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Nel pomeriggio scendo in spiaggia insieme a Zoe, stendendomi al sole con gli occhiali cacciati sul naso. "Allora, com'è andata l'escursione?" mi domanda, strofinando le mani per poi spalmarsi la crema sulle gambe. "Molto bene. Meglio che in acquario". "E Mike com'è stato?". Faccio spallucce e lei mi da un buffetto sul ginocchio. "Su, sai che odio tirare via le parole di bocca. Me ne vuoi parlare?".

"È stato professionale, ed è molto bravo nel suo lavoro..." temporeggio, procrastinando il momento in cui dovrò dirle che mi porta a cena fuori. "...vuole ringraziarmi per la fiducia che gli ho dato, e stasera mi ha chiesto di uscire". Lei fa fatica a non mostrarsi compiaciuta. Mi sorride come se le avessi detto che ha vinto una crociera. "Come amica, dovrei prendermela che mi stai lasciando sempre da sola. Come migliore amica, non posso far altro che buttarti tra le fauci del lupo. In questo caso, di Mike".

"Tu non sei mai da sola" fa un cenno con la testa, ammiccando. "In effetti hai ragione. Stasera mi incontro con Daryl e compagnia all'happy hour. Sai già dove vuole portarti Mike?". "Los Angeles". "Uuuh" batte le mani, entusiasta. "Ho il vestito ideale. Lo stavo conservando per l'occasione perfetta. Stasera te lo presto volentieri". "Non ho intenzione di andarci a letto, Zoe. Te l'ho detto".

"Le ultime parole famose. Cosa ne sai? E se si presenta con camicia azzurra, profumato dalla testa ai piedi con un bouquet tra le mani, non gli concedi l'intero pacchetto?". Faccio solo una smorfia, mettendomi a sedere. "Sono mesi che non esco con un ragazzo. Ho paura di fare qualche gaffe".

"Per questo devi indossare un vestito super sexy. Lo deconcentri e non ti ascolta nemmeno più quando parli, perché sarà troppo preso a guardarti il davanzale". Mi stringo nelle spalle, a disagio. "A che ora passa a prenderti?".

"Alle otto e mezza". Alle sette, torno in stanza, mettendoci più del solito a farmi la doccia. Shampoo e piega, e infine Zoe mi mostra il famoso vestito. È bordeaux, molto corto e si lega dietro la schiena. "Così metti in mostra l'abbronzatura dorata e il seno. Hai bisogno delle scarpe?". "No, ne ho un paio che andranno più che bene".

"Sbatti le tue lunghe ciglia, accavalla le gambe e inumidisciti spesso le labbra. Sono cose che fanno impazzire un uomo. Se riesci anche a fargli il piedino sotto il tavolo, potrebbe essere tuo prima che riusciate a pagare il conto". "È così che di solito fai con i tuoi pretendenti?".

"Non serve. Io faccio capire senza troppi pretesti che voglio solo una cosa. Il corteggiamento è facoltativo". Aggrotto la fronte, evitando di portarmi una mano sulla faccia per la disperazione. "Penso che mi scioglierò in questo vestito". "Per questo ti ho consigliato di non indossare biancheria intima. Tu non mi ascolti". Zoe si porta le mani sui fianchi, contrariata. "Senza quella, mi sento nuda". Mi rivolge un'occhiata scettica. "È perfetto, devi sentirti nuda". Infilo il vestito e decido di non indossare il reggiseno. "Come sto?".

"Sei una strafiga. Spero che ti riempia di complimenti, altrimenti lo pesto". Alle otto e mezza scendo nel parcheggio. Mike mi ha chiesto di incontrarci qui per non destare sospetti con il suo titolare. Mi passo una mano tra i capelli, avvertendo un brivido di freddo lungo la schiena. Mike appare come per magia infondo al viale. Come aveva detto Zoe, indossa una camicia azzurra e profuma di Hugo Boss. "Ciao, sei bellissima" arrossisco, sentendomi avvampare. Il brivido di freddo si dissolve, lasciando spazio alle vampate di calore. "Abiti lì?" indico la casa da cui l'ho visto arrivare. "Sì, secondo piano. Ci sono delle dependance destinate solo al personale". Mi sembra in imbarazzo quanto me, tanto che ci mette un po' per riprendere a parlare.

𝙏𝙝𝙚 𝙇𝙞𝙛𝙚𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora