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Jimin faceva avanti e indietr davanti le stanze reali

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Jimin faceva avanti e indietr davanti le stanze reali. Ming aveva buttato fuori tutti e aveva insistito a finché fosse uno dei medici del suo regno a visitare la principessa.
A Jimin sinceramente non importava. Si sentiva terribilmente in colpa per quello che era successo.
Sentì un ansimo soffocato dall'interno delle stanze e gli si rigelò il sangue nelle vene.

"È tutta colpa mia" pensò strofinandosi il viso con le mani sporche di sangue rappreso.

«Jimin!» si sentì chiamare. Si voltò, solo per vedere Hoseok trottare dietro un Jungkook con lo sguardo da pazzo «Come sta?» chiese il castano.
«Mi dispiace, mi dispiace da morire! È tutta colpa mia» pianse correndo in contro ai due.
«DIMMI COSA CAZZO È SUCCESSO!» ringhiò Jungkook.
Jimin deglutì «S-Stavamo tornando d-dall'incontro... C'era un carro e lei mi ha spinto via e è finita sotto i massi!»
«Un carro che trasportava massi? Che diavolo ci faceva in quel lato della città?» chiese ancora Hoseok.
«N-non lo so! Mi dispiace Jungkook, davvero! Se non fosse stato per me―» il corvino lo bloccò con un gesto della mano. I suoi occhi eterocromatici puntati sulle porte in legno scuro, che adesso erano aperte.
Il medico si stava congedando, lasciando le ultime indicazioni alla signora Ming. Jungkook non poté non notare le vesti sporche di sangue.

Il sangue di Taehyung.

Si avvicinò alla porta e la sorpassò, senza aspettare il permesso di nessuno.

«C-come sta?» chiese Jimin tremante. Le lacrime riempivano i suoi begli occhi, di norma, sempre pieni di gioia. Ming gli fece un leggero sorriso «Ha perso tanto sangue e ha una spalla slogata... ma si riprenderà»
Entrambi i giovani rilasciarono un gran sospiro di sollievo e, Jimin, si abbandonò a terra. Ora sentiva tutta la tensione, accumulata in quelle ore di stress.
L'amico gli si inginocchiò a fianco e lo strinse a sé per rassicurarlo «Mi dispiace tanto» pianse ancora il biondo tra i singhiozzi.
«Shh, va tutto bene Jiminie. Sta bene. Taetae sta bene» sussurrò il castano accarezzandogli la testa.

Tutti erano talmente presi dalle loro emozioni, per accorgersi del losco figuro che osservava la scena in disparte.

Lui era fermo lì nell'oscurità del corridoio.

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Quando Jungkook entrò nella stanza, Taehyung era addormentato sul letto. Le lenzuola erano sporche di sangue, come anche i cuscini.
«Posso spostarlo?» chiese a Ming, che era appena entrata, senza staccare gli occhi dal corpo privo di sensi che giaceva in quel letto.
«Si, ma fate attenzione. Ve ne prego» disse la donna.

Jungkook annuì e si avvicinò al biondo. Spostò le coperte per scoprire che era nudo.
Non gli importava. L'unica cosa che importava, in quel momento, era levarlo da quel letto sporco. Passò un braccio dietro le sue gambe e l'altro, con delicatezza, dietro la sua schiena. Poi lo sollevò.

Per essere un uomo, era terribilmente leggero tra le sue braccia.

«Cambia le lenzuola, mentre io mi occupo di lavarlo» disse entrando nel bagno.
Ming annuì ma si perse ad osservare la scena, prima di mettersi a lavoro.
Osservò quel tanto temuto Re Demone, poggiare il corpo esanime del principino su un panno a terra. Posizionarsi dietro di lui, così che potesse poggiare la schiena sul suo petto.
Lo osservò immergere un panno nell'acqua e pulire, con estrema delicatezza, l'esile corpo di Taehyung.
Il suo viso, di norma imbruttito e corrucciato, era ricolmo di preoccupazione.
Quel Re era più umano di quello che dava a vedere. Ma, questo, lo vedeva anche nel modo che aveva di esaudire i capricci di Taehyung. Anche se poi non faceva che lamentarsene.

𝔐𝔶 𝔖𝔴𝔢𝔢𝔱 𝔇𝔢𝔪𝔬𝔫 𝔎𝔦𝔫𝔤|| TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora