Capitolo 49 Il funerale

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Perdere un'amica, alcune volte è come perdere

una parte di se stessi, però senza mai più riaverla indietro.

Jane's Pov.

È arrivato il giorno che tanto detesto, il funerale di Alison, non so come spiegare cosa sento per questa cosa, sono un mix di emozioni tutte racchiuse dentro di me, rabbia, tristezza, delusione e confusione, sono talmente racchiusa da queste emozioni che non riesco nemmeno a stare tranquilla, sento che l'ansia sta montando dentro di me e mi sta facendo prigioniera, infatti da qualche ora la mia gamba fa sù e giù, vedo entrare Nate in stanza:

«Fatto il discorso piccola?»

«Sì...»

«Sei nervosa?»

«Più che altro sono parecchio ansiosa...»

Mi lancia uno sguardo di apprensione e mi racchiude tra le sue forti braccia, e io non faccio altro che sentirmi protetta.

Ci guardiamo negli occhi e lui mi da un bacio, ma non uno semplice uno di quelli mozzafiato, uno di quelli che mi fa smuovere dentro quelle che chiamo "farfalle", rimaniamo così per un tempo indeterminato immobili nel tempo come se fossimo inermi da ogni cosa.

Ma purtroppo nulla è eterno, purtroppo ci tocca separci per vestirci, io opto per un vestito che mi copre fino alle alle ginocchia con le maniche lunghe e rigorosamente nero, mentre Nate indossa un completo elegante anche lui rigorosamente nero.

Ci guardiamo negli occhi, ma non abbiamo il coraggio di dirci qualcosa.

Scendiamo in rigoroso silenzio e ci dirigiamo al mio appartamento, insieme mano nella mano, saliamo le scale fino al mio appartamento, appena entro l'aria è densa di tristezza da far quasi paura:

"Vorrei quasi fare marcia indietro e rintanarmi nel letto di Nate"

Però diversamente da quello che penso mi costringo ad entrare nel mio appartamento, in sala ci sono tutti quanti compresi i genitori di Alison, noto che suo padre ha le lacrime agli occhi non appena mi vede, mentre sua madre non fa nulla per nascondere le copiose lacrime che gli scendono dagli occhi, diversi minuti dopo ci raggiungono anche James e Alexander, quest'ultimo è un mix tra rabbia e tristezza e si rintana in un angolo nel mio salotto, il mio ragazzo continua a guardare nella sua direzione, con uno sguardo carico di preoccupazione e tristezza.

Mi avvicino a Judit, che mi guarda anche lei con gli occhi lucidi, l'unica in questo salotto che fino ad ora non sta esternando quello che sente sono io, sono impassibile a tutto quello che mi circonda e un po' questa cosa mi spaventa.

Finalmente il mio ragazzo spezza il silenzio:

«Vogliamo andare?»

«Sì.»

Rispondo io.

Abbiamo optato per seppellire nel cimitero qui a Los Angeles Alison, anche perché volevamo starle vicino in qualche maniera, anche perché passeremo in questa città molto tempo, i suoi genitori sono stati d'accordo con la nostra decisione, d'altronde loro non erano in grado di decidere in questi momenti, infatti ci siamo occupate tutto io e Judit, ovviamente insieme a Nate e ad Alexander.

Usciamo tutti dal nostro appartamento sempre in religioso silenzio carico di tristezza ci dirigiamo al cimitero tutti insieme.

Eccoci qui, il momento che ho cercato di evitare con tutta me stessa è arrivato:

"Purtroppo"

Siamo qui tutti riuniti per la funzione intorno alla bara della mia migliore amica,abbiamo optato per una funzione all'aperto dato che il tempo lo permetteva, ci siamo proprio tutti quanti compresi mia cugina, i cugini di Alison e il mio migliore amico Drew, il prete comincia la funzione, lo ascoltiamo in silenzio religioso e arriva il momento del mio discorso:

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