Summer 2 ||Zayn Malik||

Capitolo 1.

"Ciao piccola.
Se ti stai chiedendo dove sono, beh su un aereo diretto verso Newport, quindi non cercarmi, non sono in Italia. Non piangere ti prego, sai che non lo sopporto. Questa notte non sono riuscito a chiudere occhio, ho pensato tantissimo a tutto ciò che è successo ieri, al matrimonio di Harry e Danielle e non ce l'ho fatta. Summer io ho pensato tantissimo anche a noi questa notte, ho pensato a tutto quello che avevamo programmato, al nostro matrimonio, alla nostra vita futura e mi è sembrato di impazzire. Tutto così in fretta, tutto così veloce e affrettato. Lo so, la colpa è anche mia, in fondo sono io il coglione che ti ha chiesto di sposarmi su un fottutissimo aereo, ma forse l'ho fatto perché ero troppo innamorato di te e non ho pensato alle conseguenze. Guardando Harry e Danielle, guardandoli insieme, ho capito che io ho solo 19 anni e non sono ancora pronto a tutto questo. Mi dispiace di avertelo detto così, piccola, ma io sono fatto così, e per quanto possa essere sbagliato ti lascio andare. Ti lascio andare perché tu non meriti uno come me che, al primo ostacolo, al primo problema, scappa via. Io non ti merito, Summer. Sai, forse sono stato solamente un egoista a volerti tutta per me in questi anni che siamo stati insieme, forse quando è arrivato Seth dovevo lasciarti andare sul serio. Forse rimpiangerò tantissimo di averti lasciata, anzi, togli il forse perché già so cosa ne sarà di me. Mi dispiace, Summer. E no, non pensare che io non ti ami più, non pensarlo neanche lontanamente. Io ti amo, ti amo con ogni singola cellula del mio corpo e forse è proprio per questo che devo lasciarti. Meriti qualcuno di migliore, meriti qualcuno che ti porti sull'altare senza che si volti indietro. Meriti qualcuno che le cose te le dica in faccia. Meriti qualcuno al tuo fianco, non qualcuno che scappa su un aereo in una notte perché ha paura delle conseguenze. Scusa Summer, ti amo, ti amerò per sempre, ma non sono io il tuo futuro.
-Zayn."

Ricordate quel giorno? Ricordate quando Zayn mi ha lasciata così, sotto un treno? Passarono tre anni. Tre anni da quando lui scomparve dalla mia vita. Non lo incontrai più, neanche quando ritornai a Newport. Di lui nessuna traccia. Harry, Danielle e gli altri provarono a cercarlo per tutta la città, ma di lui neanche l'ombra. Chiesero anche informazioni a qualcuno e, l'unico che ci seppe dire qualcosa, fu un ragazzo di un locale che disse di averlo visto ubriacarsi fino allo svenimento, fino a sentirsi male. Ricordava di averlo visto piangere e urlare il mio nome. Ricordava di averlo visto finire in meno di un quarto d'ora un pacchetto di sigarette. Ricordava di averlo visto frantumare bottiglie di vodka per terra. Ricordava un ragazzo con il cuore a pezzi, un ragazzo con la vita appesa ad un filo. Ricordava Zayn, e non si sbagliava di certo, lì lo conoscevano praticamente tutti. Di Zayn non ebbi più informazioni, neanche i ragazzi. Per un anno intero andai dallo psicologo, andai in ospedale parecchie volte, affrontai l'anoressia e ringraziai Dio che i miei amici mi restarono accanto.

"Tyler!" urlai dalla mia camera al mio ragazzo.

"Dimmi, piccola."

"Tyler, non trovo il mio telefono, per caso l'hai preso tu?"

"No ma è qui, idiota" disse prendendolo da sotto il mio orsacchiotto preferito.

Me lo porse e mi lasciò un lungo bacio sulle labbra. Tyler era il mio ragazzo da due anni, da quando avevo passato quell'anno di inferno. L'avevo conosciuto al collage, aveva 24 anni ed era il ragazzo più bello, più dolce e più premuroso del mondo. Con Zayn? Beh alla fine lasciai perdere ed iniziai una nuova vita.

"Stasera vengono i ragazzi a cena" dissi, mentre mi prendeva sulle spalle.

"Uhm, e quando avevi intenzione di dirmelo?" disse iniziando a correre per tutta la casa.

"Tyler basta!" urlai, ridendo come una pazza.

Quando mi fece scendere mi prese di nuovo il volto tra le mani e mi lasciò un lungo bacio sulle labbra.

"Ti amo" sussurrò su di esse.

"Anche io, Tyler. Anche io" e lo baciai di nuovo abbracciandolo fortissimo.

Tyler mi aveva aiutato un sacco da quando ci eravamo fidanzati; a farmi mangiare correttamente, a non farmi bere troppo nè fumare. Mi aveva salvata, come si salva qualcuno in fin di vita. E lui era la mia vita.