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La sua mano si bloccò di colpo.
-Cosa?- sbiancò.

Io non fiatai.

-Amy dimmi che ho sentito male, ti supplico di dirmi che ho sentito male, ti supplico.- mi pregò con gli occhi.
-Ti prego... non farmelo dire un'altra volta.- iniziai a sentire le lacrime scendere sul mio volto.
-Amelia...- mi guardò.
-No, no. Non guardarmi così. Non tu.- dissi allontanandomi da lui smettendo di ascoltare ciò che mi stava dicendo.
Andai sul balcone e presi dei lunghi respiri che però non aiutarono. Mi sento soffocare, non riesco a respirare.

Cercai di respirare. Respirare, respirare, respirare. Perché non ci riesco? Mi sento come un peso sul petto, come se avessi un macigno addosso. Provai a prendere lunghi respiri, provai, provai, provai.

Ci provai così come provai ad allontanare lui.
Ora sperai di riuscire a respirare così come allora sperai di non sentire più le sue mani addosso.
Ora sperai di riuscire a tornare a star bene così come allora sperai che fosse tutto un brutto, bruttissimo incubo. Speravo ora così come speravo allora cose che non riuscivo a far avverare.

L'aria iniziò a mancarmi sempre di più.

-Amelia guardami, guardami ok? Respira con me, ripeti ciò che faccio.- disse velocemente Nik vedendomi in difficoltà. Iniziai a respirare come mi stava mostrando lui. Perché mi sento non meritevole del suo aiuto? Perché mi sento come se tutto questo fosse sbagliato? Come se noi fossimo sbagliati.

Misi da parte i pensieri quando lui appoggiò la sua mano sulla mia e cercai di respirare come lui.
Stavolta ci riuscii, riuscii nel mio intento e così il mio respiro tornò alla normalità. Riuscii a calmarmi.

-Sto bene.- dissi abbassando la testa verso il pavimento mettendomi le mani nei capelli.

Sto bene, sto bene, sto bene.

-È successo due mesi fa?- mi chiese lui dopo un po', piano, come se avesse paura della mia reazione.
Alzai la testa di botto. Come lo sa?
Annuii leggermente.

-Il 27 maggio. 68 giorni fa.-
-Amy so che non vuoi parlarne ma devo sapere. I-io devo- si bloccò e poi continuò
-Che tipo di violenza? Psicologica...- fece una pausa per cercare di non mostrarmi la rabbia che stava provando in questo momento. -fisica o sessuale?-
Scossi la testa.
-No, no, no.- sussurrai mettendomi le mani nei capelli.
-Amelia ti supplico.-
-Smettila, smettila di dirlo.- basta, basta, basta.
-Amelia ho bisogno di saperlo. H-ho bisogno di saperlo.- balbettò in difficoltà.

Alzai lo sguardo verso di lui. Ci guardammo per tanto, tanto tempo finché lui non parlò.
-Tu vuoi aiutare me ma io non posso aiutare te? È così che funziona? Cazzo Amel-
-Tutte e tre.- lo interruppi.

Lui si alzò di botto come se si fosse scottato e iniziò a camminare per la stanza.

-Amy dimmi che è uno scherzo. Dimmi che è solo un brutto scherzo per farmi perdere il controllo.- si bloccò per guardarmi in cerca di risposte.
Appena capì che non era uno scherzo, mi diede le spalle e si diresse verso la porta.
-Klaus... Klaus dove vai? Klaus ti prego. KLAUS.- urlai cercando di stargli al passo ma stava andando troppo veloce.

Lui continuò a correre finché non entrò in una stanza e solo quando sentii una voce capii chi stava cercando.

-Ma sei pazzo? Sono le cinque del mattino.-
-Vieni con me.- disse serio a Freya.
-Qualunque cosa sia successa la possiamo rimandare a domani mattina.- disse lei spegnendo la luce.
-Ho detto di alzarti.- alzò lui la voce.
Lei, capendo che c'era qualcosa che non andava, decise di alzarsi pronta a seguire Nik.
Quando lui si girò verso di me non mi guardò neanche in faccia.

-Klaus ti prego non fare cavolate io sto bene.- dissi calcando le ultime tre parole ma lui mi superò senza ascoltarmi, sembravo invisibile.

-Cerca Mikael e John.- ordinò a Freya quando arrivammo in salotto.
Lei sembrò confusa infatti mi guardò.
-Non guardare lei, ti ho detto di cercarli.- urlò lui.
-Cos'hai intenzione di fare?-
-Tu trovali cazzo!- urlò più forte lanciando un bicchiere che c'era sul tavolino contro il muro.
Mentre lo lanciò mi stava guardando. Vuole che abbia paura di lui, vuole che mi allontani.

In quel momento entrarono in salotto Hayley, Elijah e Rebekah visibilmente confusi da tutto questo casino. Chiesero cosa stesse succedendo ma nessuno rispose.
Io non risposi perché a me non interessa nulla di loro adesso, mi importa solo ed esclusivamente di lui.

