiri e poi selezionò il numero del piano.

«... Ehm». Alice si voltò a guardarlo. Si era appena portato una mano al viso e stava cercando di asciugarsi il sudore: «Ci... abbiamo messo un po' di tempo perché dovevamo, ovviamente, sistemare la tua camera in qualche modo. Ne abbiamo tre e Roméo e Daisy hanno sempre condiviso la loro, così come me e Rebecca. Pensavamo... di utilizzare quella in più in futuro, per quando entrambi avrebbero avuto bisogno dei loro spazi, ma... a quanto pare era lì per un altro motivo.»

Era rimasta ad ascoltarlo e non aveva potuto fare a meno di sorridere.

«... Gra-gra-»
«Non c'è bisogno che rispondi, davvero. Non voglio forzarti a farlo...» le ricordò, con gli occhi sgranati, non appena le porte si aprirono.

«Gra-zie» finì comunque di dirgli lei, sorridendo al vederlo sospirare.

«Ok... Adesso, non so se quei due sono pronti a un agguato, così come fanno con me. Io e Rebecca li abbiamo quasi implorati di fare i bravi, ma sono bambini...» arrivò a scusarsi lui, mentre insieme si avviavano in direzione dell'appartamento numero quattordici.

Agli occhi di lei era evidente il fatto che il panico stesse prendendo completamente possesso di André. Stava cercando di fare tutto nel miglior modo possibile, non voleva che niente arrivasse a crearle problemi, ma, in verità, sarebbe dovuta essere lei quella nervosa e preoccupata di rovinare tutto.

«Ahhh... Scusami» disse poi, prima di passarsi entrambe le mani sul viso e poi scuotere la testa.

Lei negò il disturbo con il capo. Rimase al suo fianco e André mise mano alle chiavi per aprire, assicurandosi prima di controllare se le due pesti si fossero appostate lì dietro. Fatto questo, fece segno a lei di poter entrare e la seguì, premurandosi poi di chiudere il portone.

«Siamo a casa...»
«Bentornato.» gli rispose subito Rebecca, appena comparsa dalla cucina: «... E benvenuta a te» aggiunse poi, quando le arrivò di fronte.

Alice le sorrise imbarazzata. Fece appena il gesto di porgerle la mano e poco dopo se la ritrovò stretta da entrambe le sue. Alzò subito lo sguardo, confusa, ma richiuse lentamente la bocca non appena incrociò i suoi occhi.

«Siamo davvero felici di averti qui...»
«... I-io...»
«Aliceee!» sentirono chiamare dal corridoio, proprio un attimo prima che Daisy affiancasse la madre: «Ciao!»
«... C-Ci-... Cia-o.»
«Ti ricordi di me e la mamma?» le chiese, con l'indice puntato contro. La vide annuire un paio di volte e allora sorrise a bocca aperta: «Davvero?!»
«Ehm, ciao...» salutò qualcun altro, che si rivelò essere un bambino dai capelli marroni e gli occhi tendenti al verde, il quale aveva appena affiancato la sorellina: «Io... sono Roméo» si presentò poi, allungandole anche lui la mano non appena sua madre lasciò la sua.

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora