Sincerità

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"Andiamo via prima che venga la polizia" lo incoraggiò Jessica ma Peter restò fermo con un sopracciglio inarcato.

"Aspetta... I miei spararagnatela sono morti, non possiamo andare a piedi... Come andiamo?" chiese lui e Jessica rise per poi avvicinarsi vicino a lui.

"Non morire" commentò Jessica prima di avvolgere un braccio intorno al fianco di Peter e alzarsi in volo.
Attraversarono tutta New York, ad una velocità pazzesca, Peter guardava il panorama sfrecciare sotto di lui, divertito e felice come un bambino a Natale.

"È... Stata... La cosa... Più figa... Che io abbia mai fatto in vita mia" ansimò lui prendendo fiato, appoggiandosi al muro e guardando la ragazza stupefatto. Lei rise e aprì la porta di casa con le chiavi, per poi far entrare Peter. La madre di Jessica che era sul divano corse verso di loro, preoccupata.

"O mio dio... Peter... Stai bene? In che lotta vi siete imbattuti?" chiese prendendo il viso del ragazzo tra le mani e osservando i leggeri tagli, per poi guardare il simbolo da ragno che aveva sul petto e a quella vista annuì con la testa; "Oh... Ora capisco... Vai a farti una doccia, ragazzo..." disse sorridendogli e Jessica lo accompagnò davanti al suo bagno personale.

"Le asciugamani sono là e l'accappatoio è qui..." disse la ragazza prima che lui annuisse e chiudesse la porta.

"Jessica..." mormorò la madre venendo verso di lei; "Lo sa? May?" chiese.

"No, non lo sa... Perciò, volevo farlo dormire qui... Secondo te?" domandò Jessica e la madre annuì con la testa.

"Secondo me è meglio così... Il ragazzo è libero di dirglielo quando vuole... Vado a fare il letto per lui, tesoro" aggiunse lei entrando in camera di Jessica. Dopo che la madre ebbe finito, la ragazza si levò il vestito e indossò una felpa che andava fino a metà coscia, si struccò e si raccolse i capelli in uno chignon. Proprio mentre si stava raccogliendo i capelli, qualcuno bussò alla porta della camera.

"Entra" disse Jessica e Peter fece il suo ingresso in soli boxer. Jessica quasi cadde alla vista del suo migliore amico con gli addominali in bella vista.

"O mio dio Pete! Metti qualcosa addosso!" esclamò Jessica con una mano sugli occhi, diventando rossa in viso, cominciando a frugare nell'armadio. Trovò la maglia che le aveva prestato Peter uno o due mesi fa quando dopo la battaglia in Germania si ritrovò senza nessuna maglietta da indossare e un pantalone che suo cugino aveva lasciato lì.

"Scusa" commentò Peter per poi ridere, mettendosi le cose che le aveva dato Jessica.

"Cosa ridi?" chiese Jessica mettendo il telefono in carica e Peter fece spallucce ammiccando.

"La tua stanza è molto carina" disse Peter guardandosi intorno. Aveva ragione, Jessica aveva buon gusto.
La stanza aveva la carta da parati di colore rosa cipria, il letto matrimoniale rivestito da una plaid del medesimo colore, due comodini ad entrambi i lati dove sopra si trovavano due lampade, sopra il letto si trovavano tre quadri costeggiati dalle lampadine che emettevano una luce fioca, un balcone e l'armadio altrettanto grande. Il lettino di Peter era posto vicino al balcone.

"Beh... Poteva anche non metterlo il lettino" ammettè Peter facendo segno al grande letto matrimoniale dove Jessica era seduta.

"Non siamo poi così intimi" aggiunse la ragazza inarcando un sopracciglio e il ragazzo fece spallucce, Jessica prese l'acqua ossigenata e l'ovatta e fece segno a Peter di avvicinarsi, il ragazzo obbedì e sedendosi accanto a lei. Jessica lo medicò, passandogli delicatamente l'ovatta bagnata dall'acqua ossigenata sopra il taglio che aveva sulla guancia. Jessica si passò da una mano all'altra il viso del ragazzo per poi guardarlo negli occhi.

Ciò che eri non determina ciò che sei || Marvel StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora