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Il sole, il mare e la sabbia non hanno lo stesso impatto su tutti. C'è chi preferirebbe fare scampagnate in montagna e rinchiudersi in una baita, e Paige è così ma a suo discapito ha un'amica che la obbliga a seguirla a Malibu per una vacanza tut...
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"Come gli hai risposto?" urla Zoe appena siamo in camera. Le sue accuse rispecchiano ciò che il mio subconscio mi ha evitato di fare. Non l'ho ascoltato. Non ho ascoltato nessuno. "Dovevo farlo". "Ma perché?". "Ho sofferto troppo, e non mi voglio buttare in un'altra storia così. È troppo facile. Lui mi farebbe soffrire".
"No, Mike ti renderebbe felice". Scuoto la testa ed entro in bagno, concedendomi una lunga doccia in cui le lacrime si mischiano con l'acqua. A pranzo lo vedo al ristorante, e anche dopo. Al bar siede insieme a Nicole e agli altri colleghi. Ci scambiamo occhiate furtive, tristi, nostalgiche. La domenica mattina, mi desto con un nodo alla bocca dello stomaco. Un'ultima colazione, poi check out e via, di ritorno a Phoenix. Ho promesso a Mike che sarei passata a salutarlo, ma adesso non me la sento. Immagino possa trasformarsi in un doloroso bacio d'addio, e mi farebbe stare più male. Quando ci avviciniamo alla reception per poter pagare, dimentico di aver lasciato il caricabatterie in stanza. Mi scuso con Zoe, che nel frattempo si occupa del pagamento, e torno alla mia dependance. Salgo velocemente le scale, inserisco la chiave elettromagnetica nella serratura ed entro, trovando il caricatore ancora attaccato alla presa. Mentre lo sfilo, bussano alla porta. Immagino siano già le donne delle pulizie, quindi apro. "Perdonatemi, sono dovuta rit..." non finisco la frase poiché mi ritrovo Mike sullo zerbino. Mani infilate nelle tasche dei pantaloni e fronte corrugata. "Ciao" dico, sentendo la gola secca. "Ciao, credevo che fossi già partita. Temevo di non riuscire a salutarti. Avevi detto che saresti passata a salutarmi".
"Non ti ho visto a colazione" si gratta il mento. "Sì, qualcosa mi ha detto di non scendere. Ho previsto che sarebbe stato troppo triste salutarti...". Il cuore mi si frantuma in mille pezzi. "Ho dimenticato il caricabatterie" glielo faccio vedere, alzando la mano. Sono brava nel cambiare argomento. "Senti un po', vorrei parlare di ieri. Di quello che mi hai detto in cabina".
"Io non ho nulla da aggiungere. Ti ho detto come la penso". "No, non era quello che pensi. Puoi essere onesta con me. Io lo sono stato. Ti ho parlato di mio figlio e vorrei che tu..." scuoto la testa, uscendo nel corridoio per poter chiudere la porta dietro di me. Mike resta a pochi millimetri dal mio naso, e non sembra volersi spostare. "La tua dichiarazione mi ha devastato, Paige. Credevo che tra noi ci fosse qualcosa. Oltre l'attrazione quasi fatale. Intendo complicità, rispetto, passione". Ma perché decide di parlarmi così solo oggi?
"Io vivo a Phoenix, tu passerai l'estate a Malibu per poi ritornare a Boston. Sarebbe geograficamente impossibile". "Quindi è questo. Ti preoccupa la distanza?". "No, ma..." prendo tempo, tirando un grosso respiro. "Zoe mi sta aspettando. Dobbiamo partire". "Aspetterà" si avvicina ancora di più finché vengo completamente inondata dal suo profumo inconfondibile. "Mi permetti di darti un doveroso saluto?".
"Sarebbe meglio evitare...". Mike non sente ragioni. Mi attira verso le sue labbra, stuzzicandomi con la lingua e con i denti. La sua barba torna a pungermi, a sfiorarmi come un velo morbido e caldo. Mentre mi bacia, avverto un solletico lungo le gambe e nello stomaco. "Io non smetterò di pensarti, Paige". Mi accarezza la guancia con le nocche, sorridendomi. "Non hai più paura che possa vederci qualcuno?".