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Mi staccai dal baciò e sorrisi. Lui mi abbracciò da dietro e chiese
-Di cosa stavate parlando?-
Meredith stava per rispondere ma io la precedetti e, lanciandole un'occhiataccia, dissi
-Niente.-
Lei mi guardò confusa e io scossi la testa come per dirle di stare zitta e non dire niente.

Sono fidanzata con Thomas da 4 mesi, lui è la prima persona che ho conosciuto qui. Avete presente la persona che mi aveva riportata in hotel quando io ero uscita a vedere New York? Ecco è lui.

Appoggiai la testa al suo petto e Mer disse a Thomas
-Mi ha stesa al corpo a corpo.-
-Wow la mia donna migliora di giorno in giorno.- disse lui orgoglioso.
Sorrisi.

-Ok piccioncini vi lascio da soli. Ho proprio bisogno di una doccia. - disse Mer uscendo dalla palestra.

Mi girai verso di Thomas quando lui disse "andiamo" e lo guardai confusa.
-Dove?-
-In camera mia.- disse malizioso.
Mi prese in braccio e con la velocità da vampiro mi portò in camera sua.

Appena arrivammo, chiuse la porta e mi poggiò a terra e iniziò subito a baciarmi sulle labbra con pressione per poi scendere verso il collo.

Scese con le mani verso il mio sedere.
Strizzai gli occhi, sperando di scacciare quel senso di repulsione che mi sta invadendo il corpo.

In qualche modo mi sentivo sbagliata, come se baciare e lasciarmi toccare da lui mi facesse sentire sbagliata.

È come se stessi donando la mia verginità a qualcuno che non la meritava, ad una persona alla quale io non volessi donarla.

Nemmeno le mani che ora mi stavano spingendo contro il letto sono le mani dell'uomo che dovrei amare con tutta me stessa e con la quale vorrei passare il resto della mia vita.
L'uomo con la quale vorrei perdere la verginità.

Improvvisamente mi ritrovai stesa sul letto con Thomas sopra di me, e le sue mani che si insinuavano sotto la mia maglietta, scorrendo fino al mio reggiseno.

Questa situazione mi disgustava.

Profondamente.

Lo stomaco mi si contorse quando Thomas si tolse la maglietta e tornò a baciarmi il collo continuando a scorrere le mani verso il mio seno.

La sua intimità mi premette contro quel punto dove lui non ci sarebbe mai dovuto stare, e un conato di vomito mi risalì lungo la gola.

Non voglio farlo. Non voglio lui. Voglio che se ne vada. Subito.

-Thomas aspetta, fermati- mormorai, ma lui parve non sentirmi.

Continuava a baciarmi e a mordermi il collo con forza.
È come se gli ormoni avessero preso il sopravvento sulla sua logica e sulle sue azioni.

-Thomas non me la sento.- ripetei.

Cercai di respingerlo premendo i palmi sul suo torace, ma non funzionò.
Il panico prese il sopravvento non appena lui tentò di infilare una mano sotto le mie mutande.

A quel punto, con una forte spinta lo scacciai, facendolo cadere giù dal letto.

Alzai la maglietta e strinsi le braccia al petto, come se i vestiti che indossavo non bastassero a coprire tutto ciò che lui stava per prendere.

-Ma che cazzo ti prende?- si alzò in piedi urlando.
-N-non me la sento.- balbettai.
-Amy stiamo insieme da quattro cazzo di mesi e non ti sei mai fatta toccare. Che problemi hai?- urlò più forte spaventandomi.

Appena lo sentì urlare la mia mente collegò alla lite avuta con Klaus.

Strinsi le braccia intorno alle ginocchia facendomi piccola, non guardandolo in faccia.

-Rispondimi.- continuò ad urlare.
-Non sono pronta.-
-E quando lo sarai?-
-I-io non lo so.-
-È perché c'è tuo padre nell'altra stanza?-
-Non è mio padre-
-Sì che lo è.-
-Beh allora fa schifo ad esserlo.-
-Amy smettila di fare la preziosa. Tutti vorrebbero averlo come padre.-

In quel momento la rabbia mi sopraffasse. Altroché disagio ora mi sentivo furiosa.
E non poco.

-Ah sì? Che padre ucciderebbe un amico di sua figlia solo per averla con sé?-
-Un padre che la ama.-
-No. Un padre psicopatico.- urlai
-Io lo so che mi vuole qui per una ragione, io so che non mi vuole qui solo perché sono sua figlia.-
-Amy hai trovato finalmente un padre che farebbe di tutto per te perché non puoi semplicemente essere felice e cercare di conoscerlo invece di allontanarlo continuamente?- alzò la voce pure lui.

Mi alzai avvicinandomi a lui ed urlai più forte.
-Perché non voglio. Mia mamma mi ha sempre parlato male di lui e c'è una ragione. Mi ha sempre detto di non cercarlo e la ragione è perché è uno psicopatico.- gli puntai un dito contro.
-Tua mamma è una puttana che spara cazzate.- gli tirai uno schiaffo senza pensarci due volte.

-Prova a dire ancora una volta una cosa del genere e giuro su me stessa che dirò al mio caro paparino di ucciderti.- sibilai velenosa per poi dirigermi verso la porta e sbatterla.

𝔼𝕋𝔼ℝℕ𝕀𝕋𝕐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora