6.Illegal work.

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La notte seguente non dormì affatto, avevo il sonno disturbato, sentivo ancora la presa di Harry su i miei polsi, sui quali si erano formati dei piccoli lividi. Nessuno mai si è permesso di farmi del male, neanche i miei genitori, ma voglio pensare che Harry non l'abbia fatto apposta.

Il mio cervello sta andando in tilt, è da quando se n'è andato che il mio cervello non fa altro che pensare a quegli occhi verdi, così belli ma allo stesso tempo terrificanti. Dietro quel suo sapetto talvolta angelico, formato da ricci, fossette e occhi smeraldi, compare un diavolo, ricco di risentimento e odio verso il mondo.

E questa cosa mi intriga davvero tanto.

Per cercare di pensare ad altro presi il mio cellulare e vidi che c'era una chiamata persa da Liam. Allora lo richiamai.

<<Sherazade!>>

<<Liam, scusami se non ti ho chiamato prima ,ma credimi ho avuto molto da fare.>>

<<Oh, non ti preoccupare, non ti devi giustificare, sono certo che non è facile ambientarsi in quel luogo, per una principessa così raffinata e delicata come te. Comunque come sta procedendo il tuo sogno?>> Le sue parole sembravano veleno. Non l'ho mai sentito così, questo mi rattrista .

<<Liam so che questa mia scelta non ti è piaciuta, ma spero che tu capisca...>>

<<Capisco che tu mi hai lasciato qui da solo ad organizzare il nostro matrimonio>> la sua voce è leggermente alta.

<<Mi dispiace ma voglio provare per lo meno una volta nella mia vita la sensazione di non sapere quello che succederà domani o tra due settimane, senza nessun organizzazione o imposizioni dei miei genitori. Ti ho chiamato per condividere la mia felicità ma a quanto pare ho sbagliato!>> Ero completamente fuori di me, non mi sarei mai aspettata di Liam un comportamento del genere.

<<Hai ragione ,scusami. È che mi manchi. Scusami amore davvero>> il suo tono era visibilmente più basso e dolce.

Infondo lo capivo, anche io sarei triste al suo posto.

<<Va bene>> sospirai.

La telefonata procedette per circa un' ora su Liam che mi raccontava in modo minuzioso tutti i preparativi del matrimonio , su quanto Lalita lo stava aiutando davvero tanto. Quando staccammo la chiamata scoppiai in un pianto isterico, pensando che il mio destino non era questo che mi stavo creando adesso.

Mi alzai nel cuore della notte,in preda all'ansia, andai silenziosamente in silenzio per prendere un bicchiere d'acqua, decisi di appisolarmi sul divano, ma quando mi ci buttai su, schiacciai qualcosa o meglio qualcuno.

<<Mio Dio>> gridai mettendo le mani sulle labbra, quando notai Harry disteso sul divano.

<<Mi hai frantumato le costole>> sbuffò mettendosi le mani fra i capelli.

<<Sei sempre in mezzo, come il prezzemolo , ma dico io, una casa te no eh?>> incrociai le braccia al petto fissandolo accigliata.

<<È questa la mia casa>> mi tirò per un braccio facendomi cadere su di lui.

<<C-cosa? Non credevo che abitavi anche tu qui>> chiesi stranita, mentre ero seduta sulle sue gambe.

<<In realtà ho una mia casa, ma non ci sto quasi mai, sto sempre qui con i ragazzi, e da quando ci stai te qui, ho un motivo in più per star qui>> mi fece un occhiolino mentre respiravamo l'uno contro l'altra.

<<Povera me, dovrò sopportarti>> sbuffai e mi alzai ma mi ritrovai sospesa in aria appoggiata alla sua forte spalla.

<<Sei pazzo o cosa?>> domandai ostile.

La principessa Sherazade||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora