Capitolo 45

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10/03/035

Mamma e papà, per il compleanno, mi hanno regalato questo quadernino. Io pensavo non l’avrei usato tanto presto, ma… confesso di essermi sbagliata. Non ho mai tenuto un diario dove custodire i miei sentimenti, ho sempre creduto che fosse una tendenza ormai passata di moda, ma, adesso che lo sto facendo, spero che mi aiuti davvero a mettere un po’ di ordine nella mia testa.
Non so se rivolgermi a te semplicemente con “diario”, mi sembra fin troppo noioso… Forse dovrei trovarti un nome.
Beh, intanto che ci penso, farei meglio a “parlare” un po’.

Ammetto che, fino ad ora, la mia vita è stata molto bella. Ok, ci sono stati piccoli problemi qua e là, ma… a un certo punto, tutto sembrava star andando bene. Finalmente stavo insieme al ragazzo di cui sono sempre stata innamorata, a scuola stavo andando bene, mi ero anche ritrovata a vestire i panni di una supereroina, come i miei più grandi idoli. Poi, però… tutto è cambiato all’improvviso.
C’era un cattivo che minava alla sicurezza dei parigini. Io, con Louis e i suoi genitori, sono andata a fronteggiarlo per mettere la parola fine a tutto, ma… io mi sono ritrovata con metà corpo rotto e bruciato, e lui è sparito, nel nulla… Ok, detto tutto così pare strano, ma Louis è-… Davvero mi sto mettendo a spiegare tutto questo a… nessuno? Va bene, per un certo periodo della mia vita riuscivo a parlare con i gatti, questo non è nulla a confronto.
Ripartendo da capo. Louis è nato con dei poteri sovrannaturali. Questi poteri, però, non sono mai stati permanenti e io sapevo, per via una conversazione origliata – lo so, non si fa, ma io non l’ho fatto apposta –, che questo gli avrebbe provocato non pochi problemi. Lui rischiava anche di morire… senza questi suoi poteri. Subito dopo aver battuto Akumu - il cattivo -, Louis è svanito nel nulla perché ha preso a insulti Kaooda, il kwami che è stato la causa di tutto il casino che aveva fatto tornare a Parigi il terrore vissuto anni prima con Papillon – evito di spiegarti altre cose, tipo cos’è un kwami o un miraculous, perché sto chiaramente dando di matto e una spiegazione inutile mi è bastata – e, per questo, a lui toccava superare una sorta di prova. Doveva rimettere le cose a posto e l’Universo, sì a quanto pare pensa anche lui, ha deciso bene di prenderlo e mandarlo via.

Ok… Detto questo. Sono passati cinque mesi da quando lui è partito, pochissime ore fa io ho festeggiato il mio quindicesimo compleanno e… questa mattina, praticamente non appena ho aperto gli occhi, mia madre ha ricevuto una chiamata dalla madre di Louis e… come mi è stato detto, lui è tornato.
Non ho avuto neanche il tempo di processare il tutto, capisci? Sono rimasta forse un minuto immobile a guardarla con gli occhi sgranati, poi ho preso le stampelle e ho fatto per uscire di casa da sola. Però… a parte che ero in pigiama, io non riesco ancora a camminare senza le stampelle, quindi, seppur entrambi i miei genitori avessero capito le ragioni di quella mia reazione repentina, ovviamente non potevano lasciarmi andare così. Per questo mi sono fiondata a fare la doccia, mi sono cambiata, ma ero talmente di fretta che a momenti mi dimenticavo gli occhiali, senza i quali io non vedo a un palmo dal mio naso. Poi mio padre ha preso le chiavi della macchina e mi ha portata dove sono adesso, all’ospedale Ambroise-Paré.
… Come faccio ad averti con me se sono uscita così di fretta da casa? Ti ho dimenticato in macchina ieri sera, per quanto mi ero divertita ed ero stanca per la festa. La penna me l’ha data Marinette, che ho incontrato una volta arrivata qui. Aveva due occhiaie che non ti dico, così come Adrien, ma lui stava, e sta ancora, dormendo messo male su un’altra sedia già presente nella stanza. Emma, Zoe, Hugo e Pietro non c’erano e non ci sono tuttora, ma Marinette mi ha detto che hanno passato tutta la notte lì e, non appena sono crollati, lei ha chiesto al nonno, lì presente da poche ore, di portarli a casa e rimanere con loro. Mi ha detto che lei e Adrien faranno cambio con lui questa sera.

Io penso resterò qui. Fino a sera? No, voglio rimanere qui, con lui, e basta. A scuola torno settimana prossima, restare non mi creerà tanti problemi.
… Marinette ha bisogno di una mano, devo andare.

I'm Always With You - Miraculous Ladybug {3° Libro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora