"A casa"

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Quello stesso giorno, dopo la battaglia contro l'Incantatrice, dopo l'arrivo di Peter, si presentò Steve e Natasha ansimanti, evidentemente avevano corso.

"Jessica!" mormorò Natasha scostando Peter e abbracciandola, facendo un sospiro di sollievo; "Mi sono preoccupata, cavolo! Potevi morire!" esclamò lei.

"Quante volte ho rischiato di morire?" chiese Jessica sorridendo e Natasha sbuffò, sciogliendo l'abbraccio.

"Scusami Jessica, per averti sottovalutato..." ammetté Steve prendendo il braccio della ragazza e mettendolo sulla sua spalla, aiutandola a camminare.

"Ho la scorza dura... Ma ora, rispondi sinceramente, ti fidi di me?" chiese lei fermandosi.

"Mi fido" rispose Steve sorridendo, Jessica lo imitò.

Dopo qualche settimane dallo scontro con L'Incantatrice, fu l'anniversario di Jessica e Peter. Decisero di andare al ristorante, tutto andò per il verso giusto se non fosse che il cameriere la chiamò 'Signorina Parker' e Jessica arrossì vistosamente mentre Peter ridacchiava e se ne uscì con: "Cosa c'è? Ti piace essere chiamata così?" ghignò e Jessica lo fulminò con lo sguardo.

Dopo due settimane, fu finalmente Natale. Jessica fu felice per le vacanze e per tutto il tempo che poteva passare con Peter in quei giorni non per la festa in sé. L'inverno e il freddo alle piacevano, perché le trasmettevano pace e serenità. Amava coricarsi sotto le coperte calde, studiare davanti il camino acceso, indossare morbidi e comodi maglioni e godersi la neve quando iniziava a scendere ricoprendo il suolo con il suo manto candido e soffice. Ma per quanto le piaceva l'inverno, c'era una cosa che non la faceva entusiasmare molto. Era proprio il Natale. Smise di percepire l'atmosfera natalizia quando aveva solo dieci anni. Quando le fu tolta la libertà, no? Ma l'entusiasmo di Peter come quello di un bambino non appena arrivava il Natale, fece sorridere Jessica.

Il giorno di Natale, Jessica si svegliò di soprassalto, notando l'orario, si fece una doccia veloce e pettinò i capelli lasciandoli sbarazzini, indossò un maglione nero, un jeans e degli stivali con un po' di tacco. Prese di corsa il giubbotto, il telefono e la busta con i regali, salutò i suoi genitori e si alzò in volo verso casa di Peter. Arrivata, bussò e le venne ad aprire May.

"Ehi, ciao! Buon Natale!" esclamò la donna abbracciandola.

"Buon Natale May" mormorò Jessica ancora abbracciata alla donna e poi si staccarono.

"Peter è in camera" disse lei tornando in cucina ma Jessica si ricordò di una cosa importante.

"Ehi May... I miei genitori vi hanno invitato a cenare da loro, se vi va, siete i benvenuti" spiegò la ragazza e May sorrise per poi rispondere.

"Va bene, Jessica... Verremo" rispose la donna, poi Jessica le recò un leggero sorriso per poi entrare in camera di Peter. Il ragazzo stava aggiustando il suo costume dell'amichevole Spider-Man di quartiere, evidentemente si era imbattuto in qualche lotta che gli aveva provocato dei tagli, ma in realtà il viso di Peter non mostrava nessun taglio, mentre per il corpo, beh... Indossava una camicia bianca quindi Jessica non poteva vedere.

"Peter, buon Natale..." sussurrò Jessica chiudendosi la porta alle spalle, Peter buttò il costume nell'armadio e si fiondò tra le braccia della ragazza.

"Buon Natale" aggiunse lui sorridendole per poi darle un bacio a fior di labbra. Quando si staccarono e sciolsero l'abbraccio, Jessica gli diede il regalo e Peter le porse il suo. Tutti e due scartarono i pacchi, Peter trovò un cofanetto con tutti i film di Star Wars con scene inedite e commenti dei registi, invece Jessica ricevette un anello con una frase sopra: 'ciò che eri, non determina ciò che sei'. A quella vista, sorrise alzando lo sguardo verso Peter che stava guardando estasiato il cofanetto, la ragazza gli si avvicinò e gli diede un leggero bacio sulla guancia.

Quella sera Peter e May furono a casa sua, Jessica aveva indossato un semplice vestito rosso che andava sopra il ginocchio, aveva lasciato i capelli e aveva messo dei tacchi bassi neri. Peter per tutta la sera non aveva balbettato, certo all'inizio il suo viso era un po' paonazzo ma per il resto della serata restò impassibile.

Gennaio, Febbraio e Marzo passarono subito; Peter continuava a fare i suoi giri di ricognizione mentre Jessica si allenava insieme al suo ragazzo.

Jessica stava facendo la sua valigia perché il giorno dopo sarebbe dovuta andare in gita con la scuola, quando una voce stranamente familiare la fece distrarre.

"Dovresti chiudere le finestre" disse la voce con un tono di malizia in voce, Jessica si voltò e vide una donna dai capelli biondi, era Natasha.

"Nat!" esclamò Jessica abbracciandola, la spia ricambiò l'abbraccio. Quando sciolsero l'abbraccio, Jessica inarcò un sopracciglio e Natasha sospirò.

"Jess... Ci serve il tuo aiuto... Siamo io, Steve, Sam e Visione... Mi dispiace, qualunque cosa tu debba fare, ma la causa ora più grande, Visione è stato attaccato da una donna... Un alieno... Non conosciamo il suo nome, ha detto solo che lui arriverà..." spiegò la donna e Jessica annuì con la testa. La ragazza diede un ultimo sguardo alla valigia pe poi prendere carta e penna.
Cominciò a scrivere mentre Natasha osservava la ragazza scrivere.

'Mamma,
Sono dovuta scappare via... Natasha è Steve hanno bisogno del mio aiuto.

Ti voglio bene,
Jessica.'

Jessica prese il telefono e scrisse un messaggio a Peter.

'Pete, scusa, ma domani alla gita non verrò... Nat e Cap hanno bisogno di me, non so se ci sarà una battaglia... Qualunque cosa succeda, non preoccuparti per me...'

"Beh... Finalmente hai trovato qualcuno... Non sarà il ragazzo ragno?" chiese Natasha con un sorriso sincero, la ragazza annuì e la spia cominciò a ridere. Non sapeva se alla fine del messaggio dovesse scrivere 'Ti amo', ma Jessica non è una persona sentimentale, Peter l'avrebbe capito.
La donna le diede una pacca sulla spalla amichevole e insieme uscirono da casa.
Il quinjet era parcheggiato in un'ampia parte di terra poco lontana da casa, lungo il tragitto Jessica chiese a Nat se sapesse cosa stessero per affrontare e lei rispose che non sapeva niente.
Le due entrarono e vi trovarono Visione che stava seduto con le mani in mano, Cap che stava discutendo con Sam e Sam alla guida. Steve era cambiato molto, aveva i capelli più lunghi dell'ultima volta che Jessica l'aveva visto e la barba lunga, la ragazza dovette ammettere che con la barba era molto più attraente; Sam era rimasto lo stesso invece.

"Jessica, scusa se abbiamo interrotto qualunque cosa tu stessi facendo... Ma la causa ora è molto più grande, a quanto pare..." spiegò Steve e Jessica scosse la testa.

"Non preoccuparti... Tutto apposto" rispose Jessica sorridendogli, per poi abbracciarlo e dargli una pacca sulle spalle.

"Ehi uccello" Jessica punzecchiò Sam e lui rise.

"Ehi strega... Ho sentito di quello che hai fatto un anno fa, volevo congratularmi" disse lui sorridendole e Jessica fece il finto broncio per poi sorridere.

"Oh si, anche io volevo complimentarmi" commentò Visione seduto dietro di loro.

"Beh, grazie..." aggiunse Jessica sorridendo a tutti e due.

"Cap, dove andiamo?" chiese Sam mettendo le mani sui pulsanti per far sollevare in aria il quinjet.

"A casa" mormorò Steve e Sam annuì.

Ciò che eri non determina ciò che sei || Marvel StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora