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Ho davvero chiamato Aaron, dopo aver passato dieci lunghe ore davanti alla finestra, ultimando tre tele. Alla fine, riesco ad alzarmi dallo sgabello per potermi preparare una caraffa di caffè. Le tele sono sempre diverse tra di loro, e allo stesso tempo così simili. Mi trasmettono le stesse sensazioni. I colori che prevalgono sono sempre il rosso e l'azzurro. Tra una tazza e l'altra, compongo il numero di Aaron e gli chiedo di invitarmi fuori. Si, non posso aspettare che prenda lui l'iniziativa.

"Mi piacciono le donne autoritarie, e sei anche piuttosto bella perciò hai già tutte le qualità perfette per poter ottenere un appuntamento con me. Ti va di vederci stasera?". "Sì, credevo che non me lo avresti mai chiesto..." lo sento ridere "...ci vediamo fuori allo studio di Karen?".

"Perfetto. Alle nove" riappendo, tornando con gli occhi sulla tela bianca. Non ho voglia di dipingerne una quarta, e sono le dieci del mattino. Dato che non ho chiuso occhio, provo a farlo adesso dopo essermi scolata una caraffa di caffè. Con mia sorpresa, mi addormento in pochi secondi. Prona sul materasso, la faccia schiacciata nel cuscino soffice. Non è così male essere disoccupate, e sul conto mi sono rimasti esattamente diciottomila dollari e settantasei centesimi, dopo aver acquistato l'attrezzatura e pagato l'affitto di novembre. Quando avverto un rumore, mi sembra che sia nel mio sogno, invece c'è davvero qualcuno alla mia porta. Continua a suonare il campanello, finché non le apro la porta. È Zoe. Mi strofino le palpebre, camminando a piedi nudi sul parquet. "Che ci fai qui?".

"Beh, ieri mi hai lasciata al pub". "Eri in ottima compagnia". Evito di offrirle il caffè. Sono ancora arrabbiata con lei. "Sono le dodici. Pensi di stare in pigiama tutto il giorno?". "Non escludo di poterlo fare". Mi guarda storto. "Paige, che ti sta succedendo? Sei strana ultimamente".

"Sei tu quella strana. Te la fai con Luke di nascosto, gli parli di me e all'improvviso si presenta in città con quel coglione del suo amico perché glielo hai chiesto tu". "Coglione?" strabuzza gli occhi. "Non capisco se sei arrabbiata con lui o se sei incredibilmente eccitata perché ieri ti ha ripreso davanti a tutti". "Non sono eccitata" evito di diventare paonazza, o di farglielo notare quindi mi volto di schiena. "Anzi, stasera ho un appuntamento. Mi vedo con Aaron". "Chi è Aaron?".

"Ah, giusto. Non lo conosci. È un artista. L'ho incontrato alla mostra e ci siamo subito piaciuti. Te lo avrei presentato, se non te la fossi data a gambe levate sabato sera". Zoe si porta una mano alla fronte, grattandosi le tempie. "Ok, dato che mi ritrovo sotto al fuoco incrociato posso essere onesta. Mi ha chiamato Luke sabato sera, e sono andata da lui per parlargli di te, nuovamente. La verità è che io e lui siamo nella stessa situazione. Vogliamo aiutare i nostri due migliori amici".

"Non mi stai aiutando. Stai solo peggiorando le cose. Andava bene prima che pensassi di invitarli in città per una rimpatriata. Ero quasi riuscita a dimenticarlo..." ammetto, poggiandomi alla penisola. Zoe abbozza un sorriso. "Ecco. Ora sì. Ora riconosco la mia Paige" viene verso di me, provando ad abbracciarmi. "Non mi toccare. Sono ancora arrabbiata con te".

"Non credo proprio" mi attira a sé, stritolandomi in un abbraccio soffocante. Scoppiamo in una risata. "Ammetti che ti ha eccitato ieri, quando ti ha urlato contro". "Non lo ammetterò mai" brontolo, allontanandola da me. Zoe si guarda intorno, commentando il casino. Va verso il soggiorno, osservando le tele poggiate sul pavimento. "È stata una nottata produttiva?".

"Abbastanza. Non sono riuscita a dormire, infatti lo stavo facendo quando mi hai interrotto con il citofono". "È mezzogiorno. È ora di pranzo e tu devi mangiare. Vestiti. Andiamo in qualche ristorantino chic in centro". "A proposito..." inizio a dire, facendola voltare "...alla mostra, i miei quadri sono piaciuti a molte persone e a fine serata ho ricevuto qualche piccolo compenso per la vendita". "Piccolo? Di quanto parli?". "Beh, qualcosa tipo ventimila dollari". Zoe sgrana gli occhi. "Stai scherzando".

𝙏𝙝𝙚 𝙇𝙞𝙛𝙚𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora