Capitolo 41

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«Al?»

Il ragazzo, raggomitolato nelle coperte a bruco, tirò appena fuori la testa, rimanendo con lo sguardo puntato contro il muro. Nicole era tornata a casa da un mese e, già allora, aveva ben visto sulla sua faccia tutto il dolore che aveva provato. Non ce la faceva a guardarla.

«... Al, non puoi continuare così.»
«Cosa pretendi che faccia? Mi ha piantato in asso...» borbottò, stringendosi maggiormente il cuscino al petto.

«Al, ti prego.»
«Lasciami solo...»
«Non posso! Non riesco a vederti così!»
«Tu non puoi risolvere sempre tutto! Vuoi capirlo una buona volta sì o no?!» sbottò lui, sedutosi sul materasso solo e unicamente per urlarle contro.

Non aveva nemmeno recuperato gli occhiali. Non gli importava riuscire a vedere la sua faccia.
Nicole, diversi secondi dopo, deglutì, serrò la bocca e, una volta abbassato lo sguardo, fece dietrofront con le stampelle per uscire dalla camera, preoccupandosi di chiudere la porta alle proprie spalle. Alain, rimasto fermo nella stessa posizione, strinse i pugni, rimasti sulle gambe, e i denti tra loro. Crollò successivamente su se stesso, costretto poi a reggersi la testa con entrambe le mani. Tentò di mantenere il respiro regolare, ma un singhiozzo mandò in frantumi quella sua speranza, insieme a parecchie lacrime.

«Non mi ascolta.» La ragazza aveva appena raggiunto il salotto e si era scambiata uno sguardo con entrambi i genitori.

Arrivata nei pressi del divano, appoggiò le stampelle a un bracciolo e poi si accomodò, prima di sospirare e portarsi entrambe le mani al viso.

«... Ci vuole tempo, tesoro.»
«Sono due settimane e passa che va avanti così!»
«... Nicole, se Louis, prima di andarsene, ti avesse lasciata» la ragazza, al sentire la madre pronunciare quella frase, sgranò gli occhi: «non pensi che, adesso, ti troveresti nello stesso stato di tuo fratello?»

La bruna, capito il punto, annuì con la testa, tornando poi con lo sguardo puntato a terra.

«... Anche tu hai paura di perderlo.» Alya aveva appena raggiunto la figlia sul divano: «Non sono posizioni tanto diverse le vostre.»
«Io... Io spero solo che torni...»
«Tesoro, lo so» aggiunse sua madre, allungando la mano per sfiorarle il mento e aiutarla a voltarsi nella sua direzione: «... Per questo, dovresti riuscire a capire tuo fratello.»
«Mh...» mormorò la ragazza, prima di abbandonarsi sullo schienale: «... Io capisco perché sia successo, ma... non riesco a crederci.»
«Le cose brutte accadono, piccola mia... Per andare avanti bisogna accettare questo, prima di tutto.»

Nicole annuì ancora una volta, quando sua madre avvicinò nuovamente la mano al suo viso per spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«... Ad Alain serve tempo, stare lì a spronarlo e ripetergli di muoversi, non lo aiuterà. Lo sai che lui non vuole andare avanti.»
«... Lui vuole Alice». Nicole, affermato questo ad occhi chiusi, sospirò.

Credeva di aver sempre saputo tutto su quei due, ma, se doveva essere sincera, aveva notato qualcosa di diverso in loro, da quella volta in cui li aveva rivisti all'ospedale. Forse si trattava unicamente di una sua impressione, ma aveva finito per interrogarsi comunque su questo tempo dopo.
Avrebbe dovuto farsi i fatti suoi, non continuare a immischiarsi nella vita degli altri. Lei non era e non sarebbe mai stata onnipotente. Era riuscita a capirlo davanti ad Alice, ma non davanti al suo stesso fratello, che, in quel momento, stava affrontando i suoi stessi dolori.

«... Mamma?». Cambiare discorso le parve la scelta migliore.
«Sì, tesoro?»
«Quindi... alla festa di compleanno di Pietro, ci andiamo solo io e papà?»
«Ahhh...». Alya imitò la figlia, sbattendo diverse volte le palpebre prima di voltarsi a guardarla: «Mi dispiace perdermi il primo compleanno in famiglia di quel peperino, ma... sì. Alain non è proprio in vena di partecipare a una festa e, seppur non gli vada così a genio l'essere disturbato di recente, non me la sento di lasciarlo solo a casa.»

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora