Capitolo 10 Sequestro di nuovo

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" Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi"
Nelson Mandela

Jane's Pov.

Cazzo ci hanno trovate, siamo letteralmente fottute, tento di chiudere la porta ma Nathan incastra un piede e dopo di che fa forza per aprire la porta e irrompe nel appartamento:

«No no Jane, non così di fretta!»
«Come ci avete trovate?»
«Ricordati che sono un mafioso»

Io e le mie amiche tentiamo di scappare, fortuna che fuori dalla finestra della mia camera c'è la scala antincendio la scendiamo velocemente e raggiungiamo le nostre auto, le mettiamo in moto ma sfortunatamente non ci siamo accorte che anche loro avevano preso le loro auto:

"Come abbiano fatto a scendere così in fretta non lo so!"

Fortunatamente noi abbiamo le macchine modificate, un regalo che ho fatto alle mie amiche non appena avevano raggiunto con me la maggiore età, così parto a tutto gas in maniera tale da seminarli, non appena riesco a fermarmi in un parcheggio ecco che arriva lui con la sua macchina, mette la sua macchina in maniera tale da bloccare la mia quindi mi tocca scendere dalla mia macchina, nel medesimo istante che lo faccio scende pure lui:

«Dove pensi di andare?»
«Tu mi appartieni.»
«Io non ti appartengo, non sono di nessuno!»
«Presto vedrai che mi appartieni, è una promessa!»

Sarò anche una ragazza timida, ma io non sono di nessuno, non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dai bulli che aiutata da Alison e Judit ho sistemato, figurati da lui, tutto in un momento mi sento presa di peso e portata verso la sua macchina, mi butta dentro a peso morto e chiude a chiave la sua macchina:

«NON PUOI FARLO, NON SEI NESSUNO PER FARMI QUESTO!»
«STAI ZITTA.»

Così mi ammutolisco, presa dalla sensazione di panico che mi attanaglia la gola, mentre lui mette in moto la sua dannata macchina e parte a tutto gas verso una destinazione a me ignota, io spero con tutta me stessa che non mi faccia fare una brutta fine:

«Dove mi stai portando?»

Lui ovviamente non mi risponde anzi prende una sigaretta dal pacchetto di sigarette sul cruscotto della sua macchina e l'accende successivamente abbassa il finestrino, mentre guida fuma una sigaretta, nel frattempo io lo guardo incantata portarsi la sigaretta e come fa uscire il fumo, dopodiché vedo che ferma la macchina di nuovo davanti il cancello di casa sua lo apre ed entra nel cortile con la sua macchina, scende, apre la mia portiera e prendendomi come un sacco di patate mi carica sulla sua spalla e io mi arrabbio e gli do i pugni sulla schiena:

«METTIMI GIÙ RAZZA DI COGLIONE!»

E ancora una volta lui non mi risponde, però mi tira uno schiaffo sul mio culo e io boccheggio con sorpresa, saliamo le scale e ad un certo punto si ferma credo davanti a una porta, la apre e mi butta su un letto e nel medesimo istante si gira e chiude la porta a chiave con noi due all'interno:

«Adesso mi spieghi perché sapevi correre con la macchina, mi dici se lo hai fatto altre volte e come ti è venuto in mente di tentare di sfuggirmi, fidati sono parecchio arrabbiato in questo momento e non vorrei arrivare a darti uno schiaffo da talmente sono arrabbiato quindi ti conviene parlare in fretta anche!»
«Ho frequentato qualche gara clandestina a San Francisco, non voglio essere di tua proprietà non sono una bambola gonfiabile che puoi comandare a tuo piacimento, sarò anche un po' timida ma non mi faccio comandare da nessuno!»
«Forse non hai capito, nello stesso istante che mi sei venuta addosso e ti sei scusata che sei diventata mia!»
«IO NON SARÒ MAI TUA!»
«Lo vedremo»

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