-Klaus.- mi avvicinai a lui scuotendo la testa. -Io sto bene, sto bene davvero. Non devi fare cosi.-
-Così come Amelia? Così come eh?-
-Non devi darti la colpa.-
-Non devo darmi la colpa? È questo che dovrei fare?- alzò la voce.
-Si cazzo si.- urlai pure io.
-Non devo darmi la colpa.- rise amaramente scuotendo la testa.
-Devo trovarlo.- sfuggì dalla mia vista andando verso Freya.
-Non riesco a trovarli.- disse lei.
-IMPEGNATI DI PIÙ.-

Peccato che lui non sappia, peccato che non sappia che anche se li trovasse sarebbe tutto inutile. Perché lui è morto, è morto e non pagherà mai per quello che mi ha fatto, non vivrò sapendo che lui ha pagato le conseguenze delle sue azioni, non pagherà un bel niente.

E ora Nik si sta incolpando, si sta dando la colpa per un qualcosa in cui non c'entra nulla, si sta incolpando per niente. E vederlo così fa male, fa così male che lui è passato in secondo piano, lui non è al centro dei miei pensieri ora, solo Nik lo è.

-Klaus è tutto inutile.- dissi ma lui sembrò non sentirmi.
Lo ripetei ma non cambiò nulla.
-Klaus è inutile dannazione.- alzai la voce.
Finalmente mi guardò.
-Si è ucciso. Dopo aver...- mandai giù il groppo che avevo in gola. -si è ucciso davanti ai miei occhi...- feci una pausa e poi rialzai lo sguardo verso di lui. -È tutto inutile.- conclusi.

Lui gridò mentre buttava in terra tutto ciò che c'era sul tavolino. Poi quando si calmò mi guardò.
-Voglio sapere tutto. T-tutto quello che ti ha fatto. Voglio... voglio sapere tutto.- balbettò puntandomi l'indice contro.

Non l'ho mai visto così vulnerabile. E sapere che è colpa mia mi fa soffrire, mi fa dannatamente soffrire.

Scossi la testa.
-No, non farmi questo.- cercai di trattenere le lacrime.

Lui iniziò a tirarsi i capelli camminando avanti e indietro.

-È per questo che non dormi... per questo hai detto che mi volevi accanto due mesi fa... ecco perché cazzo ti lavi più spesso.- collegò i pezzi. Le lacrime iniziarono a scendere.
-Klaus...-
-Perché ti lavi così spesso Amelia?-

Smisi di guardarlo, spostai lo sguardo verso Hayley, Rebekah ed Elijah che mi guardavano dispiaciuti. Reb aveva le lacrime agli occhi, Hayley si stava morendo l'interno guancia. Le mie mani iniziarono a tremare, così come le gambe. Non riesco più a reggermi in piedi cosi come non riuscivo a reggermi in piedi allora dopo che succese tutto.

-Perché Amelia? Perché?- Nik alzò leggermente la voce.
-Lo sento ancora, sento t-tutto.- mi girai di spalle per non guardare nessuno.
Nik si avvicinò a me, quando lo sentì troppo vicino a me persi il controllo.

-Non avvicinarti da dietro.- urlai allontanandomi velocemente.
Quando però vidi il suo sguardo assente e preoccupato mi sentii in colpa. Non è colpa sua di questa storia, non devo prendermela con lui per ciò che mi è successo.

-S-scusa. Scusami. È-è che è cominciato tutto così. Lui...- mi bloccai. -Solo non farlo più.- lo pregai con lo sguardo.
Lui addolcì un po' lo sguardo.
-Ti prego Amy ho bisogno di sapere.-
-Non posso, i-io...- mi bloccai sperando che lui mi capisse.
-Se ne parlo diventa tutto reale e io n-non sono ancora pronta.- mi bloccai di nuovo per colpa delle lacrime.
-Solo non ora, ti prego... ti supplico non farmi parlare ora di quello che è succes- mi bloccai quando sentii le sue braccia stringermi.
Mi appoggiai al suo petto continuando a piangere mentre lui mi accarezzava i capelli.
-Shh è tutto ok, è tutto ok Amelia, andrà tutto bene, starai bene.-
-N-non capisco perché l-l'ha fatto. V-volevo solo aiutarlo.-

Lui mi strinse più forte a sé e quando vide che le mie gambe non avevano smesso di tremare mi prese in braccio e andò a sedersi sul divano senza smettere un secondo di tenermi stretta.

E io piansi.
Piansi per ciò che mi parvero secoli, piansi davvero per la prima volta da quando succese tutto, mi liberai di un minuscolo peso che avevo al cuore, mi liberai da un po' di dolore.

E lui non se ne andò, non mi lasciò neanche per un secondo da sola.

𝔼𝕋𝔼ℝℕ𝕀𝕋𝕐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora