31) Memories

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Giorno di Natale, intorno alle 19

In un appartamento all'ultimo piano di un condominio, nella stanzetta di un'adolescente, si stava tenendo una riunione.

Stavano parlando del più e del meno due ragazze, si raccontavano a vicenda le esperienze della vita di tutti i giorni.
Impegnate ormai da ore avevano perso la cognizione del tempo e, noncuranti dello scorrere dei minuti, parevano assai lontane dal finire di lì a poco; sarebbero potuti passare anche secoli, ma avrebbero continuato a fare quel che stavano facendo senza batter ciglio.

Eppure era strano, si sentivano spesso e, puntualmente, avevano sempre qualcosa di cui discutere.
Proprio come se un giorno nuovo equivalesse a un'avventura da narrare, rendevano l'una partecipe della vita dell'altra condividendo emozioni e momenti.

In questo scambio si sentivano al sicuro, potevano contare sull'appoggio e sul consiglio reciproco.

Erano due sorelle.

La loro fu, come detto, una riunione. A mancare però era il contatto fisico.

Da un capo una studentessa della cittadina di Batstraw, dall'altro una solare, giovane donna che lasciò il paese natio per cavalcare l'onda delle opportunità e andare a vivere all'estero.

Seppur separate dal piccolo, limitante, desolante schermo di un cellulare non ne facevano un dramma, non rinunciavano a volersi bene; il solo gesto del dedicare tempo alla sorellina o ricevere una chiamata dalla sorellona riempiva di gioia.

Il legame di sangue le teneva unite seppur costrette a sentirsi tramite videochiamata, da chilometri e chilometri di distanza.

"E dimmi. Cosa ne pensi di questo ragazzo nuovo? Come hai detto che si chiama?" Chiese la più grande con fare pettegolo.

"È Higashi. Te l'ho detto già altre volte!" Le rispose rozzamente la più piccola mangiandosi le parole, con le guance rosse nel tentativo di raggirare il discorso.

"Ma che ti piglia? Non t'ho mai sentito rispondere così, Charlotte!"
"Tonia, non credo di aver detto nulla di tanto strano!" Insistette con lo stesso tono, rivolgendo lo sguardo altrove.

"E invece si! Tu non hai mai fatto così. Ho forse osato chiedere qualcosa sul tuo fidanzatino?" Domandò con un'occhiata maliziosa e un sorriso da burla.

E Charlotte, pregandola, si coprì il volto: "M-ma sta zitta!"

"Sei tutta rossa!" Punzecchiò l'altra.

"Sei proprio tu che mi provochi con quel modo di parlare! Lo fai a posta!"

"Si, può darsi sia per quello..."
"Lo ammetti pure?"
"Si fa per scherzare! E pensare che quando eri più piccola toccavi l'argomento senza problemi! E per di più rispondevi con un "No" secco!"
"I-il tempo passa, le persone cambiano e il loro modo di approcciarsi pure, stupida!" Balbettò maldestramente.

Charlotte non riusciva nemmeno a guardarsi attraverso la fotocamera, si vergognava troppo.

Non poteva reggere altro;
Un pò per l'argomento che la metteva a disagio, un pò per la risposta data alla sorella.

"Non te la prendere. Devi superare questa timidezza e imparare della sana ironia."
"Vuoi forse dire: sadica?"

A New York l'ilarità tirava su, mentre a Batstraw si sprofondava nell'imbarazzo.

Tonia, dopo l'ennesima sghignazzata, si armò di un briciolo di serietà e, continuando:

"Sono seria. Guarda che andando avanti così ti farai mettere i piedi in testa. Devi irrigidirti una volta e per tutte!"
"Pensi che io non lo voglia?"

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