capitolo 34

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Harry aveva guidato per circa un'ora prima di arrivare ad una nuova destinazione; Abby stava diventando ogni secondo sempre più curiosa. 

Il fatto che Harry avesse deciso di portarla in un posto, significava tanto per lei, perché magari voleva portarla a conoscere qualche altro suo parente o comunque membro della sua famiglia. 

Si sentiva importante, forse stava tirando fuori una nuova parte del suo coinquilino, ma quando arrivarono dinanzi al triste cancello del cimitero, Abby si spense. 

Scesero dall'auto dopo averla parcheggiata in un apposito spazio, e il posto era quasi completamente deserto. 

C'era comunque il netturbino, che se ne stava seduto su' di una sedia con la sua pipa in bocca a leggere tranquillo e indisturbato un giornale. Rivolse un sorriso pigro ad entrambi quando entrarono effettivamente in quel posto macabro e grigio, ed Harry cercò gli occhi di lei per dirle di seguirlo. 

Abby lo fece; attraversarono insieme centinaia di lapidi, con sopra incisi numerosi nomi, date, fotografie. 

Loro però erano diretti in tutt'altra parte, infatti erano giunti in un piccolo angolino, dove si potevano notare delle lapidi leggermente più piccole rispetto a quelle precedentemente viste. 

Harry si fermò in particolar modo di fronte ad una, ed Abby lo affiancò per poter leggere assieme a lui:

In dolce memoria della piccola Emily Styles, 

14 Luglio 1998 - 30 Settembre 2000

Dopo aver osservato per un altro minuto la fotografia all'interno della cornice d'argento, Abby guardò Harry e cercò il suo sguardo, ma lui aveva puntato gli occhi al suolo e teneva un'espressione spenta sul viso.

"Harry?" lo richiamò, poggiando una sua mano sul suo braccio. 

Lui restò impassibile a quel tocco, ed era come se fosse entrato in un mondo tutto suo; un mondo fatto di bei ricordi e bei momenti. 

"Va' tutto bene?" gli chiese, posizionandosi davanti a lui. 

Gli alzò il viso con una sua mano, e gli rivolse un piccolo sorriso.

Harry tirò su' con il naso, pote' giurare di aver visto i suoi occhi inumidirsi, alzò il viso guardando angoli vaghi e imprecisi, come per evitare i suoi occhi per non mostrare la sua debolezza.

"Chi è lei?" domandò ad egli, indicando la lapide. 

"Era mia sorella." sussurrò, incontrando finalmente i suoi occhi marroni. 

"Oh." disse semplicemente lei, ritornando a guardare la lapide, ma in particolar modo la foto. 

Era proprio una bella bambina, questo Abby doveva ammetterlo; nella fotografia sorrideva, aveva dei denti piccoli e una fossetta all'angolo delle labbra. Gli occhi erano di un celeste acceso, vivo, e i capelli erano sciolti, biondi, con un fermacapelli particolare di colore viola. Era vestita con una tutina rosa, o comunque qualcosa di quel genere, e rappresentava proprio la felicità di una bambina che stava vivendo l'infanzia. 

Mad Soul. [hes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora