Il viaggio per Londra, in aereo fu molto veloce, forse perché l'ansia di Jessica aumentava in un attimo e perciò passò tutto il tempo a pensare e ripensare a Peter e quello che stesse facendo, se fosse in pericolo. Durante il tragitto, forse a metà, decise di telefonare Happy.
"Ehi Happy hai notizie di Peter? O magari di Fury?" chiese la ragazza.
"Sto andando a prendere Peter in Olanda con uno dei tanti Jet della Stark's Industries... Mentre di Fury non so che dirti" rispose Happy.
"Cazzo... Come ha fatto? Oh, va bene, non perdiamo in chiacchiere..." mormorò Jessica fra se e sè; "Senti Happy, potresti dirmi dove ti trovi ora?" chiese lei.
"Sono quasi a Berlino..." rispose lui.
"Bene... Puoi dirmi come è fatto il jet?" chiese nuovamente Jessica.
"È bianco con la scritta Stark's Industries..." disse Happy.
"Ok Happy, sto venendo a cercarti..." annunciò lei e Happy sospirò annuendo. Dopo aver chiuso la telefonata, Jessica prese il suo zaino e si avvicinò a Michelle.
"MJ, scusami tanto, davvero, devo andare a cercare Peter, inventa una scusa per il professore" le sussurrò all'orecchio Jessica, tutto ad un fiato e Michelle le lanciò un'occhiata obliqua, ma Jessica non le diede altra risposta, si incamminò per l'uscita d'emergenza, controllò che nessuno l'avesse vista, aprì lo sportello e lanciò un sospiro nervoso. "Per Peter" mormorò tra sé e se per poi lanciarsi nel vuoto. Il suo corpo si tinse di colore rosso scarlatto e prese a collegarsi con la mente con Happy.
"Sai dirmi cosa vedi?"domandò Jessica.
"Oh mio Gesù, mi sono spaventato... Vedo solo prateria..." rispose lui.
"Perfetto, anche io, a quanti metri di altezza ti trovi?" chiese lei.
"Centomila metri" ammettè Happy.
La ragazza si alzò di più e prese a scrutare il cielo. Dire che fu stata venti minuti a volare, è dire poco: l'ansia per Peter e Happy che non si faceva vedere, creavano un senso di angoscia nel cuore della ragazza. Ma proprio quando stava perdendo le speranze, vide un Jet bianco e distinse le parole: 'Stark's Industries' di un blu oltremare incise sul Jet. Jessica lanciò un sospiro di sollievo e si diede ad uno sprint velocissimo verso l'aereo. Happy non l'aveva vista e per questo, la ragazza prese il Jet dalla parte del fondo, e lo fermò. Jessica sorrise soddisfatta per la sua forza, poi entrò. Dentro era tutto bianco, con divanetti e poltroncine di un marroncino ocra, Happy, invece, se ne stava seduto con una mano sul petto, ansimando.
"È la seconda volta che mi hai fatto spaventare... Sei una forza, ragazza" disse lui sorridendole.
"Si, fantastico, ma ora parti a massima velocità" ordinò Jessica e lui le obbedì senza esitare.
Jessica si sedette vicino a lui e cercò di calmarsi, massaggiandosi le tempie. Meno di venti minuti e già erano lì, Happy atterrò su un campo da mille colori: lavanda, gerani, tulipani, ecc. Appena il Jet fu parcheggiato, Jessica aprì la porta e fece comparire la scala.
"Peter!" urlò lei ma un Peter con graffi e varie lesioni, la fermò.
"Jessica? Sei tu?" chiese il ragazzo.
"Certo che sono io, chi potrei essere?" rispose lei con fare ovvio, avvicinandosi al ragazzo.
"Aspetta, aspetta... Dimmi una cosa che solo tu sai!" esclamò Peter e Jessica pensò a qualcosa.
"Ti ricordi di quando siamo caduti nella neve e zia May ci ha urlato contro? Beh-" spiegò lei ma Peter la fermò.
"Ok, ok, sei tu" rispose il ragazzo avvicinandosi a lei. Jessica lo strinse in un abbraccio forte e caldo. Non c'era bisogno di parole, quell'abbraccio diceva tutto. Dopo, Jessica lo aiutò a salire le scale. Happy prese medicine e garze per curare le ferite di Peter. Mentre Happy metteva in moto il Jet, Jessica cercava di ricucire una ferita sul collo di Peter.
"Jessica fa piano" mormorò il ragazzo; "Ahi!" urlò nuovamente lui.
"Stai calmo, dannazione!" esclamò lei ma Peter si alzò.
"Come fai a dirmi di stare calmo quando ho fatto un mega casino? Mi sono fidato di Beck, d'accordo? Pensavo fosse mio amico e gli ho dato l'unica cosa che il signor Stark mi aveva lasciato e adesso ucciderà i miei amici e mezza Europa! Non dirmi di stare calmo!" abbaiò lui con gli occhi lucidi, con un tono che Jessica non aveva mai sentito addosso a Peter, il ragazzo si sedette su un sedile e si mise le mani tra i capelli, guardando il pavimento e tirando su con il naso; "Scusami, scusami per aver alzato la voce... Mi manca... Mi manca moltissimo... Dovunque mi giro, vedo la sua faccia e tutto il mondo si domanderà chi sarà il prossimo Iron Man e non so se sarò in grado, non so se sarò Iron Man..." commentò con voce arsa dalle lacrime.
"Nessuno può eguagliare Tony, nemmeno Tony, lui era un disastro, cambiava idea continuamente, ma non ha mai cambiato idea su di te, Peter... Ora cosa facciamo? Happy? Idee?" chiese Jessica a tutte e due.
"Io un'idea ce l'ho..." ammettè Happy e dietro di loro si espanse l'aereo, dando vita ad uno scompartimento di colore argenteo con computer e marchingegni vari, soprattutto al centro, simile ad una culla d'ibernazione, proprio come nei film fantascientifici. Peter, come se si trovasse davanti un banchetto di cibo dopo aver passato giorni senza mangiare, guardava ammaliato i computer, poi si girò verso Jessica. La ragazza capì cosa aveva proposto Happy allora parlò.
"Devi farti un costume" lo incoraggiò Jessica sbrigativa, per farglielo capire. Lui guardò prima i computer e poi Jessica.
"Davvero?" chiese con voce incredula.
"Esatto, mettiti all'opera, spidey" disse Jessica e lui non se lo fece ripetere due volte, subito si mise ad armeggiare.
"Isola Ragnatela Teaser, riconfigura e aumenta il voltaggio con il fattore del venticinque per cento, dammi controllo manuale completo del detonatore..." mormorò Peter ai computer.
"Io penso alla musica" annunciò Happy, e subito risuonò 'Back in Black' degli ACDC.
"Oh sì! Adoro i Led Zeppelin!" esclamò Peter e Jessica si mise una mano in fronte.
"Certo, certo" mormorò la ragazza per poi avvicinarsi a Happy.
"Io non ho il costume nello zaino..." lo informò Jessica ma Happy rise.
"Ne ho diverse copie nel coso dell'aereo dove si mettono le valige a bordo BLABLABLA..." annunciò Happy lasciando di stucco la ragazza.
"Pensavi che mi sarei dimenticato dei costumi del Capitano?" chiese poi e Jessica annuì andando a cercare dove aveva detto Happy. Una volta trovata la tuta di Natasha con lo stemma di Cap, la indossò e lanciò un'occhiata al ragazzo, concentrato a creare il costume. Qualche decina di minuti dopo, Happy si avvicinò a Jessica.
"Fury ha capito il messaggio in codice..." annunciò Happy.
"Bene, tu andrai a salvare i nostri amici, io ti aiuto ma devo pensare anche agli altri civili, mentre Peter se la vede con Beck" spiegò Jessica e Peter e Happy annuirono. La ragazza si avvicinò a Peter e lo abbracciò.
"Temevo di non rivederti più" mormorò Peter aspirando l'odore al muschio bianco della ragazza.
"Lo so, Peter... Ti ha traumatizzato?" chiese Jessica sempre sussurrando alzando la testa dal petto del ragazzo e incrociando i suoi occhi con quelli del ragazzo. Il contatto che era essenziale.
"Abbastanza... Ma ora sono qui e vederti, mi far stare bene, più di quello che pensi" sussurrò il ragazzo con gli occhi lucidi mentre la Jessica gli accarezzava la guancia. La ragazza non resistette alla tentazione, e si avventò sulle labbra del ragazzo. Un bacio che ricomponeva tutto ciò che si era rotto in quell'arco di tempo, un bacio che cuciva le ferite e consolava più di ogni altra cosa. Le cose belle durano poco, infatti, Happy li interruppe.
"Jes- Oh..." fece per chiamarla, ma si fermò vedendo i due, subito i ragazzi si staccarono imbarazzati.
"Oddio, scusa Happy" mormorò Peter rosso in viso.
"Stavi dicendo?" chiese Jessica fredda e arrabbiata poiché Happy aveva interrotto quel momento così bello.
"Siamo arrivati" rispose Happy e i ragazzi si sporsero verso i finestrini ad osservare Londra in tutta la sua magnificenza.
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Ciò che eri non determina ciò che sei || Marvel Story
Fiksi PenggemarJessica Evans, una ragazza di 14 anni, ex agente dell'Hydra, riuscirà a imboccare la strada che tanto ambisce e allearsi con gli Avengers? E se entrasse a fare parte del famoso gruppo, cosa succederà? Nella storia verrà introdotto anche Peter Parker...