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Al mattino, quando riapro gli occhi, lui non è più steso sopra di me. Scosto la coperta, mettendomi a sedere per potermi strofinare le palpebre. "Mike?" lo richiamo, e non ricevendo risposta mi giro tutta la stanza. Infine mi butto sotto la doccia e poi indosso il suo accappatoio, assaporando il suo odore intriso nel tessuto. Odo la serratura della porta fare clic, quindi torno in stanza trovando Mike sulla porta con una busta e due bicchieri di caffè. Mi guarda dalla testa ai piedi. "Non dirmi che ti sei già lavata".

"Sì, non c'eri. Ho pensato che te la fossi data a gambe" lascia il cibo sul tavolo e viene da me, prendendomi il viso tra le mani. "Allora non l'hai capito. Io non me la darò più a gambe. Credo che dovrai iniziare ad abituarti alla mia presenza". Mi sfila la cintura dell'accappatoio, passando il braccio intorno al mio fianco per potermi stringere la carne. Ci baciamo per minuti prima che riesca ad allontanarlo. "Cos'hai comprato?" domando, piegandomi sulla busta posta sul tavolo. Lui si passa il dorso della mano sulla bocca. "Briosce, pancakes e il caffè".

"Prenderò qualche chilo se continuiamo così". "Ricorda che la mia richiesta di palestra gratuita resta valida". Lo invito a sedersi sul divano ed io mi accomodo sulle sue gambe, afferrando le due briosce. Lo imbocco come ho fatto con le patatine. "Alle dieci passano le donne delle pulizie. Dovremo ripulire tutto prima di allora. La regola del cibo in camera è inviolabile".

"Noi l'abbiamo violata". "Noi siamo noi" mi fa voltare verso di lui, posando la mano sulla mia guancia. "Dio, se davvero vivremo insieme, temo che finirò per fare qualche pazzia" asserisce, inumidendosi le labbra. "Del tipo?".

"Del tipo che non ti lascerò uscire di casa". "Sei tu quello che non uscirà di casa" scherzo, sentendo le sue mani posarsi sui miei fianchi e poi sulle cosce. Scosta l'accappatoio, sfiorandomi la pelle nuda. "Alle dieci manca solo mezzora". "E allora?" brontola, sprofondando la faccia nei miei capelli. "E allora dovrai placare gli istinti e preparare le valigie. Facciamo un solo viaggio, quindi sbrigati" mi alzo e gli do un buffetto per poi raggiungere la sua stanza e cambiarmi. Alle dieci siamo fuori dalla sua stanza, lasciando via libera alle donne delle pulizie. Prendiamo il taxi, e fortunatamente non ritrovo il tassista di ieri mattina. "Hai solo quella valigia?" domando a Mike e lui fa di sì con la testa.

"Ah giusto, gli uomini non hanno bisogno di tanti cambi". "Beh, la mia intenzione non era quella di restare. Ora invece penso che lo farò..." mi attira a sé, mettendo la mano sotto al mio mento. "...se tu sei d'accordo". "Vedremo come va la convivenza. Ci sono delle regole da rispettare, prima di tutto devi..." brontola qualcosa, impedendomi di parlare. Preme le labbra contro le mie finché non siamo sotto casa mia. Faccio gli onori e i suoi occhi si posano immediatamente sul mio studio. "Sì, dovrò sistemare il soggiorno e mettere i quadri nel seminterrato" i cartoni della pizza sono ancora sul pavimento. Pulisco tutto, muovendomi su e giù. "Dove posso lasciare la valigia?".

"In camera mia. Infondo al corridoio". Mi lascia da sola, e quando torna da me si mette a perlustrare lo studio. "Questi sono i tuoi famosi quadri?". "Sì, che ne pensi? Visto che hai occhio per l'arte".

"No, non ho occhio per l'arte. Mia nonna lo aveva" lo vedo posare le dita sull'ultima tela che ho realizzato. "Ha qualcosa. Sicuramente si può intuire che l'artista ha un caos dentro di sé". "È un eufemismo" lo raggiungo, mettendomi a braccia conserte. "Cos'altro vedi?". "Un miscuglio di colori, ma prevale il rosso. Sei una donna passionale?" mi domanda con ironia. "Dovresti saperlo". "Lo so perfettamente, piccola". Mi attira a sé, avvolgendomi in un abbraccio. "Ora dimmi... quali sono le regole per una buona convivenza?" mi interroga, guardandomi dritto negli occhi. "Beh, prima di tutto non devi lasciarmi il bagno sporco".

"Questo posso farlo. Sono abituato, dato che ho vissuto cinque anni in un hotel. Poi?". "Girare per casa esclusivamente senza vestiti, magari solo con i boxer". Mike ammicca. "Questa regola vale anche per te?". "Sì, di solito dipingo nuda la notte".

"Oh, non vedo l'ora di assistere. Incominciamo già da adesso?" posa le mani sui lembi del mio maglioncino. "Mi piacerebbe, ma ho appuntamento con Zoe". Mike fa roteare gli occhi. "Dille che adesso hai un ragazzo, perciò non sarai più tanto libera di uscire". "E tu cosa dirai a Luke? Lui se ne tornerà a Malibu e...".

"Ed io resterò qui con la mia ragazza, finché lei vorrà" mi spinge all'indietro, facendomi stendere sul divano. "Che fai?" domando, guardandolo dal basso mentre si abbassa la cerniera dei jeans. "Ti do l'ispirazione per il quadro che realizzerai stanotte. Hai mai realizzato un nudo?". Ingoio la saliva, provocata dalle sue parole licenziose.

"Non ancora. Vuoi offrirti volontario?" torreggia su di me, dandosi lo slancio con i palmi delle mani. Il suo petto grava contro il mio quando con la lingua mi esplora la bocca. Mi afferra le cosce e le solleva, per potermi avvinghiare ai suoi fianchi. "Ti amo, Paige... questa sarà la convivenza più entusiasmante ed eccitante di tutta la mia vita". "Non potremo fare questo tutti i giorni, lo sai vero?" lui serra le sopracciglia. "E perché mai?". "Non riuscirei a fare altro. Il sesso mi sfianca e mi rinvigorisce allo stesso tempo".

"Dopotutto non stai lavorando. Dovremo occupare il tempo libero". "E tu andrai a cercare lavoro?" Mike fa di sì con la testa, liberandomi della maglia. Abbassa la spallina del reggiseno e inizia a baciarmi sulle scapole fin sopra al rigonfiamento del seno. Mi afferra i fianchi, dandomi una spinta per potermi sistemare meglio sotto di lui. "Di solito ci dipingo qua sopra" ironizzo facendolo sorridere. "Perfetto. D'ora in poi, quando ti ci siederai, penserai a me".

"Ti penso lo stesso, in qualunque posto" lo libero del maglione, infilando le unghie nel suo petto villoso. "Sei così sexy". Scivolo verso il basso per poterglielo baciare e mordere. Lo sento ansimare e gemere. Poi mi sposto sulle sue braccia, che sono una vera opera d'arte. Lo bacio ovunque, giurando a me stessa di non smettere mai di farlo. "Ma come ho fatto cinque mesi senza di te?".

"Ah, non lo so. Non dirlo a me" rispondo, tirando un grosso respiro. Quando torno a baciarlo sulle labbra, lui allunga la mano verso la mia gonna. La sbottona e abbassandola di qualche centimetro, riesce ad insinuare le dita nelle mie mutandine. Inizia a giocare con me, muovendole su e giù. "Mike" urlo il suo nome, trattenendo un gemito tra i denti. "Mike, oh Dio".

Mi morde il labbro, facendomelo quasi sanguinare. "Ti sto ispirando abbastanza per un quadro?". "Oh sì, ma non serviva...". "Perché?" ci guardiamo negli occhi, rallentando i movimenti. "Perché sei già in tutti i miei quadri. Ogni cosa che ho dipinto finora è ispirata a te". È serio, gli occhi incavati. Le labbra socchiuse. "Sei sincera?".

"Lo sono sempre stata. Io ti amo, Mike. Maledettamente. Sono irrecuperabile". Abbozza un sorriso, afferrandomi il viso con una mano. Mi attira verso le sue labbra, esplorandomi con la lingua. "Ti amo da matti, Paige Hawkins" perduriamo in quell'amplesso per una buona ora, spogliandoci di ogni cosa. Persino delle insicurezze e dei dubbi, che si sono insinuati nei nostri cuori quando eravamo distanti. Lui è incredibile, in tutto quello che fa. Non ho mai avuto un coinquilino. Nemmeno quando stavo con Ethan ho pensato di conviverci, però adesso la situazione mi sembra completamente diversa. Mike è diverso, e lo sono anche io. Sono cresciuta, emotivamente, spiritualmente. Sono pronta ad un nuovo capitolo della mia vita e lo inizierò in questo preciso modo. Al fianco dell'uomo che amo. 

𝙏𝙝𝙚 𝙇𝙞𝙛𝙚𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora