🌊
Il sole, il mare e la sabbia non hanno lo stesso impatto su tutti. C'è chi preferirebbe fare scampagnate in montagna e rinchiudersi in una baita, e Paige è così ma a suo discapito ha un'amica che la obbliga a seguirla a Malibu per una vacanza tut...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Dopo che mia sorella ha scoperto della gravidanza, ha tentato di trattenermi a casa dei miei genitori per poter scoprire qualcosa in più su Mike e sulle mie intenzioni future. Devo parlare con lui, ma come? Ammetto di aver provato a chiamarlo negli ultimi giorni, e spesso risultava la segreteria. Non vuole parlarmi o semplicemente ha cambiato numero perché non vuole più avere a che fare con me. Trovo Zoe sullo zerbino di casa mia, fremente. "Che cosa è successo?" le domando, ricordando la sua chiamata per nulla convincente. "Ti ho detto di non farmi domande". "Sì, ma è impossibile non fartene se ti trovo in questo stato" apro la porta, invitandola a seguirmi all'interno. "Allora?".
"Mi sono licenziata". "Cosa?" sgrano gli occhi, sconvolta. "Perché?". "Quel lavoro non faceva per me... voglio andarmene da Phoenix, Paige. È il momento". Continuo a mostrarmi scettica. Non ho mai visto Zoe così. Le è per forza successo qualcosa. "Non è da te fare i bagagli e scappare via. Devi dirmi cosa ti succede. Perché ti sei licenziata?".
"Ok, e va bene..." la vedo prendere un grosso respiro mentre si porta le mani sui fianchi. "...Luke mi ha chiesto di essere la sua fidanzata". "E allora?". "E allora?" ripete, burlandosi di me. "Io, che sono la fidanzata di qualcuno. Sembra qualcosa che si legge solo nei libri. Io non voglio un fidanzato, non l'ho mai avuto. Mi piace essere libera come il vento e non dipendere da nessuno. Luke vuole solo complicarmi la vita".
"Gli piaci, e anche lui è come te. Vuole vedere se è capace di avere una storia seria. Avete una certa età, entrambi. Potete provarci, e se non dovesse andare secondo i piani, potrete lasciarvi da amici". "Amici!" sbuffa, e dopo soffoca una risata. "Mi chiedi di dargli una possibilità, ma tu lo hai fatto?" l'attenzione si riversa tutta su di me adesso. "Che cosa intendi?".
"Mike! Lo hai abbandonato chiedendogli una pausa. Adesso siete separati da più di un mese e non ti ho ancora visto sorridere da quando sei tornata da New York. Ti manca, perciò esci da quella porta e va' a riprendertelo!". Scuoto la testa, camminando su e giù per il soggiorno. "Non è semplice. Non so nemmeno dov'è. A quest'ora potrebbe essere ovunque...".
"A Phoenix" sbotta Zoe tranquillizzandosi. "Come hai detto?". "Mike è a Phoenix. Sta a casa di Luke da un mese". "Non capisco. Pensavo che..." Zoe viene verso di me. "Lo so. Pensavi che sarebbe tornato di volata dalla sua ex, o che avrebbe accettato un lavoro invernale a Malibu ma non l'ha fatto. È rimasto in città per te. Sta ancora aspettando una tua risposta".
"Allora perché non mi chiama? Perché non mi risponde al telefono?". "Ti sta dando lo spazio che gli hai chiesto, ma manca poco. È sul punto di rinunciare...". Mi guardo freneticamente intorno, sentendomi implodere. "Cosa devo fare, Zoe?". "Ero qui per parlare di me, e finiamo per parlare sempre di te. Non importa. Ti voglio bene e voglio che tu sia felice con l'uomo che ami. Almeno una delle due avrà una vita felice..." le prendo le mani, guardandola negli occhi. "Anche tu potresti averla. Vieni con me a casa di Luke. Abbiamo entrambe qualcosa da dire loro".
"Tu che cosa dirai a Mike?" guardo in basso, tirando un grosso respiro. "Non lo so, penso di dovergli dire che sono incinta prima di tutto". Zoe strabuzza lo sguardo, allontanandomi. "Che cosa hai detto?". Tiro su col naso, commossa. "Sono incinta, Zoe". Lei si porta le mani sulla bocca, soffocando un urlo. Poi mi attira a sé, abbracciandomi stretta.
"Ok, andiamo da quei due deficienti" scherza, facendomi sorridere. In pochi minuti, lei è alla guida della sua auto e si fa spazio nel caotico traffico di Phoenix, superando un paio di semafori rossi per poter arrivare a casa di Luke il più in fretta possibile. Trattengo la cintura ben salda al petto, e appena accosta sono contenta di essere ancora viva. "Non farlo mai più" replico con voce quasi percettibile. Lei sogghigna. "Muoviti. C'è qualcuno che ti sta aspettando" scendo velocemente dall'auto, raggiungendo la porta dell'ingresso e bussando con rapidità. Gli occhi di Luke mi osservano troppo presto, e dopo li strabuzza. "Paige, che ci fai qui?".
"So che Mike vive da te. Dov'è?". "Beh..." lo vedo prendere tempo, come se mi stesse nascondendo qualcosa. Dopo guarda dietro di me, e Zoe nello stesso momento sta scendendo dall'auto per venirmi incontro. I due si osservano a lungo, tanto che penso di essere di troppo. Supero Luke per poter entrare in casa e lui sembra troppo distratto dalla mia amica per fermarmi. Trovo Mike nel soggiorno. La barba e i capelli sono cresciuti, gli occhi sono incavati. "Mike?". Si volta lentamente verso di me, come se non potesse realizzare la mia presenza. Si alza dal divano, facendo cadere lo scatolo dei popcorn in terra. "Paige, sei tu?".
"Sì, mi ha detto Zoe che sei sempre stato qui. Non sei partito per New York". "No..." scuote la testa, per poi passarsi la mano sulla t-shirt grigia. "...non potevo. Dovevo restare qui, il più vicino possibile". Avanzo verso di lui mentre Mike indietreggia. "So che sono stata io a chiederti un timeout, ma adesso ho bisogno di mettere un punto". "Un punto? Vuoi lasciarmi definitivamente?". "Oh no, no. Non potrei mai farlo. Io, io ti amo. I miei sentimenti per te non sono cambiati, però c'è qualcos'altro che potrebbe cambiare tra di noi".
"Ti giuro che ti dirò ogni cosa d'ora in avanti. Cambierò, non voglio più essere l'uomo che ero un tempo" sorrido, portandomi una mano nei capelli. "Ne sono sicura, ma non stavo parlando di questo. È successo qualcosa mentre eri via, e l'ho capito solo qualche giorno fa". Cala un silenzio imbarazzante, tanto che posso udire i rumori dei clacson e delle auto che provengono dalla finestra semiaperta in cucina. Voltandomi di tre quarti, ritrovo Zoe e Luke sulla porta. Anche loro si sono ammutoliti, perché entrambi sembrano aspettare che io continui a parlare. Perciò prendo Mike e lo trascino in un'altra stanza, chiudendo la porta dietro di me. "Perdona la segretezza, ma mi sentivo a disagio là fuori". Mike fa di sì con la testa, e poi mi osserva da capo ai piedi. Dio, mi sono mancati i suoi occhi addosso. Li sento dappertutto. "Allora..." mi sfrego le mani, agitata "...da quando eravamo a New York ho iniziato ad avvertire dei dolori. Continui mal di testa e nausee e...". Lui è un tipo piuttosto sveglio, perciò capisce fin troppo presto quello che sto cercando di dirgli.
"Aspetti un bambino?". "Ho fatto un solo test. Devo prendere appuntamento dal ginecologo, sottopormi a degli esami ma...". Repentinamente, le sue mani sono sui miei fianchi e mi sollevano in aria come se pesassi pochissimi chilogrammi. Gli chiedo di rimettermi a terra e lui lo fa senza pensarci troppo. Mike mi osserva attentamente. "Che c'è? Non ne sei felice?".
"Non lo so. Lo sarei se tra di noi non ci fossero problemi. Io ti amo e ti perdono per avermi nascosto il colloquio che hai avuto con Francesca". "E allora che cosa ti preoccupa?" mi guardo intorno, riflettendo sul da farsi. "Abbiamo bisogno di chiarire, e di pensare seriamente al nostro futuro. Quindi ti voglio domandare se saresti libero stasera per una cena. Solo io e te, a casa mia. Parleremo e capiremo che cosa fare". "Parleremo..." ripete, schiarendosi la gola. "...sì, accetto l'invito". Gli sorrido e dopo vado via, senza voltarmi per poterlo salutare. Rasento anche Luke e dopo torno in macchina, aspettando che Zoe mi raggiunga per poter andare via.