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Il sole, il mare e la sabbia non hanno lo stesso impatto su tutti. C'è chi preferirebbe fare scampagnate in montagna e rinchiudersi in una baita, e Paige è così ma a suo discapito ha un'amica che la obbliga a seguirla a Malibu per una vacanza tut...
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Siamo rimasti sul pavimento per tutto il tempo. Lui ci è andato molto cauto, nonostante stessimo entrambi fremendo dal desiderio di toccarci ancora. Di appartenerci. Quando gli ho detto che lo amo, i suoi occhi si sono illuminati come se fosse una cosa nuova per lui. Io sono stata con Ethan, ma quello che provo per Mike è completamente diverso. Non c'è solo amore. Non è quello ad averci avvicinato quella sera in spiaggia. Eravamo entrambi alticci. Io tradita dal mio ex e lui incapace di resistere ad una donzella in difficoltà. Adesso... adesso non so spiegarlo che cosa sta accadendo. Lui è steso su di me, il viso sprofondato nell'incavo del mio collo. Sono impossibilitata a muovermi, e il peso del suo corpo sul mio petto mi impedisce di respirare come si deve. L'altra cosa che mi preclude una respirazione adeguata è il modo in cui siamo arrivati a questo punto. Travolgente, inevitabile. "Mike?" lo richiamo, sentendolo brontolare.
"Mi hai bloccata sul pavimento". Brontola ancora. "Ho una certa fame". "Sei insaziabile" soffoco una risata, infilando le dita tra i suoi capelli per massaggiarglieli. "Non intendevo quello. Ho fame di cibo. Che ore saranno?" si alza per poter guardare l'orologio che ha al polso. "Mezzanotte". "Presumo siano tutti a letto qui".
"Probabile" fa un cenno con la testa, scendendo verso la mia pancia. Mi lascia piccoli baci fino ad arrivare nel mio interno cosce. "Tu non hai fame?". "Certo, per questo ti sto baciando". Avverto la punta della sua lingua e di conseguenza inarco la schiena, incontrando il suo tocco umido. "Mike?". "Paige?" preme le mani sulle mie cosce, schiacciandole contro il pavimento. "Non mi vorrai tenere a digiuno".
"Non lo voglio". "Allora potresti uscire e andare a comprare qualcosa?" smette di mordermi e torreggia su di me. "Non mi devi mai interrompere mentre faccio certe cose". "Lo so..." mi metto a sedere, accarezzandogli la guancia "...ma sai che divento irritabile se non mangio, e potrei prendermela con te. Non lo meriti. Potrai tornare a cibarti di me una volta che avrò mangiato". Poggia i palmi sul tappeto, e si avventa su di me per baciarmi con foga e desiderio. "La prossima volta stiamo da te, dove c'è già del cibo perché mi innervosirò parecchio una volta che uscirò da quella porta. Non voglio allontanarmi da te".
"Ho visto che c'è un pub all'angolo. Starai via solo qualche minuto". Si solleva da terra e lo ammiro mentre si infila di nuovo i jeans e il maglioncino. Sono perdutamente innamorata. "Faccio in fretta. Tu resta sul pavimento". "Dovrai incatenarmi. Ho bisogno di sgranchirmi le gambe".
"Hai ragione..." si sporge su di me per baciarmi di nuovo "...ok, massimo dieci minuti e sono di ritorno. Non scappare". "Non ne ho l'intenzione" mi fa l'occhiolino e va via. Resto qualche secondo con lo sguardo fisso sul soffitto, sorridendo come un'adolescente. Sono schifosamente felice, innamorata, sollevata, ispirata. Allungo il braccio per poter prendere la borsa e chiamo Zoe, sperando che sia ancora sveglia. Quando risponde, ammette di essere rimasta in attesa di notizie. "Penso che adesso stiamo ufficialmente insieme".
"Sul serio?" la sento urlare. "Oh mio Dio. Che cosa è successo? Raccontami". "Abbiamo iniziato a parlare e dopo mi ha chiesto di sedermi su di lui. Beh, non devo dirti tutti i particolari. Ora sono stesa sul pavimento... mi ha detto che mi ama, Zoe. Mike mi ama". "Te l'avevo detto. Tu non volevi credermi".
"Beh, è pure più piacevole sentirselo dire...". Ci parlo ancora qualche minuto e dopo le auguro una buonanotte. Infine vado in bagno. Mi guardo allo specchio, sorridendo al mio riflesso. "Ora sei felice, Paige. Non fare cazzate. Lui è quello giusto. Si, lo è. Mike è quello giusto" gesticolo, parlando tra me e me. "Già, lui è formidabile. Nulla in confronto a Ethan e a tutti gli altri".
Mi sciacquo la faccia e dopo cerco una camicia di Mike per poterla indossare. Mi siedo sul divano, aspettando che ritorni. Quando odo un clic dalla serratura, ho un sussulto. Posa gli occhi su di me. "Vedo che hai trovato la mia valigia". "Sì, non mi sembrava il caso di rivestirmi...".
"Già" poggia i palmi delle mani sullo schienale dietro di me e mi bacia. "Avevano solo patatine fritte e hamburger. Spero che siano abbastanza" annuisco, prendendo la busta per potermela portare in grembo. Lui si sfila il maglione e si siede accanto a me. Prendo una patatina e gliela metto tra i denti, guardandolo mentre mastica. "Mike..." inizio a dire, incrociando le gambe sul divano. "...ora che hai avuto la tua seconda occasione, sai che cosa succederà?".
"Spero solo cose belle" posa il braccio sulla mia spalla, attirandomi a sé. "Anche io, però intendevo la tua permanenza a Phoenix. Quanto ti intratterrai adesso?". "Non c'è una scadenza. Non mi aspetta nessuno". "Non puoi mica restare in hotel per mesi".
"Troverò un lavoro, non ti preoccupare. Tu pensa a rendermi felice" lo imbocco con altre patatine. "Qui non ricercano bagnini, mi dispiace" dichiaro in modo derisorio. "Ho altre qualità, Paige. Scommettiamo che riuscirò a trovare lavoro entro la fine del mese?". "Oh, ma sono certa delle tue innumerevoli qualità. E di certo troverai lavoro prima di me..." lascio lo scatolo vuoto sul tavolo, aggrappandomi a lui. "...stavo pensando, forse sarà affrettato ma...". La sua mano si posa sul mio fianco sotto la camicia. "Che cosa?".
"Vorresti venire da me?" non ho modo di rimangiarmelo poiché lui mi dice di sì senza pensarci troppo. "Credevo che non me lo avresti mai chiesto" fa scivolare la mano verso l'alto finché non mi afferra il seno. "Però tu devi venire con me a New York!" dichiara, continuando ad accarezzarmi. "Perché?". "Ti vorrei presentare a mia sorella, e a mio figlio".
"Parli seriamente?". Fa di sì con la testa, sorridendo timidamente. "Loro sono le persone più importanti per me, e ora lo sei anche tu". "E la tua ex cosa penserà di me?". "Non preoccuparti per lei. Ha già un compagno. Non gliene frega niente di me, perciò sarà una cosa molto tranquilla. Lo porteremo in giro per Central Park, mangeremo da qualche parte, colazione da Starbucks".
"Hai già programmato ogni cosa?" annuisce, alzando il mento verso le mie labbra. Mi bacia voracemente, impetuosamente e con le mani mi sbottona la camicia. "Io volevo finire di mangiare".
"L'hamburger aspetterà" si allunga sul divano, e lo faccio stendere sotto di me. Gli abbasso la cerniera dei jeans e dopo il lembo dei boxer, guardando un lieve ciuffo di peli nella parte di pelle che separa l'ombelico dall'inguine. "Pensi ancora che io sia assurdamente sexy?" domanda mentre è nudo sotto di me. "È un enorme eufemismo questo" premo le mani sul suo addome, torreggiando su di lui per raggiungere le sue labbra. "Sei la reincarnazione della perfezione" dichiaro, mordendogli le labbra. "Per questo mi è risultato piuttosto difficile dimenticarti..." mi afferra per i fianchi, ricambiando i baci intensi. "Quando vuoi che io mi trasferisca da te?".
"Appena riusciremo a lasciare questa stanza" con una capriola prende il mio posto, e continua quello che ha iniziato a fare prima di andare al pub. Lo lascio interagire con quella parte del mio corpo. Ormai ho mangiato e adesso voglio solo tenere alta la concentrazione su di lui. Mi esplora con movimenti lenti, repentini, sanguigni. Indugia un po' troppo nell'incavo delle mie cosce, tanto che devo aggrapparmi ai suoi capelli. "Pensa seriamente di farteli ricrescere".
"Non ti piacciono così?" alza gli occhi su di me. "Mi piacciono eccome. Mi piace tutto quello che ti riguarda, ma i capelli lunghi mi mancano". "Magari me li farò ricrescere per quando saremo a New York". "Oh sì" gemo, tornando a baciarlo. Restiamo avvinghiati sul divano fin quando le prime luci dell'alba non lasciano uno sprazzo di luce nella stanza. Mi strofino le palpebre, assonnata. "Mike, è mattina". Lui ha la guancia schiacciata contro il mio seno. Non ho il cuore di svegliarlo, quindi lo lascio dormire.