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Ordino una porzione di Pancakes e un piatto di uova e bacon, mio padre invece un omelette ai funghi e Syd solo un caffè. Mi sembra di non mangiare da una vita, e di non dormire da una vita. Ho un odore di birra e vomito con qualche rimasuglio tra i capelli. Mio padre si schiarisce la voce, prende un sorso di caffè e punta lo sguardo negli occhi di Syd, che non sembra affatto intimorito.

"Se vuoi frequentare mia figlia devi smetterla con quella merda. Ti pago una clinica se vuoi, ma smetti con quella merda"

"Detto fatto"

Risponde Syd guardandolo dritto negli occhi. Reprimo un sorriso a causa di quel detto fatto. Tiene a me così tanto da rinunciare a qualcosa di cui il suo corpo non può fare a meno. Mio padre però la pensa diversamente e di certo non ha paura ad esprimere il suo pensiero.

"Detto fatto un cazzo. Pensi che non conosca i tipi come te? Io ero come te. Mi facevo di cocaina tutti i giorni, ho perso il College e tutti i miei amici"

Mio padre non parla mai del suo passato, non con me. Sospettavo ci fosse qualcosa del genere, ma non ho mai chiesto. Punta lo sguardo nei miei occhi, per poi tornare a guardare Syd.

"Mio padre mi mise davanti ad una scelta. Fai i corsi serali, ti disintossichi e ti trovi un lavoro. Oppure continui con quella merda, ti fai e poi un giorno non ti sveglierai più. Io conosco quelli come te perché ero come te. Perciò o ti disintossichi, e fai sul serio con mia figlia, o la porta è lì e credimi nessuno ti fermerà"

"Papà basta lascialo in pace. Siamo amici, nulla di più. Ora possiamo andare a casa? Puzzo di vomito e voglio dormire"

"Non mi prendere per il culo Chloe. Come se non sapessi che ve la siete fatta almeno una volta. È impossibile stare accanto a mia figlia senza provare attrazione per lei, perciò dimmi ragazzo, hai fatto sesso con mia figlia?"

Lancio uno sguardo a Syd, spero che non voglia dirgli del pompino, altrimenti potrei sprofondare negli abissi più oscuri e lasciarmi morire. La mia vita sessuale è l'ultima cosa di cui vorrei parlare in questo momento.

"No. Ma ci ho provato"

Risponde sinceramente. Mio padre scrolla le spalle, poi torna a mangiare la sua omelette. Mi passo le mani sul viso imbarazzata e con l'estrema voglia di morire.

"Quindi? La tua scelta è mia figlia o la coca?"

"Non ho bisogno della coca"

"Puttanate. Però la tua risposta mi piace, se scopro che ti fai ancora ti ammazzo di botte. Tuo padre? Cosa pensa di questo?"

Syd si lascia scappare una risata amara. Vorrei tanto che mio padre stesse un po' zitto, e che finisse di mangiare così da poter andare a casa. Gli voglio bene, ma alle volte è così stronzo, forse avrebbe bisogno di qualcuno al suo fianco.

"Non so chi sia... mia madre è un insegnante di matematica, non ho fratelli, i miei nonni sono morti quando ero piccolo. Sono dei gemelli ho un appartamento a Brooklyn e una vecchia Camaro del sessantasette color verde scuro, l'ho comprata con i miei risparmi. Vuole sapere altro?"

Mio padre guarda Syd con gli occhi semichiusi, mastica la omelette lentamente mentre cerca di intimorirlo anche se non funziona con lui.

"Vedi di fare il bravo con mia figlia, oppure io ti schiaccio come uno scarafaggio"

Parla con tanto odio da farmi quasi paura. Incrocio le braccia al petto stanca di sentire quelle chiacchiere e la cosa peggiore è che non ha ancora finito di mangiare, e questo significa che staremo qui ancora un po'.

"Come va la scuola?"

"Bene"

"Bene come?"

Aspetta paziente che io gli dia una risposta, so che non sarà contento finché non gli porterò a casa una A splendente. Sono sicura che vuole proteggermi dalla stessa vita che conduceva lui in passato, ma ho questa costante pressione addosso che non mi fa respirare.

"Ho preso b- in una valutazione psichiatrica. Mi sono dimenticata di segnare le informazioni importanti"

"E la tua media finora?"

"B per lo più"

Sposto il piatto verso Syd, il quale mi ringrazia con un sorriso. Afferra una fetta di Bacon e se la porta alle labbra. Mio padre gli lancia un occhiataccia, ma per fortuna ora c'è l'ha con me.

"Impegnati di più. Non pago tutte quella cazzo di tasse per una media del B. Me ne torno a casa mia, rifletti su cosa fare con mia figlia"

Ordina al ragazzo accanto a me. Pensa davvero di mollarci qui? Dovremo tornare in metro ed io sono stanca, puzzo, sembro una senzatetto che dorme a Central Park. Mio padre si alza dal divanetto, ma lascia una banconota sul tavolo per pagare il conto.

"Ti prego accompagnami a casa!"

"No tesoro di papà, la prossima volta non ti fai sbattere dentro come ho fatto io alla tua età!"

Borbotta con il mio stesso tono di voce piagnucolante. Mi spinge la testa verso le sue labbra e mi lascia un bacio sulla fronte, poco dopo sgomma via con la sua auto. Mi porto le mani sul viso per abbassare il livello di stress, Syd mi sposta i capelli dietro all'orecchio ed io appoggio la testa contro la sua mano calda. Riapro gli occhi trovando il suo viso troppo vicino al mio.

"Voglio andare a casa Syd, perciò alzati"

Batte le nocche sul tavolo prima di alzarsi e farmi passare. Prendo un respiro profondo una volta uscita dalla tavola calda, è chiaro che Syd non ha interesse per la sua ex ed io sono partita in quarta come faccio di solito. Mi sono incasinata per lui, ed l'ho messo nei guai anche con mio padre. Mi accorgo che Syd è accanto a me solo quando scendiamo verso la metropolitana, ha le mani in tasca e lo sguardo basso.

"Brooklyn è dall'altra parte"

Indico la banchina dall'altra parte, Syd però scrolla le spalle e si appoggia al muro. La distanza in questo momento è essenziale per entrambi, Syd deve pensare ed anche io. C'è una decisione importante da prendere, e non la può prendere con me tra i piedi.

"Ti prego vattene a casa, sono stanca, puzzo di sporco e ho il vomito tra i capelli"

"Non me ne frega un cazzo, non ti lascio da sola un altra volta"

Scuote la testa convinto della sua decisione. Apprezzo questo suo gesto, forse non vuole che faccia un altra delle mie cazzate, forse ha capito che sono fragile ed ho bisogno di qualcuno che mi tenga d'occhio costantemente. Vorrei tanto che tornassimo quelli di prima, vorrei che non conoscesse mio padre e che dimentichi quello che ha detto Fred, l'altro mio padre. I vagoni della metro arrivano per fortuna, saliamo su di essa ma non c'è nemmeno un posto libero tanto per cambiare. Mi appoggio ai finestrini, Syd si regge ai tubi sul soffitto ma inevitabilmente mi schiaccia tra il suo corpo ed il vagone. I nostri volti si avvicinano, ci guardiamo intensamente, si avvicina di più per baciarmi ma io sposto la testa di lato. Ho un alito terribile, il sapore del vomito è ancora in bocca, non mi lascerò baciare in questo modo.

"Me la sono scopata, ma è finita. Le ho detto che ci stiamo frequentando, e che non torneremo insieme"

Sapevo che avevano scopato, ma in un certo senso speravo che non fosse così. Speravo che mi dicesse qualcosa tipo Le ho prestato solo una maglietta o Non abbiamo fatto nulla. Invece non è così.

"Va bene Syd, non ha importanza"

"Sì che ne ha, smettila di fare come se non te ne importasse nulla, pensi che Bateman non mi abbia detto che ti ha vista piangere? Non devi farlo a causa mia!"

Mi afferra il mento con due dita e mi porta a guardare il suo sguardo. Sembra sincero, e vederlo in aula mi ha fatto piacere, onestamente. Al momento però non voglio pensarci, non riesco fisicamente e mentalmente. Perciò rimaniamo in silenzio per il resto del viaggio, ed una volta a casa mi chiudo in bagno per farmi una lunga doccia.

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