Il monumento a Washington

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"Siamo dunque arrivati alla fase finale, chiunque risponderà esattamente vincerà il campionato" spiegò la conduttrice, dopo le diverse domande che avevano posto a loro. Erano arrivati in parità e l'ultima domanda avrebbe segnato la vittoria. Peter non c'era, magicamente era scomparso nel nulla e al suo posto c'era Flash quindi, niente di promettente.

"Come si calcola l'accellerazione lineare tra i punti A e B?" chiese la conduttrice in tono solenne alle due squadre.
Jessica istantaneamente premette il bottone provocando un suono stridulo e acuto.

"Evans" la conduttrice la chiamò e osservò attentamente, aspettando la risposta. Jessica sentiva benissimo il fiato sospeso della sua squadra e quello della squadra avversaria che sperava che non riuscisse a rispondere.

"Beh... E' facile... La massa si compensa, quindi gravità per seno" borbottò Jessica con il fiato sospeso, per poi guardare Michelle, l'amica stava sorridendo.

"Ed è esatto! La Midtown si aggiudica il campionato!" trillò la conduttrice in tono felice, applaudendo e venendo accompagnata anche dagli altri presenti nella sala. Michelle l'abbracciò e la stessa cosa fece Ned, Abraham, Kate e purtroppo Liz, invece Flash era impegnato a sclerare.
L'altra squadra, dal canto loro, avevano uno sguardo deluso e triste, come biasimarli.

"Bene ragazzi, davvero ben fatto, ora andremo al monumento a Washington dove si terrà la premiazione" spiegò il professore Harrington una volta che i ragazzi furono scesi dal palco e avessero raggiunto il professore.

Presero i loro zaini e la loro roba e si diressero verso l'autobus giallo e nero che sostava davanti l'edificio. Presero posto e si avviarono. L'autobus parcheggiò proprio davanti il monumento di Washington, un obelisco in marmo, grande sia di diametro che di altezza, di cui può vantare i suoi 45 metri.

"Abbiamo vinto! Ve l'avevo detto che Peter non serviva!" saltellò di qua e di là Flash quando furono vicino al monumento.

"Smettila!" esclamò Liz per zittirlo e lui si passò la mano tra i capelli. Michelle e Jessica erano rimaste dietro tutti, Michelle con un libro in mano e Jessica che stava discutendo con lei e non sembravano molto decise ad entrare.

"Volete restare qui in estasi?" chiese il professore vedendola sedersi.

"Hmm, sì... Non ci va di onorare una cosa costruita dagli schiavi" ammetté lei osservando attentamente l'obelisco.

"Oh... Sono certo che non è stato costruito dagli-" Harrington stava per ribattere quando vide una guardia che stava negando con il capo.

"Ok... Buona lettura" borbottò il professore in imbarazzo, avviandosi verso la porta d'entrata.

"Grazie" annuì Jessica con un sorriso.

Jessica e Michelle non fecero nemmeno in tempo per sedersi che la punta dell'obelisco si fece più bassa provocando un rumore non indifferente e soprattutto era come se stesse per cadere.

Da dietro le loro spalle spuntò un ragazzo di media altezza, vestito dai colori rossi e blu con un ragno sul petto. Spider-Man o meglio dire Peter Parker...

"No, no ,no!" mugolò lui guardando in alto, disperato; "Karen dimmi cosa succede lassù!" esclamò.

"Il nucleo dei Chitauri ha creato danni parecchio gravi alla struttura" spiegò la voce robotica.

"I nostri amici sono lassù!" esclamò Michelle in preda al panico guardando in alto.

"Cosa?" chiese Spider-Man confuso con voce acuta per poi avere un tono più basso; "Non si preoccupi" disse.

Spider-Man cominciò a salire su per il monumento in modo velocissimo, Michelle era in preda al panico.

"Jessica! Vai! Sei un'Avenger!" esclamò l'amica, Jessica si voltò verso di lei e annuì. Si alzò in volo e vide un elicottero della polizia, ignorando tutti gli sguardi su di lei, con la telecinesi spostò delicatamente l'elicottero e si avvicinò a Spider-Man.

"Polizia di Washington, identificati" intonò un altoparlante dall'elicottero, Peter sembrava più concentrato sull'arrivo di Jessica.

"Ehi spidey... Un aiutino?" chiese Jessica con un mezzo sorriso sul volto e Peter sgranò gli occhi, come dargli torto, vedere una persona avvolta da una sorta di vapore rosso che vola, non di vede tutti i giorni.

