Capitolo 11

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«Come mai il nonno ha chiesto a papà se potevo andare da lui?»
«Ti ricordi che poco tempo fa ha licenziato uno dei suoi parrucchieri?»
«Sì... Papà mi ha anche detto che non gli stava troppo simpatico, il nonno forse si è accorto della cosa dopo diverso tempo... Ma che cosa c'entra?»
«Gabriel è venuto a conoscenza di un parrucchiere abbastanza famoso, non ha perso tempo e l'ha contattato, sai com'è fatto. Non è il tipo da dire in giro che ha un posto vagante... Lo sai, no?»
«Sì... Ma allora perché è andato spedito verso questo parrucchiere che nemmeno conosceva?»
«Diciamo che è stato abbastanza bravo da cogliere l'attenzione di tuo nonno, appunto per questo adesso è a casa sua a fare un colloquio.»
«E perché mi ha chiesto di andare da lui?» chiese Zoe ancora confusa, non essendo riuscita a capire il motivo di quella chiamata da parte di suo nonno.

«Penso che questo lo capirai quando arriveremo da lui.» le rispose rivolgendole un sorriso.

Zoe annuì e si rimise composta sul sedile, recuperò la penna dall'album e si decise a riaprirlo, per controllare cosa fosse venuto fuori da tutte quelle linee casuali che aveva tirato.

«L'hai visto per forse due secondi, prima di rivederlo all'entrata dell'ospedale, eppure qui lo hai disegnato benissimo...»
«Come sua madre: quando memorizza certe cose è uno scherzo riprodurle su carta. Hai fatto un ottimo lavoro Zoe, davvero.» si complimentò con lei Tikki, alla quale si aggiunse Plagg dopo che avesse dato un'ulteriore occhiata al disegno.

«A me non sembra così eccezionale...»
«Adesso sì che mi ricordi tua madre.» aggiunse Tikki causando una forte risata a Plagg.

«Zoe, siamo arrivati» le comunicò Nathalie, sgranando poi gli occhi quando vide la bambina uscire fuori dall'auto in un millisecondo: «Tieni moltissimo a tutta la tua famiglia...»
«Nathalie!» la richiamò Zoe, sporgendosi dalla portiera con la testa per farsi vedere: «Wo xiang ni.»

Zoe le rivolse un sorriso e poi corse diretta verso la porta d'entrata, non riuscendo così a vedere il sorriso che aveva illuminato il volto di Nathalie. Corse verso la porta e la tirò verso di sé, sbirciò all'interno ma non incrociò la figura di suo nonno, nemmeno quella di una qualsiasi altra persona.

«Nonno?» lo chiamò a voce alta entrando all'interno, chiudendosi l'anta alle spalle.

Quella villa, anche dopo il radicale cambiamento di suo nonno, aveva mantenuto la sua atmosfera cupa e la capacità di trasmettere una sensazione gelida, come se la persona appena entrata si trovasse dietro le sbarre. O almeno, questo era quello che diceva Emma ogni qualvolta varcava quel portone, lei invece non provava nulla di tanto triste quando entrava in quella villa, dopotutto era lì che viveva suo nonno e non poteva non essere felice. Scosse un paio di volte la testa per liberarsi dalle gocce di pioggia, poi si guardò attorno.

«Ehi nonno!» lo richiamò dopo aver avvicinato una mano alla bocca, in modo che risultasse più alta.

«È sicuramente nel suo ufficio...» le suggerì Plagg sbucando da dietro la sua spalla.

Gli annuì e si tolse il berretto rosa dalla testa, lo prese in mano e nascose nella tasca, per fortuna abbastanza capiente, avvicinandosi poi alla porta dello studio per controllare se la supposizione di Plagg fosse vera. Allungò la mano e bussò tre volte alla porta.

«...Nonno?»
«Puoi entrare Zoe.»

Al sentire la voce sorrise, poi tirò la porta verso di sé ed entrò nello studio, illuminandosi quando vide gli occhi di suo nonno rivolti su di lei.

«Nonno!» lo chiamò ad alta voce correndole incontro, venendo così abbracciata forte da lui.

«Ciao angioletto.» la salutò anche lui accarezzandole la testa, passando dolcemente le dita tra le sue ciocche bionde.

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora