I giorni sono monotoni e lenti, portano con se una pesantezza e malinconia che non riesco a scollarmi di dosso e che influisce su ogni mia decisione.
Non ho mangiato a pranzo per tre volte consecutive con oggi, eppure non ne sento il bisogno.
Mentre gli altri pranzano solitamente provano a farmi sgranocchiare qualcosa, ma la maggior parte delle volte vado in palestra ad allenarmi, che ho trovato essere un metodo di sfogo particolarmente efficiente.
Più volte sento il respiro affannoso, anche in momenti in cui non sto facendo nulla, e sento la necessità di chiudermi in un posto e stare solo finché non mi calmo.
La maggior parte delle volte sono solo, con alcune persone della casetta non parlo forse davvero da giorni, ho rivolto la parola solo a Mattia e Dario, perché miei compagni di stanza, a Serena perché abbiamo alcune lezioni insieme, a Guido qualche parola così come a ogni ballerino, e ad Aimee.
Con Aimee è stato un po' diverso, visto che invece di parlare di me abbiamo ancora una volta parlato di lei, che mi ha raccontato della sua prima sessione con lo psicologo e di come sia contenta che io l'abbia aiutata ad accettare la proposta della produzione.
Mentre me lo diceva, con l'aria così spensierata e felice, il mio stomaco bruciava di invidia, perché anche io stavo così bene una volta, e invece ora non riesco a riconoscermi quando passo davanti a uno specchio.
L'unica cosa che mi viene bene è ballare, sempre e comunque, anche con qualche distrazione ogni tanto.
Oggi non ho per nulla fame, nemmeno a cena, ma sgranocchio comunque qualcosa perché so che ho bisogno almeno un minimo dei nutrienti e delle energie necessarie.
Mangio quando tutti gli altri hanno finito, seduto alla fine del tavolo mentre loro sono sulle gradinate a giocare a qualche stupido gioco tipo obbligo o verità.
Ho gli occhi fissi sul piatto, che è ancora completamente pieno ma che già voglio lasciare dopo due forchettate, quando sento la sedia di fronte a me spostarsi, segno che qualcuno si sta sedendo.
"Hey sconosciuto."
Istintivamente alzo lo sguardo per incontrare quello di Alex, ovviamente rivolto verso di me, che stranamente mi sorride.
Io ricambio con un mezzo sorriso un po' sghembo, che sembra palesemente falso. Alex se ne accorge, infatti sospira e poi prende parola.
"Come te la passi?" Mi chiede, questa volte guardando il mio piatto e osservando come io stia effettivamente giocherellando con il cibo senza mangiare nemmeno un boccone.
"Tutto bene." Faccio spallucce.
Lui scuote la testa e abbassa lo sguardo.
"È evidente che non vada tutto bene, ma ti lascerò nella tua bolla di tristezza." Afferma alzandosi. "Però veramente fra, io non so cosa tu abbia, ma devi mangiare." Aggiunge per poi alzarsi.
Mangio due altre forchettate, non riesco a mettere il cibo in bocca. Alle 21 sono già in camera pronto a dormire, quando sento la porta aprirsi e i passi avvicinarsi. Successivamente la mia coperta si alza e Aimee si stende accanto a me, guardandomi in faccia.
"Hey." Dice.
"Hey."
"Hai sonno?"
"Non tanto."
"Hai mangiato?"
"Domanda di riserva?"
Lei sbuffa, poi inizia ad accarezzarmi il viso.
"Che ti succede Chri?" Mi chiede con la voce bassa quanto un sussurro.
"Non lo so." Rispondo io con un tono, se possibile, ancora più basso.
Lei mi fissa, io istintivamente mi avvicino, posso sentire il suo respiro mischiarsi al mio. Chiudo gli occhi, ma sento poi lei allontanarsi un po' dalla mia presa, allora li riapro e la vedo, con quello sguardo che tutti mi danno in questi giorni, lo sguardo da "poveretto guarda Christian che non mangia e non parla." Ma lei ha anche gli occhi lucidi e una forte malinconia sul viso.
Perché si è staccata?
"Avrei voluto, ma non posso baciarti Chri, non finché stai così."
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Strawberries and Cigarettes. || Christian Stefanelli
Fanfiction"Lo sai che a Lecce ha nevicato oggi?" Mi chiede lei tutto d'un tratto. Spezzando il brutto silenzio che si è formato "Davvero?" Domando, sognante, con la voce bassa e timida. Sono abituato a vedere la neve quando sono a casa per Natale, ma quest'an...