"Spostati" ordinò la ragazza e l'Uomo Ragno si accostò verso sinistra. Jessica strinse il pugno destro e con le nocche spaccò il vetro.

"Com-Come hai fatto?" chiese Peter stupito. La ragazza lo prese con non curanza e lo scaraventò all'interno.

Dopo l'entrata del ragazzo, Jessica lo imitò e si ritrovò tra molte persone, tra cui Flash, Abraham e Kate.

"È un'Avenger fatela passare" ordinarono le guardie e si fece molto spazio per far passare la ragazza.
Peter non era lì, Jessica piano piano si sporse verso l'ascensore e lo vide cadere verso il vuoto, una ragnatela venne attaccata verso la portiera e piano piano i ragazzi si stavano avvicinando. Jessica prese l'ascensore con la telecinesi e lo riportò in un attimo lì.

In un attimo uscirono anche Harrington, Liz e Ned. Peter, invece, cadde giù poiché l'ascensore non reggeva più. Jessica non ci diede tanto peso, se la sa cavare anche da solo. I professori li riportarono al piano terra con l'aiuto dei pompieri. Harrington era molto convinto sul fatto di rimandarli a casa quella sera stessa, infatti quando furono sul pullman, si alzò da dove era seduto e iniziò a parlare.

"Allora ragazzi... Appena arriverete alle vostre camere, iniziate a fare le valige... Ci rivediamo alle 13:00 all'entrata, mangerete un panino al volo e poi partiremo subito dopo... Arriveremo in serata a New York, quindi ditelo ai vostri genitori..." annunciò Harrington ritornandosi a sedere, guardando uno ad uno.

Peter era già lì, non sapeva come avesse fatto, ma era a pochi sedili di distanza da Jessica e non aveva nessun tipo di graffio o lesione del genere.

"Jess" la chiamò Michelle e Jessica si levò le cuffie riluttante; "Hai fatto bene ad intervenire..."

"Me l'hai detto tu... No? Poi non ci è voluto niente... Nessun tipo di fatica" mormorò lei guardando il paesaggio fuori al finestrino che sfrecciava veloce e rimise le cuffie nelle orecchie.

Arrivata a New York, Jessica scese dal pullman e i suoi genitori arrivarono di fretta verso di lei.

"Tesoro... Come stai? Ho visto il telegiornale e sei intervenuta anche tu... Hai fatto un buon lavoro, d'altronde non è niente per te, vero?" disse la madre abbracciandola, il padre stava sorridendo.

"Si, mamma" annuì lei, per poi abbracciare il padre e tornare a casa.

Il giorno dopo, ci fu scuola. Jessica indossò di fretta un jeans verde militare, una T-shirt bianca con una tasca stile militare e le scarpe da ginnastica biance. Prese il giacchetto di jeans, mise lo zaino in spalle e si avviò a prendere il pullman che l'avrebbe portata a scuola. Una volta che fu arrivata mise nell'armadietto lo zaino e il giacchetto di jeans e prese i libri delle prime due ore. Poi si fermò ad ascoltare il telegiornale scolastico, che in vita sua non aveva proprio ascoltato, fino ad allora.

"Lo scorso weekend la squadra di decathlon accademico della Midtwon, ha sconfitto le squadre migliori, vincendo il campionato nazionale... E subito dopo ha sconfitto la morte..." intonò Jason Ionello accanto a Betty Brant, la linea venne passata ad Abraham; " 'Esplosione, Liz grida, Flash grida, tutti gridano' " poi al professore Harrington; " 'Per fortuna l'abbiamo scampata... E' questo che conta... Non potevo perdere uno studente in gita, non di nuovo' Grazie a dio nessun ferito grave, questo grazie a Jessica... E Spider-Man...' ".

"Jessica!" la chiamò Michelle e Jessica si voltò; "Sei stata nominata sul telegiornale scolastico! Non è fantastico?" chiese lei eccitata.

"In realtà no... Vengo nominata spesso soprattutto sui grandi telegiornali... Non mi piace essere popolare e venire idolatrata dalla gente" disse Jessica con un sorriso sul volto.

"Hmm... A me piacerebbe, comunque... Ho saputo che Petr è finito in punizione" la aggiornò Michelle ridendo e Jessica si voltò verso di lei lanciandole un'occhiata obliqua.

"Come fai ad essere sempre aggiornata su tutto? Comunque, perché è finito in punizione?" chiese Jessica e l'amica scrollò le spalle ammiccando.

Ciò che eri non determina ciò che sei || Marvel StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora