Un paio di ore prima, stesso giorno, in un appartamento di Batstraw
Rebecca cercò di ammazzare il tempo.Era stesa supina sul divano del salotto, da sola.
Il braccio sinistro dondolava e mancava poco che la mano toccasse il pavimento.Con quella opposta teneva il telecomando a stento, come se avesse voluto farlo cadere di proposito; lo puntò verso il televisore per un'intera serata.
I pollici non facevano che andare a destra e a sinistra, avanti e indietro, una volta più su e un'altra più giù, all'infinito.L'"Anno che arriverà" sarebbe finito in una ventina scarsa di minuti e lei, nonostante la seccatura, rimaneva sveglia.
Sveglia a fare zapping, ad attorcigliarsi le dita fra i capelli rossi, a fissare il soffitto in compagnia dei programmi a cui non dava corda.Tutti i suoi cari, nel frattempo e altrove, erano nel pieno dei festeggiamenti di capodanno, ma lei non volle prenderne parte.
Preferì starsene in quegli ottanta metri quadri: aveva altro da fare, altro a cui pensare.Eppure non si direbbe...
Avvertì una secchezza alla gola mentre fissava il soffitto per l'ennesima volta; fece per alzarsi pigramente, poco a poco.
Tanto nessuno la rincorreva, aveva solo una piccola preoccupazione.
Arrivata in cucina aprì il frigo, prese dell'acqua e la versò in un bicchiere tirato fuori dal lavandino, lo avvicinò poi alle labbra e deglutì.
Una smorfia, uno sputo.
Il sapore era strano, aspro, disgustoso; portò il bicchiere a livello delle narici, pensò e svelò l'arcano.
Con la bocca ancora contaminata capì di aver sbagliato un lavaggio, sentiva tracce di detersivo.
Allora lo ripose nella vasca e lasciò perdere, tutt'a un tratto non aveva bisogno di bere.Quella preoccupazione le stava dando più grattacapi del previsto.
Si sentiva mangiucchiata dall'interno, martellata da un chiodo fisso che avrebbe voluto smuovere a tutti i costi.Reagì piazzando una sedia davanti al balcone, sedendosi a gambe aperte e poggiando il petto allo schienale, e rivolgendo lo sguardo verso il cielo;
Era uno sguardo spento, fatto di occhi stanchi che non superavano il vetro.Fissava il proprio riflesso senza andare oltre; le orecchie, che percepivano la violenza del vento, davano invece un presagio di temporale.
Dopo pochi secondi tornò in piedi, s'era già stufata.
Cominciò a fare il giro della tavola per dirigersi verso il frigorifero, perdendosi inevitabilmente nelle lancette dell'orologio.Silenzio tombale, solo un tedioso ticchettio.
Cadde nella trappola del tempo, in balìa di un turbinoso ciclo di esitazioni.
Ripercorse la giornata ormai finita, quella prima e quella prima ancora:Tutte passate in un nonnulla.
Non percepiva le ore nello stesso modo di sempre. Sembravano insufficienti, effimere, inesistenti.
Provava un senso di vacuità, le mancava qualcosa, e la stessa mancanza rendeva i giorni inconsistenti.Ne era consapevole.
Strofinò gli occhi, riuscendo per un attimo a distogliersi dai suoi pensieri.
Approfittò della tregua fugace per prendere la bottiglia e portarsela via.Il pallino nella sua testa riprese di scatto a perseguitarla, non esitò a diventare più grande ed era prossimo a tramutarsi in assillo.
Le gambe si mossero da sole.
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FIGHT for LOVE
ActionCi troviamo in un mondo in cui le persone hanno dei poteri chiamati "Feelings", che si risvegliano dalle forti emozioni delle persone. Higashi Kata è un ragazzo delle scuole superiori, empatico e gentile. Dopo essersi trasferito nel suo nuovo istit...