-Non dire così.- dissi mentre diverse lacrime mi rigarono la guancia provocandomi un dolore al contatto con la ferita.
-Ti prego non dirlo.- lo supplicai.
-È tutta colpa tua.- disse con una tale rabbia da farmi vibrare le ossa per poi sbattermi la porta in faccia.
Con tutta la forza che avevo in corpo, mi rintanai in camera per poi appoggiarmi alla porta e piangere come non avevo mai fatto in vita mia.Inizio flashback
-Hey Reb per caso sai dov'è Nik? Non lo trovo da nessuna parte.- dissi entrando in camera sua senza neanche bussare.
Lo avevo cercato per tutta casa solo perché mi stavo annoiando e volevo mi tenesse compagnia. Mi svegliai con solo Reb in casa però era troppo occupata per tenermi compagnia. Così iniziai a cercare Nik in tutta casa e con tutta intendo tutta; andai persino nel seminterrato, posto nella quale spero di non doverci andare mai più. Era inquietante.
-È fuori dovrebbe tornare...- sentimmo la porta d'entrata sbattere così forte da far vibrare le pareti -beh, ora.- disse per poi chiudersi in bagno per farsi il suo solito bagno pomeridiano che dura minimo 1 ora e mezza.Uscì di stanza e andai verso l'ingresso sorridente.
-Finalmente sei tornato mi stavo annoiando.- dissi sorridendo e andando incontro a Nik.
Si girò verso di me con sguardo perso e assente.
Mi avvicinai a lui confusa e, appena gli arrivai davanti, cercai di mettergli una mano sulla spalla ma lui si scostò per poi guardarmi malissimo, era la prima volta che mi guardava in quel modo e sinceramente non mi piaceva per niente.
Dalla vicinanza sentì un forte odore di alcool cosa che mi portò a fare uno strano verso per via della puzza.-Klaus sei ubriaco?- chiesi preoccupata cercando di avvicinarmi ma dall'occhiata che mi mandò mi paralizzai sul posto.
-Klaus va tutto bene?-
-È tutta colpa tua.- disse puntandomi l'indice della mano destra al petto, portando la bottiglia di alcool che teneva nella mano sinistra alla bocca per poi berne un sorso.
Chissà quante bottiglie ha bevuto per ridursi in questo stato.
Mi avvicinai a lui con l'intento di togliergli la bottiglia di mano ma lui si allontanò giusto in tempo.
-Quanto hai bevuto?-
-È colpa tua. È colpa tua. È colpa tua.- continuava a ripetere a bassa voce.
-Nik cos'è successo?- chiesi seriamente preoccupata.
Lui alzò lo sguardo per poi puntare i suoi occhi azzurri nei miei.
-Hai rovinato le nostre vite.- disse.
Lo guardai confusa.
-Hai rovinato la mia vita.- continuò.
-Cos'ho fatto Nik? Non capisco.-
-Da quando sei entrata da quella porta hai rovinato la vita di tutti noi. Hai rovinato la mia vita.- mi urlò contro per poi buttare la bottiglia ormai vuota contro il muro accanto a me. Una scheggia mi colpì la guancia sinistra cosa che mi procurò dolore. Gli occhi mi diventarono lucidi ma non per il dolore fisico. Provavo dolore nel sentire la cattiveria con cui mi stava dicendo quelle parole.
Delle lacrime salate iniziarono a rigarmi la guancia sia per lo spavento provocato dalla bottiglia che per il dolore che per vedere Nik in quello stato.
-Perché cazzo sei entrata a far parte della mia vita?- mi urlò contro con tutta la rabbia che potesse avere in corpo.
-Nik mi stai spavent...-
-Non ti voglio più qui. Consegnati pure a Mikael così non dovrò più averti trai piedi.- disse incamminandosi verso camera sua.
Lo seguì con tutta la forza che avevo in corpo.
-Klaus ti prego spiegami cos'è successo. Ti posso aiutare.- lo supplicai piangendo.
-Amelia non voglio il tuo cazzo di aiuto, voglio che tu te ne vada da questa cazzo di casa.-
-Mi prenderanno o morirò.-
-Non me ne frega un cazzo.- mi urlò contro. Ormai era entrato in camera sua.
-Non dire così.- dissi mentre l'ennesima lacrima mi rigò il volto.
-Amelia lo vuoi capire che a me non frega un cazzo di te? Se morissi mi toglieresti solo un cazzo di peso.-
-Nik...-
-Non chiamarmi così.-
-Cosa ho fatto?-
-Sei nata ecco cosa cazzo hai fatto.-
-Non dire così.- dissi mentre diverse lacrime mi rigarono la guancia provocandomi un dolore al contatto con la ferita.
-Ti prego non dirlo.- lo supplicai.
-È tutta colpa tua.- disse con una tale rabbia da farmi vibrare le ossa per poi sbattermi la porta in faccia.Con tutta la forza che avevo in corpo, mi rintanai in camera per poi appoggiarmi alla porta e piangere come non avevo mai fatto in vita mia.
Cos'è successo?In quel momento sentì il telefono vibrare segno che mi arrivò un messaggio. Non avevo la forza di leggerlo ma magari è qualcosa di importante quindi mi alzai dalla porta e andai verso il comodino cercando di calmare i battiti.
Accesi il telefono e mi trovai 2 messaggi da un numero sconosciuto.
Uno era un video, l'altro erano delle coordinate.
Aprì il video con la mano tremante e iniziai a guardarlo.-Ma chi si rivede.- disse Mikael tutto sorridente guardando la telecamera.
-Mi tocca fare il video perché non hai risposto alla videochiamata perciò eccoci qua. Ancora.-
-Oggi nuove vittime... o forse no? Dipende tutto da te mia cara.- si allontanò dalla telecamera per farmi vedere chi aveva preso in ostaggio stavolta. Il battito del cuore accelerò per l'ansia.-Eh già oggi abbiamo preso ben 2 ostaggi. Le conosci molto bene da quanto mi hanno detto.- sorrise per poi togliere il sacco che copriva le teste dei due ostaggi.
Appena vidi di chi si trattava mi portai una mano alla bocca.No. Non è possibile.
-Oggi abbiamo qui la mamma di mia nipote nonché fidanzata di mio figlio e la mia dolce nipotina.- sorrise guardandole per poi ritornare a guardare la telecamera con sguardo cupo.
-Se non vieni da sola al posto indicato dalle coordinate entro un'ora le ucciderò in un modo così atroce che tu non possa immaginare. Ritarda anche solo di un minuto e le ucciderò non prima di essermi accertato di farti vedere il tutto. Se vieni le lascerò andare senza un graffio ma se non vieni penso tu abbia già capito quale sarà la loro fine.- disse.
-Ti sta aspettando Amelia... non farti desiderare.- disse per poi stoppare il video.
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𝔼𝕋𝔼ℝℕ𝕀𝕋𝕐
Vampire• SOSPESA • Amy Cooper è una ragazza di 19 anni che vive a Mystic Falls con la madre Violet. Le sue giornate passano sempre allo stesso modo: va a scuola, torna a casa, pranza, esce con gli amici, ritorna a casa e dorme. La sua quotidianità viene...